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Barone Saverio Nicastro del Lago Sindaco

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di Giuseppe Cultrera

«Sotto-Prefettura del Circondario di Modica, Modica li 26 Marzo 1873
Oggetto: Appropriazione di acqua, e suolo pubblico.
Al Sig. Sindaco di Chiaramonte
Dal Sig. Cultrera Grimaldi Gaetano Maria dei Baroni di Montesano di cotesto Comune è stato sporto alla Regia Prefettura reclamo, con cui si duole, che da un tale Carlo Cultrera, pure di costà, siasi fatta arbitraria appropriazione delle acque di una proprietà detta del Pignataro
(sic: in effetti è Pignolaro, che è contrada limitrofa a Pomilia), non che di avere chiuso a danno dell’interesse pubblico un abbeveratoio appropriandosi in paro tempo di una parte della pubblica strada che reca a Monterosso piantandovi ortalizzi a proprio conto.»

L’istanza del Sotto-Prefetto Morelli al Sindaco di Chiaramonte Barone Saverio Nicastro del Lago

Ecco arrivato finalmente il colpo vero – quello che il Nicastro aveva intuito fin dalle prime schermaglie e che astutamente aveva già schivato o attutito con la risposta interlocutoria del presunto malanno e del posto irraggiungibile per il freddo – ora certamente sarebbe seguito un altro invito a mettere le mani nel fuoco. E a seguire, in elegante burocratese, la sfilza di indagini, controlli ed eventuale applicazione di prescrizioni e sanzioni pecuniarie. Tosto, questo delegato del Prefetto che si firma Morelli, facendoci sorgere il fondato dubbio che si tratti di un funzionario piemontese.

Poggiodoro, contrada limitrofa a Pomilia

Ma altrettanto tosto il nostro “gattopardo” siciliano che accusa un provvidenziale malessere:
«7 aprile. L’acqua detta del Pignolaro, e l’abbeveratoio inerente, di che sono oggetto i reclami del Sig. Francesco Barresi e del Sig. Gaetano Cultrera Grimaldi trovansi in un punto elevato di questo territorio e dovendo percorrere strada orribile e monti freddosi… Adesso siamo con venti impetuosi e piogge e freddi. Quindi appena si rasserenerà il tempo, senza porre in mezzo alcun indugio, andrò coi periti sopra luogo, e subito mi onorerò ragguagliare d’ogni cosa la S. V. Ill.ma. Il Sindaco.»

Ovvio che l’Ill.mo Signor Prefetto e lo zelante sottoprefetto Morelli non vorranno che il Sindaco si esponga – in quel lembo di territorio chiaramontano chiamato Pomilia o Pignolaro o vattelappesca come, regno incontrastato di ‘venti impetuosi piogge e freddi’ infernali ed irraggiungibile da essere umano date le ‘strade orribili’ – al rischio di salute, tra l’altro parecchio malferma! A tempi migliori. E saranno entrambi serviti a dovere! (Come pure i cari baroni Cultrera che non hanno altro da fare che litigare in famiglia e mettere a dura prova la sagacia politica del Sindaco: ma questo non lo scrive nella risposta!).

Il palazzo Nicastro del Lago (poi Arezzo) in contrada Prete Paolo

Non demorde però il Sottoprefetto Morelli (a questo punto possiamo essere certi che si tratta di un piemontese e dei più tignosi):
«Sotto-Prefettura del Circondario di Modica, Modica li 12 Giugno 1873
Oggetto: Beveratojo in contrada Pumilia, territorio di Chiaramonte.
Al sig. Sindaco di Chiaramonte
Quest’Ufficio con lettera in data del 9 Novembre 1872, trasmetteva alla S. V. Ill.ma una istanza del Sig. Francesco Barresi alla quale si denunziava l’abusivo procedere di un tale Sig. Iacono per l’uso di un beveratojo sito in contrada Pumilia territorio di cotesto Comune, disponendo che si procedesse a verifica; la S.V. con foglio del 28 mese suddetto, dichiarava di non potere in allora procedere alla richiesta verifica per malattia sofferta, riserbandosi per adempire con maggiore esattezza, l’incarico di eseguirla personalmente a tempo più opportuno.
Or essendosi prodotto alla Regia Prefettura altro reclamo relativo allo stesso oggetto a firma di un tale Mariano Cultrera, il sottoscritto lo invia alla S. V. con preghiera di dargli lo stesso avviamento dell’istanza Barresi, interessandola ad apprestare le notizie richieste in risultanza alla ordinata verifica, nella quale si procederà per lo accertamento dei fatti denunziati nella prima, e nella seconda istanza. Sicuro che la prelodata S. V. Ill.ma sarà ora in grado di adempire al superiore incarico, chi scrive sta in attesa dei risultamenti. Il Reggente Sotto Prefetto Morelli»
.

La divisione in Circondari della Sicilia al tempo dei Borboni. La provincia di Siracusa era divisa nei Circondari di Modica, Noto e Siracusa stessa

La partita tra il Sottoprefetto Morelli in rappresentanza del Prefetto e quindi dello Stato Unitario, il Sindaco Barone Saverio Nicastro del Lago quale espressione della comunità chiaramontana, il Barone Gaetano Maria Cultrera Grimadi di Montesano emblema del potentato e dell’aristocrazia locale, adesso sembrava farsi più serrata; in effetti volgeva al termine e (grazie alle accorte manovre “interlocutorie” del signor Sindaco che aveva assecondato e temperato il bizzoso fluire della controversia) nel migliore dei modi.
Adesso era tempo e luogo di risoluzione.

«25 giugno. In seguito alla sua pregiatissima lettera del 12 concernente i reclami dei Sigg. Barresi e Cutrera le manifesto che il giorno 19 mi recai nel luogo dell’asserita usurpazione assieme a due periti, ma essendo sopraggiunta la pioggia, non potemmo terminare in quel giorno le osservazioni ed occorre ritornarvi un altro giorno con gli stessi periti onde delucidare alcuni punti che rimasero inosservati. Fra pochi giorni quindi riceverà la relazione completa. Il Sindaco.»

Relazione che arriva alcuni giorni dopo:
«9 Luglio. Espletando l’incarico contenuto nei fogli della S. V. Ill.ma di contro notati sui ricorsi ad istanza dei Sigg. Francesco Barresi, B. Gaetano Cultrera Grimaldi e Sig. Mariano Cutrera avvolgo alla presente l’originale verbale suddetto sul luogo in questione del 19 giugno.
Verificato che le acque sono di privata proprietà, non percorrenti in strade pubbliche: Se questione potrebbe esistere sul brano di terra coltivato a piante ortalizie, recintato ab antico di mura a secco, e certo di epoca assai remota …»

(Da sx in alto in senso orario) Panorama di Chiaramonte (nello sfondo L’Etna), Palazzo Cultrera di Montesano, luogo della sorgente di Pomilia

Insomma la cosa si era aggiustata. E pure il tempo (metaforico e meteorologico) adesso tendeva a rasserenarsi.
Lo capì anche il sotto Prefetto Morelli, che si affrettò a chiudere la pratica con missiva del
19 Luglio 1873
«La Regia Prefettura condividendo l’opinione espressa dalla S. V. in merito ai reclami inoltrati dai Signori Francesco Barresi, Gaetano Cultrera, e Mariano Cutrera di cotesto Comune, con nota 17 corrente mi ha incaricato di interessarla a far conoscere ai reclamanti che risultando da un atto di verifica, espressamente ordinato, che nella specie non si tratta di acque pubbliche, né di strade intercomunali, non può farsi luogo ad ulteriore procedimento in via amministrativa. Vorrà quindi compiacersi comunicare la superiore determinazione ai predetti ricorrenti. Il Reggente Sotto Prefetto Morelli».

Una panoramica da diverse prospettive dei luoghi in questione

Tutto e bene quel che finisce bene. Non abbiamo capito come; nè se il Barone di Montesano abbia fatto pace col consanguineo e neppure – ma questo vi assicuro è poco chiaro pure a me che ho trascritto e riguardato le carte – se la sorgente fosse quella di Pomilia o quella di Pignolaro poco discosta, o forse anche quella di Boneco, confinante. Mi sorge il dubbio che fosse poco chiaro pure al Prefetto di Siracusa e ai ricorrenti: meno al Sindaco Nicastro, che aveva capito che l’oggetto del contendere non erano le fontane ed il loro uso o abuso. D’altronde se si fosse voluto indagare su tante altre sorgive pubbliche o concessione di acque – gran parte legate ad angherie medievali che favorivano nobili e notabili e difficili da estirpare e riformare – non se ne sarebbe usciti facilmente. Meglio sopire.

Articoli precedenti:
Pomilia: una sciarra in famiglia
Chiare fresche e dolci acque
La fontana della discordia

di Giuseppe Cultrera

Doveva esserci un motivo se quel “grappolo” di toponimi – Poggio degli allori, Pignolaro e Pomilia – avessero ubicazione in una ristretta porzione del territorio chiaramontano: ed erano, difatti, tra i più fertili per la natura del suolo e per l’abbondanza di sorgenti e gorgoglianti torrenti che dall’altopiano scendevano a valle. Luogo abitato da antica epoca, come attestano le numerose tracce di presenza dell’uomo, specie di sepolture di epoca preistorica, greca e romana. Gli storici locali vi avevano collocato, persino, l’eden incontaminato dove era vissuto il mitico Dafni.

Luogo della sorgente di Pomilia

I nomi di queste porzioni di territorio sono, anche, quelli di altrettante sorgenti. A quella di Pomilia di Pignolaro ed in parte di Boneco, si riferisce un’altra lite per uso (o abuso) dell’acqua pubblica.
Intanto va detto che la piccola sorgiva di Pomilia, oggi è difficilmente rintracciabile; e ancor meno la struttura muraria della fontana e abbeveratoio (a cui si riferisce la documentazione seguente), inghiottite dalla vegetazione spontanea e sopraffatte dall’incuria e dal tempo.

Panoramica sulle contrade di Pomilia, Boneco e Pignolaro

Qualcosa però è riemerso. Me lo faceva notare, un paio d’anni fa un proprietario e coltivatore del luogo lì residente da oltre mezzo secolo, memoria storica della contrada. Per primo ha identificato il sito della sorgente, lungo l’antica strada (oggi asfaltata) di S. Margherita che collegava questa porzione del territorio chiaramontano, a Chiaramonte da un lato e ai limitrofi paesi di Monterosso, Licodia e Vizzini, dall’altro. Non solo ma mi ha mostrato che, complice l’abbondanza di pioggia dell’ultimo decennio, la sorgiva era tornata in vita.

Altra panoramica sulle tre contrade

Siamo dopo l’unità d’Italia e sindaco della città è il Barone Saverio Nicastro del Lago. Il 9 Novembre 1872 la Sotto Prefettura del Circondario di Modica, trasmette l’istanza, pervenuta all’Ill.mo Sig. Prefetto della Provincia (Siracusa); nella quale «il Sig. Francesco Barresi ha presentato a quest’ufficio una dimanda tendente ad ottenere un provvedimento in via amministrativa per la restituzione al primo stato di un beveratojo sito in contrada Pomila territorio di Chiaramonte confinante col fondo Boneco proprietà della Sig.ra Concetta Iacono; quale beveratojo, secondo dire l’istante, fu dalla Signora Iacono riunito al fondo mercè lo allargamento del muro di cinta del fondo medesimo, e così ridotto ad esclusivo uso della proprietaria del fondo Boneco, quando prima serviva ad uso dei censisti confinanti colla trazzera, nel largo della quale era sito, non che ad uso degli animali transitanti.»

( A sx) La Sotto-Prefettura del Circondario di Modica, trasmette l’istanza al Sindaco di Chiaramonte (1872). (A dx) lo stemma della famiglia Nicastro del Lago

Una “sciarra” per l’acqua, insomma. C’è qualcuno che se ne appropria, o cerca di trarne più vantaggio, a discapito degli altri abitanti del luogo e dei fruitori di passaggio. Tra l’altro «non potendosi dai dati espressi nella suddetta istanza» discernere «la natura della controversia» si chiede al Sindaco di provvedere a verificare lo stato delle cose avendo cura di far «risultare nell’apposito verbale:
1) Se le acque del beveratojo vi fluivano da fiume, torrente, rivo, o colatoio pubblico, quanto dire la natura delle acque se demaniali, o comunali.
2) L’uso al quale era stato destinato il beveratojo, da chi, e da quanto tempo.»
Così «da questi dati potrà riconoscersi se tal fatto si tratta di usurpazione di acque pubbliche e di usurpazione di demanio comunale.»

Due pagine dell’Istanza della Sotto-prefettura al Sindaco: il Barone Saverio Nicastro del Lago

In effetti quella del Barresi è la punta dell’iceberg; dietro ci stanno altre persone e altri conflitti, che appariranno più chiaramente nel prosieguo delle altre denunce, quando estensore del reclamo sarà il Barone Gaetano Maria Cultrera Grimaldi barone di Montesano che indicherà in Carlo Cultrera (marito della signora Concetta Iacono) l’artefice della sottrazione d’acqua e del suolo pubblico.

Un altro esposto a nome di un certo Mariano Cutrera, di poco posteriore, fa il paio a quello iniziale di Francesco Barone. Servono solo a sollevare un innocuo polverone onde ingarbugliare la matassa. Che invece è chiara al sindaco Nicastro, nelle cui mani ricade la patata bollente destinata, a suo intuito, e dato il palmarès dei contendenti, a non produrre risultati chiari ma soltanto ad “incasinare” qualche povero diavolo!

Palazzo Cultrera di Montesano a Chiaramonte

Guarda sornione l’altopiano di Pomilia, Boneco e Pignolaro, che adesso le nebbie autunnali cominciano ad avvolgere con più assiduità e, presa carta e penna, replica alle pressioni del Prefetto e alle bizze dei due contendenti:
«A dì 18 novembre 1872.
Debbo chiederle scusa se per un forte incomodo sofferto non ho potuto sinora adempire al di lei superiore incarico relativo alla istanza del Sig. Francesco Barresi commissionatemi con lettera de 9 corrente, n.ro 704. Nella speranza di trovarmi di giorno in giorno in grado di servire, non le ho scritto prima. Per adempire con maggiore esattezza mi riservo di eseguire personalmente quella verifica che non ho potuto prima pel mio incomodo e per essere il locato sito nelle montagne, e perciò freddo. Il sindaco»
.

Palla a centro. Adesso aspetta che il deus ex machina si scopra.
[continua]

Articoli precedenti:
Chiare fresche e dolci acque
La fontana della discordia