di Giuseppe Schembari
Hanno tutte un nome le belle Lancia Flaminia della Presidenza della Repubblica: Belfiore (targa Roma 454308), Belvedere (Roma 454307), Belsito (Roma 474229) e Belmonte (Roma 454306), che corrispondono ai nomi dei cavalli delle Scuderie del Quirinale. Ma soltanto le prime due stanno nei garage del Colle. Le altre due sono esposte rispettivamente nel Museo della Motorizzazione militare della Cecchignola, a Roma, e nel Museo dell’Automobile di Torino.

Oggi, dunque, sarà la “Belfiore” o la “Belvedere” ad avere l’onore di accompagnare il “nuovo” Presidente Mattarella nel tour romano che da Montecitorio lo porterà all’Altare della Patria e infine al Quirinale. Un servizio che le Flaminia presidenziali svolgono sin dal lontano 1961. Presidente della Repubblica il lancista Giovanni Gronchi, che pensionò le vecchie Fiat 2800 Torpedo del 1939.

A partire dalla Regina Elisabetta d’Inghilterra sono stati molti i capi di stato ospitati nelle Flaminia da parata: da John F. Kennedy a Charles De Gaulle. Addirittura diversi giornali favoleggiano tutt’ora di una quinta Flaminia regalata alla stessa Regina Elisabetta. Circostanza mai provata e addirittura negata dallo stesso Giovan Battista Farina (diventato Pininfarina proprio nel 1961), che carrozzò le ben note quattro Lancia Flaminia 335 di color blu notte (più scuro rispetto al tipico blu Lancia). Carrozzerie speciali derivate dall’Ammiraglia di serie presentata al Salone di Ginevra nel 1957 e motorizzata con un 6V da 2500 cc ereditato dall’Aurelia.

A partire dal Presidente Gronchi (1955-1962) queste “regine da parata” sono state usate regolarmente da Antonio Segni (1962-1964) e da Giuseppe Saragat (1964-1971). Poi con la Presidenza di Giovanni Leone (1971-1978), per colpa della recrudescenza del fenomeno terrorismo, cominciarono ad essere sostituite da auto blindate. Il Presidente Sandro Pertini (1978-1985) addirittura non le usò mai. Anzi, sotto la sua presidenza, nel 1982, fu ordinata una Maserati Quattroporte blindata color “Dark Aquamarine” e personalizzata con un ampio portacenere e relativo porta pipa al centro delle sedute posteriori.

Le belle Lancia sembravano ormai avviate al pensionamento, ma il destino “piaciruso” ci mise lo zampino, giusto il giorno del giuramento del Presidente Francesco Cossiga. Quel mercoledì di luglio del 1985 la Maserati Quattroporte lasciò a piedi il neo-Presidente rifiutandosi ostinatamente di partire da Montecitorio. Panico. In fretta e furia fu richiamata in servizio una delle vecchie Flaminia che partì al primo colpo come un orologio svizzero.

Così, scherzo del destino, ad essere pensionata fu proprio la fiammante Maserati preferita da Pertini e non le vecchie ammiraglie di casa Lancia che, in maniera impeccabile, hanno continuato il loro servizio al Colle con lo stesso Cossiga e poi con i successivi Presidenti: Oscar Luigi Scalfaro (1992-1999), Carlo Azeglio Ciampi (1999-2006), Giorgio Napolitano (2006-2013), fino a Sergio Mattarella. Nessuno più si è sognato di pensionarle.

Ad oggi sono 61 gli anni di onorata carriera delle Flaminia 335 della scuderia del Quirinale (numero dovuto alla lunghezza del passo della vettura). Un’ammiraglia vanto dell’industria automobilistica italiana negli anni del boom economico, quando il marchio Lancia era emblema nel mondo della classe e dell’eleganza tutta Made in Italy. Automobili che si facevano ricordare più che notare (e lo scrivente sa bene di cosa parla, avendo avuto la fortuna, nella vita, di possederne due di Flaminia: in versione convertibile carrozzata Touring e coupè Supersport carrozzata Zagato).

Lunga vita dunque alle Flaminia presidenziali. Con la speranza che il Gruppo Stellantis, oggi raggruppante tutti i marchi italiani e americani di FCA e la francese PSA, lungi dalle politiche aziendali ottuse del Gruppo Fiat degli ultimi 30 anni, possa far tornare il marchio Lancia agli antichi fasti.
