di Ariane Deschamps
Austriaco di nascita, Stefan Zweig apparteneva a quell’intellighenzia ebraica destinata a dissolversi con l’avvento del nazismo in quella parte d’Europa. Acuto indagatore della condizione umana, usò il suo grande talento soprattutto per denunciare la durissima crisi in cui rimase attanagliata l’Europa dopo la Grande guerra e il successivo progredire dell’ideologia nazista. Evento che lo porterà ad emigrare in Brasile.

“Estasi di libertà”, il libro del mese del nostro gruppo di lettura, è un romanzo incompiuto, composto dal curatore Knut Beck riunendo due diversi manoscritti trovati nell’archivio dello scrittore, morto suicida nel 1942. Lo stesso titolo è dovuto allo stesso Beck che pubblicherà il romanzo per la prima volta nel 1982, in Francia e Germania.

La storia si svolge in un quadro socioeconomico sconfortante e disperato tra le due guerre mondiali. La protagonista Christine, giovane impiegata postale, vive nell’indigenza afflitta da un senso di assoluta rassegnazione e impotenza. Una grigia abitudinarietà che togliendo qualsiasi spontaneità al personaggio le impedisce di avere persino consapevolezza di sé.

Tuttavia l’occasione di un invito inatteso a trascorrere una vacanza presso la ricca zia Claire, emigrata negli Stati Uniti, e tornata in Europa per un viaggio in Svizzera, offre alla giovane un’imprevista e sorprendente nuova prospettiva della vita: un’esistenza colma di lussi, piaceri e spensieratezza.
Sebbene dapprima timorosa, Christine si trasformerà ben presto in una ragazza raffinata e disinvolta. Un’ebbrezza, una metamorfosi, che lascerà spazio anche ad un cieco egoismo. Difficile tornare indietro.

Ė una condizione estremamente precaria, però, per chi non conosce a fondo l’esclusività, le regole e la devastante invidia della “bella società”. Così Christine viene rispedita in Austria nella sua dura realtà. Ma non riuscirà più ad adattarsi alla vecchia esistenza. Ogni cosa le peserà.
I suoi tentativi di fuga dalla realtà la porteranno a Vienna dove incontrerà il lucido e disperato Ferdinand, anch’egli vittima della crisi sociale ed economica. Personaggio attraverso il quale Zweig esprime tutte le sue stesse illusioni e amarezze. Ferdinand e Christine combattuti tra un amore appena nato e lo squallore disperato in cui rischiano di rimanere incagliati, si troveranno di fronte a una scelta estrema.

Il romanzo è piaciuto solo parzialmente al gruppo. Più nella prima parte in cui l’autore riflette la realtà di una spenta Europa squassata dalle conseguenze della Grande Guerra e fino alla descrizione del contrasto tra il lusso delle élite e il senso di disperazione impotente delle classi impoverite. La seconda parte invece appare scontata. L’intento del curatore di rendere omogeneo il racconto, tratto dai due manoscritti di Zweigh, non sembra aver dato un esito molto felice. Il finale soprattutto lascia parecchio interdetto il lettore.