di Sebastiano D’Angelo
La rubrica “Medaglioni Iblei” ricorda oggi una figura di investigatore di assoluta eccellenza, il cui nome rimarrà per sempre legato al rinvenimento della celebre Venere di Morgantina.
Un dovuto omaggio al col. Vito Iannizzotto, recentemente scomparso. I suoi meriti di detective, legato all’Arma dei Carabinieri con profondo senso del dovere, gli meritarono il conferimento del Premio Ragusani nel Mondo, avvenuto il 4 agosto del 2017 in Piazza Libertà a Ragusa.

Nato nel 1940 a Chiaramonte Gulfi, si trasferisce a Vittoria in giovane età per frequentare le scuole superiori. Qui perfeziona la sua preparazione culturale, distinguendosi per il suo dinamismo e per la sua irrequieta creatività. Gli amici lo ricordano sempre presente in tutte le iniziative dei movimenti culturali giovanili e soprattutto come dilettante fotografo intento a documentare cerimonie e manifestazioni di ogni genere.

Ben presto si arruola nell’Arma dei Carabinieri. Da giovane ufficiale matura una eccellente professionalità in Sardegna, nella lotta al banditismo, e successivamente in Sicilia. In Toscana, ove viene ricordato come “investigatore che non teme pari” , ha operato per ben 18 anni in reparti altamente specializzati contro il crimine organizzato e quello comune, dal terrorismo ai numerosi sequestri di persona oltre a vari omicidi, furti e rapine; spesso le indagini in cui era coinvolto hanno portato alla individuazione degli autori del reato.
Chiamato a Roma nel 1988, col grado di maggiore, per dirigere il Reparto Carabinieri per la tutela del Patrimonio Culturale Nazionale, con un manipolo di eccellenti collaboratori ha realizzato un’imponente attività di recupero all’estero e di rimpatrio di opere d’arte trafugate, o illecitamente esportate, di eccezionale valore storico-artistico; in Sicilia ha posto le premesse per la costituzione del primo Nucleo distaccato a Palermo. Fra i più importanti recuperi all’estero di beni culturali trafugati, figura in particolare la ormai famosa statua della cosiddetta “Afrodite di Morgantina”, esposta oggi nel museo di Aidone, e recuperata negli USA dopo un lungo contenzioso con il Paul Getty Museum di Los Angeles.

Nel corso di un intervento fatto nella sala delle conferenze della Camera dei Deputati il 30 giugno 2011, ha illustrato le varie tappe della complessa indagine non disdegnando di palesare l’amarezza per la “passerella plaudente” realizzata attorno ad un così importante bene culturale recuperato, sia pure appagato dalla consapevolezza di aver ridato alla Sicilia un bene di inestimabile valore.
Dal 1992 al 2000 ha operato come funzionario della DIA nel settore dell’analisi dei fenomeni mafiosi, nazionali ed internazionali. Autore di vari testi e di numerosi saggi di contenuto tecnico-giuridico, laureato in Scienze della Sicurezza, pluridecorato per i meriti militari e civili, ed insignito, fra l’altro, delle alte onorificenze di Cavaliere al Merito della Repubblica e di Commendatore dell’Ordine di San Gregorio Magno.
Nel febbraio del 2000 ha lasciato il servizio attivo per raggiunti limiti di età ed è transitato nella categoria di “riserva” dell’Arma dei Carabinieri, potendosi così dedicare a tempo pieno a ricerche e studi propositivi di carattere istituzionale nell’ambito della valorizzazione e tutela dei beni culturali nazionali. Pur residente in Toscana, le sue incerte condizioni di salute non gli impedirono di tornare sovente nella natia Chiaramonte, dove purtroppo non fece in tempo a donare una struttura stabile per le attività del corpo bandistico Scarlatti, da lui invitato anni prima nei luoghi di residenza per una serie di indimenticabili concerti.