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di Giuseppe Cultrera

È quando la luce si fa radente, sull’imbrunire, che il Pisciotto appare nella sua struggente bellezza e le occhiaie vuote del gigante e la torre-camino corrosa dalla salsedine sembrano assopirsi nel paesaggio marino di Sampieri: per insinuarsi nei nostri sogni come Mànnara di Montalbano, prototipo di archeologia industriale di un sud operoso, cattedrale laica in attesa di viaggiatori curiosi. Tutti stupiti che ancora si regga saldamente in piedi e tutti a chiederne la cura perché possa continuare a incuriosire e stupire dentro quel tratto di paesaggio umano che si è ritagliato nel territorio e nell’immaginario.

cent'anni di solitudine
La Fornace Penna in funzione (foto degli inizi del ‘900, archivio A. Aprile)

Pochi giorni fa, però, l’ennesimo cedimento con il crollo di tre arcate che vanno a indebolire ulteriormente la struttura della Fornace Penna (questa la sua reale denominazione) e rendono urgenti i programmati interventi e la definizione della controversia tra proprietari e istituzioni.

Ovviamente non è semplice la risoluzione del “rebus” che si protrae da più anni. Ma è urgente e necessaria.

cent'anni di solitudine
Il crollo avvenuto alcuni giorni fa (foto da palermo.repubblica.it)

Ogni pietra che il tempo ha risparmiato è un pezzo della memoria e del futuro: ciò vale principalmente per i resti archeologici e le opere d’arte; ma anche il nostro gigante silenzioso – di recente costruzione e privo di reperti di valore –  merita di essere tutelato e conservato per le generazioni future.

A cui racconterà di dinamici imprenditori sciclitani (la famiglia Penna) e di un visionario ingegnere, Ignazio Emmolo, che nel 1912 impiantarono una industria di laterizi che occupava oltre cento persone e che esportava anche nelle vicine regioni del mediterraneo. Il fuoco – vendetta o invidia –  dodici anni dopo, ridusse la fabbrica a uno scheletro di pietra. Cent’anni di solitudine non l’hanno prostrato. Vuole sopravvivere a ogni costo. Merita il nostro impegno: concreto e sollecito.

centanni di solitudine
I resti della Fornace Penna (foto di Luca Ventura)

Foto banner: Luca Ventura.

di Giuseppe Cultrera

È merito suo se Montalbano può spaparanzarsi e sorbirsi, fronte mare, il suo terzo caffè nel terrazzino della casa di Punta Secca. Pasquale Spadola, ragusano con la passione per il teatro, è stato tra i maggiori artefici della promozione, attraverso la macchina da presa, del territorio ibleo: Ragusa e Scicli in primo luogo.

Montalbano - Pasquale Spadola
Pasquale Spadola (foto Tony Vasile)

Adesso –  che usiamo l’inglese anche per pensare –  si chiama location manager quello che fa e ha fatto negli ultimi quarant’anni Pasquale Spadola, scovando angoli sconosciuti ma suggestivi del nostro territorio per far recitare le loro storie, ai tormentati personaggi di Kaos dei fratelli Taviani o collocarvi la corte dei miracoli del talent scout Joe Morelli ne “L’uomo delle stelle” di Tornatore o mettere a dura prova la pazienza del commissario Salvo Montalbano, sperso tra strade di campagna e tratturi senza fine, dove le rade casupole nascondono un possibile latitante, per non parlare delle vanelle e cortili delle città strabordanti di balconi barocchi e gerani profumati.

In compenso, come dicevo in apertura, gli ha trovato casa. E che casa! Credo che non ci sia telespettatore che non gliela invidi: perciò quando arrivano in vacanza da queste parti, non vedono l’ora di toccarla con mani, guardarsela come se fosse un reperto raro e farsi la foto col fidanzato o gli amici; o una decina di selfie con la bocca a cuoricino: Moltalbano I love you!

casa di Montalbano
“La casa di Montalbano”, Punta Secca

“Non fu facile trovare la casa a mare di Vigata che Camilleri assegna al commissario Montalbano nei suoi romanzi. Bisognava trovarla nel litorale ibleo. Portai lo scenografo Luciano Ricceri (da poco scomparso) in una casa di Punta Secca, accanto a una antica torre di avvistamento e il faro alle spalle, proprio attaccata al bagnasciuga. La guardò con attenzione. ‘Perfetta’, mi disse. E da quel 1998 Montalbano ci si è stabilito. E ci sta da re.” Sorride solare, con la sua bella barba bianca e folta da personaggio cinematografico.Montalbano - Spadola