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di Sebastiano D’Angelo

Nell’imminenza dell’8 marzo, voglio ricordare la prima donna celebrata dal Premio. Circostanza avvenuta peraltro dopo ben otto anni dall’inizio della manifestazione. In effetti non sono state molte le donne premiate nella lunga storia dell’evento, ma quelle poche salite alla ribalta di Piazza San Giovanni prima, e poi di Piazza Libertà, sono tutte di grande spessore per i loro alti profili professionali e di vita. È il caso di Teresa Ferro.

Teresa Ferro (1955-2007)

Letterata ed esperta di filologia della lingua rumena, è stata premiata il 28 agosto del 2003 e la sua apparizione sulla scena del Premio ne ha segnato una pietra miliare. Entrò in maniera discreta e delicata, come nel suo stile, tradendo appena il suo genio di letterata e intellettuale d’altri tempi, subito percepito dall’attento pubblico che gremiva quella sera Piazza San Giovanni. Si era già alla nona edizione del Premio. Docente universitaria ad Udine e prima ancora a Catania, nata a Scicli, era conosciuta in mezza Europa come esperta di lingua e letteratura rumena, divisa fra conferenze, convegni e seminari, dove il suo sapere di fine glottologa si fondeva con la dolcezza e l’istintiva amabilità del suo carattere.

28 agosto 2003. La serata del Premio

Ha curato, nella fase difficile della transizione rumena alla democrazia, le relazioni culturali, i progetti europei e gli scambi universitari fra il nord est italiano e le principali Università Rumene. Nel 1998 il prestigioso Istituto di Linguistica dell’Accademia di Romania l’ha accolta come suo membro d’onore, mentre nel maggio del 2003 l’Università di Timisoara le ha conferito la laurea Honoris Causa per meriti scientifici e il sostegno dato alle relazioni italo rumene.

Insieme al Direttore del Premio Ragusani nel Mondo, Sebastiano D’Angelo

Autrice di moltissime pubblicazioni di linguistica e filologia rumena, per lunghi anni è stata docente presso le Università rumene di Cluj, Craiova, Oradea e Timisoara. I suoi studi sul latino danubiano le hanno procurato molta notorietà nella comunità scientifica internazionale. A Udine e in Romania ha organizzato diversi congressi internazionali, mostre, conferenze e dibattiti, tesi a promuovere e far conoscere la cultura rumena. Quella sera è stata felice di ricevere il nostro riconoscimento, già prestigioso e di sentire l’applauso e il calore del pubblico ibleo e della sua famiglia. Una gioia oscurata dall’orribile certezza di essere già minata da un orribile male, che Lei invero si era illusa di aver debellato un anno prima.

Una felicità, in quella indimenticabile serata, che Lei poi condividerà con le persone più care, come mi confessò personalmente qualche giorno prima che calasse il sipario sulla sua parentesi terrena. Ero andato a trovarla, con una scusa, e Lei, oramai prossima alla fine, distesa su una poltrona di dolore, mi diede una straordinaria lezione di vita, serena, lucidissima, premurosa verso i suoi amati alunni di Udine, piena di progetti futuri in vista dell’estate oramai prossima. Non si illudeva certamente di farla franca, era consapevole dell’amaro destino che l’aspettava dietro l’angolo, però dava agli altri la forza ed il coraggio di credere, di sorridere, di fingere. Proprio Lei, che certamente in quella circostanza avrebbe avuto il diritto di ricevere e non di dare.

Parlammo per lunghi minuti, che subito dopo mi apparvero miserevolmente brevi e fuggevoli, anche del passato remoto, che ci aveva visto compagni di scuola al ginnasio, inarrivabile anche per il più bravo dei compagni, un talento fuori da ogni banale valutazione, un genio, eppure sempre gentile e disponibile con tutti, mai altera o superba.

Dopo il ginnasio persi le sue tracce. La famiglia si trasferì fuori provincia per motivi di lavoro. La ritrovai oltre 30 anni dopo, grazie a Marina, sua cugina e mia amica, che la segnalò per il conferimento del Premio. Mai segnalazione lasciò il segno in modo così tangibile. Dal 7 giugno del 2007 ci guarda da lassù.

La serata del Premio con Piazza San Giovanni gremita di folla

Non finirò mai di ringraziare Teresa per aver illuminato la storia del Premio, per averci arricchito con l’esempio della sua vita, per averci insegnato che il successo professionale non deve oscurare la mitezza e la dolcezza del carattere, l’autenticità di un semplice sorriso. Teresa Ferro è stata una grande donna, una vera icona, ma anche e soprattutto una cara, unica e indimenticabile amica.