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di L’Alieno

Nuovo premier, nuovo stile di comunicazione. Niente proclami social. Niente Casalino (non serve). Ovvero, indietro tutta a tempi più sobri.

(Foto corriere.it)

Si ricomincia dunque con il piede giusto, evitando con cura quegli slogan populisti che hanno segnato la comunicazione politica negli ultimi anni: ‘uno vale uno’, ‘è uno di noi’, ‘tutti possono fare tutto’, ‘gli esperti hanno fallito adesso tocca al popolo’ e così via, da sciocchezza in sciocchezza.

Salvini sembra ridimensionato dopo anni di show ad uso e consumo dei social. Il redivivo Berlusconi, che teme le crisi al buio, è presente con convinzione. Renzi gongola per la riuscita giocata d’azzardo. ‘Vera’ sinistra e 5Stelle non senza mal di pancia si accodano. E il PD dopo aver difeso strenuamente Conte, come mai i suoi uomini, anche.

(Foto governo.it)

Insomma la statura di Draghi, iperbolicamente superiore a quella di qualunque altro attore politico dell’italietta degli ultimi tempi, mette d’accordo tutti, salvo la Meloni (ma qualcuno doveva pur fare opposizione).

Il nostro paese dunque ‘diventerà bellissimo’? Mi pare poco credibile. Adesso non vorrei rompere l’incanto, ma è il caso di ricordare che buona fetta delle risorse dei ‘recovery fund’ sono soldi a prestito che sostituiscono i prestiti attesi dai mercati. Non si progettano investimenti aggiuntivi. Ci si limita a cambiare solo creditore e il nostro rapporto tra debito pubblico e PIL è stratosfericamente salito al 160%. Quando ci stava cadendo il mondo addosso, prima dell’avvento del governo Monti, il rapporto era solo al 130%, per essere chiari.

In tutto questo Draghi dovrebbe ricevere la modestissima collaborazione di una compagine politica mediocre in tutto e dovrà fare affidamento su una burocrazia tra le peggiori d’Europa. Auguri.

Meno male che il nostro Mario della speranza non è ‘uno di noi’, è molto più di noi. Ma è meglio che si attrezzi bene per fare i miracoli. Il rischio di fallire in questa difficilissima mission è più che mai reale.
E guai a tradire le attese dei mercati.

Foto banner avvenire.it