di L’Alieno
Quelli della mia generazione sono spesso portati a pensare che quando certi diritti vengono acquisiti, lo saranno per sempre. Errore fatale. Non c’è nulla di definitivamente acquisito. Soprattutto quando si parla di diritti delle donne. È un attimo tornare indietro e fare scempio di una storia di emancipazione costata lacrime e sangue.
Negli USA è successo proprio così. L’istante di un colpo di spugna sul diritto all’aborto ha preso forma grazie ad una sentenza della Corte Suprema (a maggioranza di togati iper-conservatori) e l’orologio della storia è tornato indietro al 1973. Una sentenza che rappresenta una storica umiliazione per tutte le donne americane, vittime di una subcultura bacchettona e “trumpista”. Un virus che sta esacerbando oltre ogni misura la coesistenza civile negli States.

Dinamiche d’oltreoceano che ci riguardano fino ad un certo punto? Assolutamente no. In Italia i Guelfi della destra identitaria, con la fattiva collaborazione di quella parte della sinistra poco sensibile ai diritti civili (esiste anche qui una buona tradizione di baciapile), da tempo stanno riuscendo a impedire di fatto l’applicazione della legge 194. L’escamotage scelto è tanto furbo quanto vigliacco: permettere, nel nome del “sacrosanto” diritto all’obiezione di coscienza, che si svuotassero i reparti di ostetricia e ginecologia di medici disposti a fare le interruzioni di gravidanza. Solo 390 su 654 strutture dotate di questi reparti effettuano interruzioni di gravidanza. Nelle regioni del Sud si arriva fino al 90% di reparti dove la legge 194 non trova applicazione.

A nulla sono valsi i tentativi di stabilire, nei concorsi pubblici, un numero di posti riservati a medici non obiettori. Non ci si pone nemmeno il problema. Eppure la legge ha funzionato benissimo negli anni. Il calo degli interventi di interruzione di gravidanza è stato costante: più che dimezzati rispetto al 1982, quando si registrò il più alto numero di aborti (dati ISTAT del 2016).
In Sicilia, poi, le cose vanno pure peggio che altrove. Il tasso di obiettori medici ginecologi è dell’81,6%, degli anestesisti del 73,1%, del personale non medico dell’86% e soltanto il 54% delle strutture è attrezzato per gli aborti (dati CGIL Sicilia). Tutto questo avviene in un’atmosfera di silenzio assordante da parte delle istituzioni.
Aveva proprio ragione l’esilarante Padre Pizzarro (mitico personaggio di Corrado Guzzanti) in una gag di qualche anno fa…
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