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Siamo arrivati all’ultimo appuntamento di Hybla Cinema con “Birdman“, film scritto e diretto da Alejandro González Iñárritu. Perla cinematografica che ha ricevuto nove candidature agli Oscar 2015, vincendone ben quattro: miglior film, miglior regia, miglior sceneggiatura originale e miglior fotografia. Speriamo di replicare il prossimo anno con una nuova edizione del nostro cineforum!

di Mariarita Barresi

“Hai avuto quello che volevi dalla vita, nonostante tutto?
Sì.
E cosa volevi?
Potermi dire amato, sentirmi amato sulla terra.”
(Raymond Carver)

Questa poesia dal titolo “Ultimo frammento”, che compare nella primissima sequenza, ci introduce al film “Birdman” (o “L’insospettabile virtù dell’ignoranza”).
Sono le parole che un uomo rivolge a se stesso negli ultimi istanti della sua vita e probabilmente, come poi scopriremo, sono le stesse che il nostro protagonista ha in testa prima dell’ultimo grande volo, quello che davvero gli permetterà di ritrovare l’intima connessione con sé e il mondo.

birdman

Film scritto e diretto da Alejandro González Iñárritu, che appartiene alla generazione d’oro di registi, montatori e sceneggiatori del cinema messicano, come ha spiegato Vincenzo Criscione. Direttore della fotografia è Emmanuel Lubezki, vincitore di tre premi Oscar consecutivi.
palcoscenico

Ma veniamo a qualche accenno sulla trama. Attraverso un lunghissimo (ma solo apparente) piano sequenza, osserviamo le vicende del protagonista, Riggan Thomson, che dopo aver fondato la sua notorietà, ormai in declino, sul personaggio del supereroe Birdman, tenta in tutti i modi di dar prova del suo talento mettendo in scena, a Broadway, una pièce teatrale tratta dall’opera “What We Talk About When We Talk About Love” di Raymond Carver

A mettere in crisi la già fragile stabilità mentale di Riggan saranno la figlia tossicodipendente, interpretata da Emma Stone, e soprattutto l’ingresso di Mike Shiner, interpretato da Edward Norton, che arriverà a compiere sul palco gesti di inaudita e parossistica follia, trascinando in questo vortice di iperrealismo lo stesso recalcitrante Riggan.
La vicenda interiore del protagonista si svolge attraverso una serie di soliloqui, ai limiti dello psicotico, tra sé e il suo alter ego immaginario Birdman, che continua a essere parte di lui.birdman

Iñárritu dipinge l’uomo nella sua più profonda vulnerabilità, spinto dalla presunzione di poter raggiungere vette sempre più alte, ma allo stesso tempo tormentato dalla paura di fallire nei suoi vani intenti di gloria.

Questo perenne dissidio interiore si estrinseca nello scontro tra il teatro e il cinema e in particolare tra un teatro che si vuole elitario e un cinema di massa, quello dell’universo Cinecomic – definito da Iñárritu, con toni eccessivi, esempio di “genocidio culturale” – tra un sentimentalismo retorico e artefatto e l’azione sanguinaria, ma reale. L’unica che può avere presa sul pubblico e rivelare la sua insospettabile virtù, seppur dettata dall”‘ignoranza”. Se il cinema era il luogo della finzione, il teatro diventa lo spazio di una realtà così strabordante da non portare a nessuna catarsi.birdman

Per il prof. Gino Interi, Iñárritu porta il realismo del film a un piano ancora superiore, scegliendo proprio Michael Keaton come interprete di Riggan, ossia il Batman del 1989 di Tim Burton. Come a voler dare alla sua opera supposti tratti autobiografici e quindi ancora più autentici.

L’altro aspetto che emerge qua e là nella narrazione è l’amplificazione che i canali social conferiscono anche alla più banale forma di ignoranza. Così quando Riggan si ritroverà a correre in mutande tra le strade di Broadway, la gente sarà pronta a filmarlo e a pubblicare il video su YouTube, ricevendo numerosissime visualizzazioni.

birdman

“Non sei un attore sei una celebrità” gli verrà poi detto, vanificando quanto lui stesse cercando, con grandissima fatica, di dimostrare. A riprova del fatto che nella nostra epoca sono likes e followers a fare la differenza. E lo stesso avverrà in occasione del debutto dello spettacolo, quando al posto di una pistola giocattolo ci sarà un’arma vera.

Un film brillante, grottesco e conturbante, che ricerca il realismo ma non ci regala nessuna reale certezza, lasciandoci in balia di un finale sospeso e imprevedibile.