di L’Alieno (edizione straordinaria)
Alzarsi dal tavolo da vincitori è sempre infinitamente più complicato che arrivare a vincere. Un destino comune per tanti uomini di potere finiti nella polvere. Diciamoci la verità. Si diventa patetici a tentare di rimanere attaccati alle poltrone dopo cinquant’anni di carriera politica.
Purtroppo il pensiero disfunzionale del narciso porta a credere esattamente il contrario: che si è assolutamente indispensabili, sempre. Che ci volete fare. Chi gli potrà mai smontare quest’antica convinzione? Così a beccarsi le pernacchie dell’elettorato è un attimo.

Quale fiducia poteva mai ispirare un vecchio logorroico che persino nelle foto dei “santini” della campagna elettorale trasmetteva stanchezza? E non ha certo aiutato il vizio antico di perdersi in noiose polemiche reiterative nei comizi. Concetti poi regolarmente replicati nei lunghissimi e soporiferi post sui social (che nessuno ha letto) o nella carta sprecata dei libercoli della propaganda (cose da anni ’80/’90).
I primi ad accorgersene sono stati i giovani che lo hanno ignorato in massa (hai voglia a tentare di comprarseli con il rapper L’Elfo). E come poteva essere diversamente per un nonnino che esprime la stessa empatia che potrebbero esprimere le spine di un cactus, che parla una lingua arcaica, sempre uguale da trent’anni. A cambiare è stato solo il tono: oggi talmente monocorde e spento da sembrare un anziano leader del partito comunista coreano (del nord).
Ricordo di averlo visto in una foto dei primissimi anni ’70 insieme all’On. Emilio Colombo (allora Presidente del Consiglio democristiano) in visita a Chiaramonte. Avevo 4-5 anni all’epoca (oggi quasi 56). Lui faceva già politica, pensate un po’. E le sue idee sono rimaste pressapoco quelle di allora. Fuori dal tempo, anacronistiche. Ricette antiche a base di spesa pubblica improduttiva: la sua grande specialità!
Adesso, dopo 15 anni di sindacature e 50 anni di stare sulla scena pubblica, l’epilogo finale. L'”autunno del patriarca” era già iniziato da un pezzo, per la verità. L’apoteosi il 10 gennaio scorso, nel tentativo maldestro di forzare le regole del gioco nella famosa mozione di sfiducia ai suoi danni.
Oggi la patetica conclusione dell’ultimo capitolo del suo personale romanzo. Fine.