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Enrico Grimaldi

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Dopo il racconto in sette puntate di Vito Veninata sull’Epopea della ‘Monti Iblei’ (1951-1999), oggi il graditissimo ricordo di uno dei protagonisti assoluti della nostra cronoscalata: il ‘principe del volante’ Enrico Grimaldi che, con il suo record di otto vittorie assolute, ha segnato un’epoca nello sport automobilistico ibleo. Forse il periodo più ‘ruggente’ di tutta la sua storia.

di Enrico Grimaldi di Nixima

Iniziai la mia avventura nell’agonismo automobilistico nell’anno 1969, con una Fiat Dino spider, alla Cefalu’ Giabilmanna, ottenendo il II posto di classe dietro Armando Floridia con una Porsche 911S e lasciandomi dietro tutte le altre Porsche della classe.

La mia seconda e ultima gara di quell’anno fu la ‘Catania-Etna’ dove le posizioni si invertirono: primo il sottoscritto e dietro tutte le Porsche con in testa ‘Amphicar’. Erano le due gare di fine stagione.

Le mitiche Porsche 911 tra fine anni ’60 e anni ’70

Nel 1970 il mio primo approccio con la bellissima ‘Coppa Monti iblei’, a Chiaramonte Gulfi, dove riuscii ad ottenere il primo posto di classe con una Fiat 500. Erano due le gare classiche: ‘Avola- Avola Antica’, che apriva la stagione motoristica e la ‘Monti Iblei’ con il suo bellissimo percorso che verso la fine, dopo il tornante stretto della cosiddetta ‘Madonna del volo’, a sinistra, e il successivo, a destra, si immetteva nei due tratti storici, stupendi e velocissimi, nella periferia del paese, per arrivare finalmente all’ultima curva, a destra (qualcuno lo chiamava  tornante, ma non lo era) che immetteva nel rettilineo dello storico arrivo in Corso Europa. Eccezionale! Peccato che sia stato spostato per motivi di sicurezza, credo verso la seconda meta’ degli anni ’80, sulla nuova circonvallazione.
Poi tutti a festeggiare al Ristorante ‘Majore’, non distante dal vecchio traguardo.

Il debutto alla ‘Monti Ibei’ di Enrico Grimaldi avvenne nel 1970 con una Fiat 500, subito vittorioso nella sua classe

Mi sono assentato, se ricordo bene, per un paio di anni dalle gare siciliane per correre in pista in tutti gli autodromi italiani (chissà perchè escluso Pergusa) con una Formula Italia, monoposto offertami e sponsorizzata a un prezzo promozionale dalla CSAI. Numero di gara 1, ‘per meriti sportivi’.

Il vecchio traguardo di Corso Europa

I miei compagni di avventura erano Giacomelli, Patrese, Francia, Martini e tanti altri nomi dell’automobilismo italiano. Decisi, a quel punto, di passare alla carriera agonistico-professionale, ma ebbi il veto assoluto della mia Famiglia. Mio padre mi aiutò nell’acquisto di un prototipo March Bmw nel 1975 con la promessa, ogni tanto disattesa, di correre solo nelle cronoscalate siciliane.

Ritornando alla ‘Monti Iblei’, ricordo che non riuscii a parteciparvi nel biennio 1975/76 perché Osella non fu in grado, in ambedue le stagioni, di consegnarmi per tempo le auto da corsa. A Chiaramonte si correva a inizio stagione a quel tempo, cioè ad aprile.

Nel 1977, finalmente, riuscii a  partecipare e con grande soddisfazione vinsi la gara. Primo assoluto! Per poi continuare a vincere ancora per ben 5 volte consecutive fino al 1981. Nel 1992 l’ultima mia vittoria, per un totale di otto vittorie assolute.

1977. Enrico Grimaldi su Osella PA3 parcheggiato in Corso Umberto vicino alla farmacia Puglisi. Fu l’anno della sua prima vittoria

Erano quelli gli anni del grande  entusiasmo per la gara chiaramontana, e addirittura il presidente della mia scuderia (Etna), Italo Cultrera, organizzava ogni anno un pulmann di tifosi. Una volta arrivo’ in ritardo a percorso gia’ chiuso. Italo non si perse d’animo e sceso dal pulmann spiego’ al poliziotto (che lo aveva bloccato) che necessariamente doveva portarsi alla linea del traguardo per consegnare i ‘piricotti della Scuderia’ che trasportava. Il poliziotto lo guardo’ perplesso per un attimo, e poi, data l’importanza dei ‘piricotti’, che non ebbe il coraggio di chiedere cosa fossero, autorizzò subito il passaggio del mezzo.

Il ‘principe del volante’ con la sua Osella PA9 nel tratto veloce di Corso Kennedy

Fra l’altro avevo conosciuto il tifoso, e poi caro amico, Salvatore Alescio, che  aveva  una  bellissima casa con grandi spazi a 3-4 Km dalla partenza della gara, e quella casa iniziò a diventare nei giorni della corsa la mia base logistica.

Salvatore e sua moglie Giovanna, ogni anno, oltre al mio staff di 6 persone (più il mio alano), invitavano a fine gara tutta la Scuderia (40 persone circa). Fu cosi’ che tramontò l’era del ristorante ‘Majore’, perchè oltre le gentilezze, le premure e l’affetto, dai Signori Alescio si mangiava benissimo.

L’uscita dalla difficoltosa curva delle ‘quattro cappelle’

E che dire delle premiazioni nella Piazza Duomo di Chiaramonte o ai giardini comunali? Pieni zeppe di gente che applaudiva. Splendidi momenti che ci hanno onorati e ripagati dalle fatiche della gara. Peccato siano stati vietati dalla metà degli anni ’90 circa. I nuovi regolamenti hanno infatti previsto le premiazioni sul posto di arrivo. Quindi con poco pubblico e poi… tutti a casa!

La cerimonia di premiazione in una Piazza Duomo gremita di folla

Ho concluso le mie ‘arrampicate’ sulla collina chiaramontana nel 1992. Nel ’93, infatti, mentre effettuavo alcuni giorni prima della gara delle prove di ricognizione sul percorso, senza per questo creare alcun pericolo alla circolazione (due miei collaboratori, uno all’entrata e uno all’uscita delle curve da provare, mi segnalavano a mezzo di ricetrasmittente eventuali mezzi in senso opposto) e cercavo di studiare meticolosamente le possibili traiettorie, che possono variare di anno in anno per colpa della scivolosità dell’asfalto o per il deterioramento dello stesso, o ancora in funzione delle temperature, ebbi la sfortuna di imbattermi in un zelante carabiniere della locale stazione (maresciallo, briagadiere o appuntato non ricordo) e non ci fu verso di spiegargli che il mio lavoro non costituiva un pericolo per nessuno.

Il nostro campione mentre transita sul traguardo di Corso Europa nei primissimi anni ’80

Non capì o non volle capire o forse c’erano altri motivi e mi contestò anche i segnali di riferimento fatti da me (ma anche da altri piloti) sui muretti o sulla strada. Insomma ne nacque una spiacevole discussione, e poiché a termini di legge aveva ragione decisi di arrendermi ad un così valente tutore dell’ordine e di non correre più a Chiaramonte.
E dire che quasi ovunque sono stato sempre rispettato e benvoluto dalle  forze dell’ordine proprio per la mia attenzione nell’evitare i pericoli.

All’uscita della curva del ‘frantoio’

Un vero peccato, perchè a parte tale sfortunata circostanza, a Chiaramonte mi stimavano tutti e il pubblico era sempre numerosisimo, ordinato e stupendo.
Unica eccezione negativa dei miei bei ricordi chiaramontani fu nel 1982, quando arrivai quarto assoluto. Un grande dispiacere per una cattiva prestazione in una gara dove mi ero sempre distinto.

Avevo iniziato la stagione brillantemente, vincendo una dietro l’altra le prime tre gare: ‘Termini-Caccamo’, ‘Coppa Belmonte’ ad Avola, e  la ‘Cammarata–Santa Rosalia. Come quarta gara avevo deciso di partecipare alla prima gara del campionato italiano a Foggia, la  ‘Macchia Monte S. Angelo’ dove, evento rarissimo per me, ebbi un incidente di gara in un tratto veloce. Per fortuna  dopo aver divelto il guardrail e una parte del muretto di protezione, il prototipo si fermo’ quasi in bilico sul ciglio di uno strapiombo della vallata (70 metri!). L’anno successivo, nello stesso punto avrebbe perso la vita il pilota pugliese Paolo Gargano con una sport prototipo Alfa 33 mondiale. Non fu altrettanto fortunato. Non tenne il muretto e nemmeno il guardrail.

La sfortunata partecipazione alla ‘Monti Iblei’ del 1989

Da quel momento l’inizio brillante del 1982 si trasformò per le restanti gare (Monti Iblei compresa) in una serie di clamorose sconfitte. Sara’ stato il trauma dell’incidente? Non credo! Forse piu’ probabilmente il non perfetto riassetto del telaio riparato in fretta e furia per permettermi di continuare la stagione.
Puntualizzo che mi rifeci a partire dall’anno successivo, Monti Iblei compresa, avendo sostituito la vettura incidentata con una nuova.

Enrico con la sua Osella PA9/90 all’ultima partecipazione vittoriosa del 1992

La  mia attivita’ sportiva si conclude nel 2001 e mi pento di avere rinuciato a partecipare ad almeno nove edizioni della Monti iblei. Avrei voluto tentare di vincere ancora quella che considero tutt’ora una delle piu’ belle gare in salita della Sicilia.
Ho smesso mentre ancora ero in auge (ci vuole coraggio!) e non quando qualcuno avrebbe potuto ironizzare sulle mie prestazioni con frasi del tipo: ma come? Questo corre ancora? Perché non si ritira?
E a testa alta, consapevole di aver sempre rispettato i regolamenti tecnici, altrimenti dentro di me mi sarei sentito un perdente (ma c’è chi questi problemi non se li è mai posti!)

Un saluto a tutti gli appassionati, con l’augurio che la gloriosa ‘Monti Iblei’ possa avere ancora lunga vita e distinguersi nel bene come sempre ha fatto.
VIVA LA MONTI IBLEI!

Ringraziamo l’amico Vincenzo Barone per la preziosa collaborazione

Una foto di qualche anno fa del vecchio campione insieme all’amico (pilota) Vincenzo Barone
Una curiosa foto del nostro campione mentre si cerca di tenere in forma nel balcone di casa

di Vito Veninata

Dopo l’annullamento dell’edizione del 1987, che definire vergognoso è dire poco, per l’assoluta mancanza di collaborazione fra gli enti preposti, con in testa l’Automobile Club di Ragusa, il Comune di Chiaramonte e la relativa partecipazione economica della Provincia di Ragusa, si riparte nel 1988 con una nuova ‘Monti Iblei’.

Il nuovo tratto della ‘circonvallazione’

Percorso rinnovato nella seconda parte, con l’eliminazione del misto-veloce delle ‘case popolari’, diventato di fatto pieno centro abitato. Venne utilizzata per la prima volta la nuova circonvallazione, con un tratto addirittura in leggera discesa (al tempo gli ‘scalatori’ mal digerivano queste pendenze), con curve veloci e impegnative.

Ancora uno scorcio del nuovo tratto della ‘circonvallazione’ tra una folla di appassionati, mentre le auto tornano alla partenza per la seconda ‘manche’

Pur restando invariato il tempo di percorrenza si abbassa notevolmente la media oraria. Viene cancellato l’arrivo in corso Kennedy. Ma la modifica più importante però è l’adozione della seconda ‘manche’ che di fatto raddoppia la durata della gara.

Giovanni Cassibba, su Osella PA9, vincitore dell’edizione del 1988. La prima vittoria di otto complessive. Uguaglierà il record di Enrico Grimaldi.

Bisogna aggiungere anche il tempo che in concorrenti impiegano per ridiscendere e riallinearsi alla partenza. È fondamentale a questo punto rispettare gli orari di partenza e cercare di limitare al massimo le interruzioni. Cosa che purtroppo spesso non è accaduto creando seri problemi. La gara viene vinta dal comisano Gianni Cassibba con la sua splendida Osella PA9, che sulle strade di casa, davanti ai suoi fans, sfodera un’eccezionale prestazione, battendo nell’ordine altre sette Osella: Grimaldi, Scola, Vinci, Patanè, Anelli e Romeo.

Riccardo Vinci. Quarto assoluto nel 1988 con la sua Osella 1600

Il bravo Gianni conquisterà quell’anno altri importanti successi ed alla fine otterrà il prestigioso riconoscimento di “Atleta dell’Anno” (Premio Padua) riservato agli sportivi iblei che durante l’anno sono stati protagonisti di eventi che hanno contribuito a tenere alto il nome dell’agonismo ragusano. Il mitico trofeo, istituito nel 1968 per ricordare la figura di Salvatore Padua, grandissimo atleta Ragusano prematuramente scomparso a 28 anni, è stato sempre il palcoscenico ideale per premiare le eccellenze dello sport ragusano.

1988. Un trionfo per i piloti iblei. Vito Veninata vince la 1000km del Nürburgring in Germania con la sua Tiga Cosworth, mentre Gianni Cassibba vince la Monti Iblei.

Nel corso delle 52 edizioni sono solo due i campioni del volante scelti unanimemente dall’apposita commissione: Giovanni Cassibba, appunto, nel 1988, ed il sottoscritto nel 1986. Nei miei cinquant’anni di attività sportiva ho collezionato tantissimi trofei (anche quattro negli anni 80 per titoli italiani) ma il ‘Trofeo Padua’ resta per me il premio che ha fatto sempre la differenza in onore del giovanissimo amico scomparso e della mia ragusanità!

Il vecchio Domenico Scola, su Osella PA10 presente alla ‘Monti Iblei’ sin dalla prima vittoria del 1968. Terzo assoluto vent’anni dopo, quarto nel 1991/92 e quinto nel 1993

Il mese di settembre del 1988 per l’automobilismo ibleo rappresentò un momento magico. Mentre il sottoscritto il giorno quattro coglieva un grande successo vincendo alla 1000km del Nürburgring con la mia Tiga Consworth 3500, una gara valida per il Campionato del Mondo, Gianni Cassibba riusciva a regalarsi il suo primo successo alla ‘Monti Iblei’. La gara si è svolta regolarmente in una bellissima giornata di sole alla presenza di un folto pubblico che alla fine ha esultato, sempre in assoluta compostezza, con grande calore umano.

IL ‘Principe del volante’, Enrico Grimaldi, secondo assoluto nel 1988. L’anno successivo non riuscirà nemmeno a prendere il via per problemi tecnici.

Nel 1989 Cassibba non riuscirà a ripetersi per la rottura di un semiasse appena dopo la partenza. Mentre Grimaldi per motivi tecnici non riuscirà a prendere il via. Venuto a mancare il duello tanto atteso, la vittoria finale arriderà al giarrese Alfio Canino su Osella con un tempo non eccezionale, giustificato dalla mancanza di veri avversari.

Il giarrese Alfio Canino vincitore, un po’ a sorpresa, dell’edizione del 1989

Vincerà con circa 30 secondi di vantaggio a dimostrare che praticamente non c’era stata gara. Al secondo posto Santo Ferraro, sempre su Osella. Una gara quasi da dimenticare. Modesta organizzazione, partenza in ritardo, spettacolo di poco valore, continue sospensioni il più delle volte ingiustificate e dovute a insicurezza da parte della direzione di gara e infine scarsa partecipazione di concorrenti per la mancanza di dialogo con le maggiori scuderie automobilistiche siciliane.
Per la prima volta nella storia della gloriosa competizione si aggiunsero anche le intemperanze del pubblico, quasi dimezzato, che nervosamente assisteva al passaggio di una vettura ogni tanto per un modesto spettacolo che si è protratto fino a pomeriggio inoltrato.

Nel 1989 Una piccola Fiat Uno turbo si classificò quarta assoluta grazie ad Antonino Carnibella

Il magnifico scenario della collina chiaramontana fu ridotto ad una modesta sagra di paese. Il basso livello raggiunto porterà alla mancata organizzazione dell’edizione del 1990 con un pietoso rimpallo di responsabilità tra Comune di Chiaramonte e A.C.I. di Ragusa, entrambi coinvolti in una difficile situazione economica.

Altra piccola peste, la Renault 5 Turbo. Nel 1989 sesta assoluta con Sergio Di Benedetto (nella foto Rosario Cassibba)

Vuole la storia che si sia cercato di coinvolgere, ovviamente senza successo, il Comune di Comiso e quello di Ragusa. Si parlò anche di un mancato intervento della Regione Siciliana, che in verità non c’era mai stato. L’insuccesso eclatante indusse sia il Sindaco di Chiaramonte, Dott. Paolo Calabrese insieme al suo staff, sia il presidente dell’Aci di Ragusa, Dott. Giovanni Di Blasi, a considerare seriamente l’opportunità di rimboccarsi le maniche per l’anno successivo.

Così nel 1991 si riprende, ma ancora una volta la capricciosa dea bendata non dà quell’aiutino di cui tutti avevano bisogno! Una vera ecatombe di uomini e mezzi priva gli oltre 20.000 spettatori delle prestazioni di Cassibba (testa-coda) Grimaldi (rottura motore) e di Domenico Scola, autore di una prestazione scialba. Vince a sorpresa il calabrese Antonio Ritacca, precedendo un altro calabrese: Antonino Iaria. Al terzo posto Cassibba ed al quarto Domenico Scola. Ottima invece la prestazione del giovane comisano Franco Caruso su Ford Sierra Consworth, piazzatosi all’ottavo posto assoluto. Un’interessante sfilata di vetture storiche, organizzata dal Veteran Car Club di Ragusa nell’intervallo fra le tue manches, non servì a coprire la delusione del pubblico che giustamente si aspettava molto di più dai tre mancati protagonisti (Scola, Grimaldi Cassibba).

Il comisano Franco Caruso su Ford Sierra Consworth autore di una maiuscola prestazione: ottavo assoluto nel 1991

Il 1992 verrà ricordato per la scomparsa prematura dello storico direttore di gara dell’A.C.I. di Ragusa, Dott. Cono Mollica, che con alterne fortune aveva retto le sorti per circa 20 anni. Pesano certamente le mancate effettuazioni delle edizioni del 1974, 1987 e il 1990, ma ciò va onestamente attribuito ad una sicura mancanza di collaborazione. Sul campo viene promosso il suo vice, Elio Russino, funzionario dell’A.C.I. di Ragusa.

il calabrese Antonino Ritacca sulla sua nera Osella 2000, vincitore dell’edizione del 1991 (curva del ‘frantoio’)

Vince per l’ottava volta il ‘Principe Volante’, Enrico Grimaldi, certamente favorito dall’assenza di Giovanni Cassibba, vittima nel mese di luglio di un drammatico incidente alla Cesana-Sestriere. Arrivato ‘lungo’ in un tornante, Gianni ha urtato violentemente un guard-rail, disintegrando l’auto nella parte anteriore. La stessa dopo un volo spaventoso è ricaduta a terra con il pilota completamente esposto nell’abitacolo sventrato.

Enrico Grimaldi, su Osella PA9/90, nella sua ultima cavalcata vittoriosa alla ‘Monti Iblei’ del 1992

Il buon Gianni riporterà fratture agli arti inferiori che lo terranno per molti mesi lontano dai campi di gara. Le sue eccezionali tempra e determinazione lo faranno presto rientrare a riprendere la via dei suoi roboanti successi e delle sue splendide imprese.

Il 1993 vedrà la rivincita di Antonino Iaria, secondo nella passata edizione, che precederà il nostro Gianni Cassibba appena rientrato nelle competizioni dopo il grave incidente dell’anno precedente e certamente non ancora al meglio delle sue condizioni fisiche.

Antonino Iaria, con la sua rossa Osella 2000, vincitore assoluto nel 1993 e secondo l’anno precedente

Entrambi sono stati favoriti da un incidente che ha coinvolto Antonio Ritacca nel tratto finale. Terzo sarà Carlo Scola, figlio del grande Domenico che invece sarà solo quinto. Ad interrompere la sfilza di vetture Osella ai primi posti ci penserà Salvatore Giardina, siciliano con una vettura di sua costruzione (GISA). Ancora una volta grossi ritardi sempre causati essenzialmente dall’effettuazione delle due manches. Dal 1994 sarà, come vedremo nella prossima e ultima puntata, un’altra storia!
(Per leggere la puntata precedente cliccate qui) (Per leggere l’ultima puntata cliccate qui)

Carlo Scola, figlio maggiore del grande Domenico. Terzo assoluto nel 1993 alle spalle di Cassibba.
Salvatore Giardina con la GISA di sua costruzione. Quarto assoluto nel 1993
Il chiaramontano Giuseppe Presti passato alle vetture sport prototipo (Ermolli)
Un altro chiaramontano debutta nel 1993 al volante di una A112: l’amico Enzo Sgarlata

di Vito Veninata

Il poco felice epilogo dell’edizione del 1973 non faceva presagire niente di buono. Da parte degli organizzatori la cosa fu presa con una certa leggerezza, mentre oscure nubi si addensavano sul futuro della gloriosa manifestazione. Una rinnovata commissione di vigilanza, con poca esperienza pratica, aveva individuato una serie di pericolosità su un percorso che, negli ultimi anni, grazie essenzialmente all’Ente Provinciale, era diventato uno fra i più sicuri in assoluto.

L’avv. Carmelo Campo su Abarth 1000 SP. Negli anni ’60/’70 era titolare della concessionaria Lancia a Ragusa

Voglio raccontare un aneddoto che mi riguarda personalmente. Nel tentativo di spendere una buona parola in nome dell’automobilismo ibleo, invitai a titolo personale, due esponenti della commissione di vigilanza per una ricognizione dal vivo.

La folla dei tifosi tra il tornante del bivio del santuario e la curva della ‘croce’

Forte della mia esperienza cercai di far capire che non era il caso di recintare l’intero percorso (prerogativa richiesta per gli impianti permanenti quali Monza, Imola, Vallelunga, etc.) e che invece sarebbe bastato inibire al pubblico le zone più pericolose, quali le uscite delle curve veloci.
Spiegai anche che le vetture da corsa, da pochissimo dotate di ‘ali’ (alettoni) non volavano di fatto e che quindi non sarebbero stati di effettivo pericolo per gli spettatori che si sistemavano sui pendii della collina chiaramontana per assistere alle evoluzioni dei concorrenti.

Corso Umberto. L’Osella è quello di Piero La Pera (a centro con il casco al braccio). A sinistra i fratelli Mario e Lucio Casciaro. Dietro Aldo Fina. Piero sarà vittima di un tragico incidente nel 1981 (a Sortino)

Commisi purtroppo una leggerezza. Evidenziai la pericolosità della famosa curva del ponticello ‘ra baruna’ (oggi del ‘Pentagono’). Certamente memore dell’ingente massa di sostenitori che l’anno precedente, per incitarmi, mi aveva creato non pochi problemi.

Il vecchio e pericoloso ponticello ‘ra baruna’. Nel 1975 fu ridisegnato il percorso per escluderlo

Sarebbe bastato predisporre un buon servizio d’ordine e dichiarare la zona interdetta al pubblico! La richiesta invece avanzata alla Provincia fu molto più drastica: eliminazione del ponte e della doppia curva. Un gioco. L’ente provincia intervenne rapidamente in tal senso pur di salvaguardare la gara, ma il buon Ing. Ignazio Civello, simpaticamente, non mi perdonò mai questa esternazione: per come andavano allora le cose sarebbe stato meglio stare zitti.

Articolo de ‘La Sicilia’ dell’11 settembre 1974 sull’annullamento della Monti Iblei

Alla luce di quanto suesposto, l’edizione del 1974 saltò di brutto. Grandissima delusione degli sportivi dell’intera provincia che non risparmiarono feroci critiche ai tecnici, ai politici, ai burocrati ed anche agli organizzatori. Anche l’ACI di Ragusa, con l’elezione di un nuovo consiglio di amministrazione, sembrava in tutt’altre faccende… affaccendato.

Domenico Scola su Lola Cosworth 3000 in Corso Umberto (primo assoluto nel 1968 e nel 1975)

Per il 1975 però si decise di ripartire. Un’ulteriore rinuncia sarebbe stata controproducente per tutti. La 19ª edizione (di fatto era solo la 10ª) prese il via il 13 aprile su un percorso decisamente migliorato. La media oraria passo da 82 a 108 km/h grazie all’eliminazione di alcune curve ed al rifacimento del manto stradale.

Vito Veninata su Chevron 2000 B23 (secondo assoluto nel biennio 1975/76)

Presero il via ben 186 partecipanti provenienti da tutte le parti dell’isola: bella giornata primaverile, partenza puntuale, poche interruzioni e chiusura in bellezza alle 13:30. Vinse il bravo Domenico Scola, veterano delle cronoscalate del sud Italia, con una nuovissima Osella BMW PA3. Al secondo posto l’estensore delle presenti note con la Chevron B23 che era stata di Scola l’anno precedente ed al terzo posto, sempre su Chevron, il vittoriese Giuseppe Iacono.

Angelo Giliberti su Chevron B27 (più volte sul podio)

Nel complesso un ottimo successo tecnico e spettacolare che riesce a far dimenticare le iniziali traversie. Si ricomincia ad aprile del 1976 in una bellissima giornata di sole con temperature quasi estive. La vittoria assoluta va ad ‘Amphicar’ con una fiammante Osella BMW PA4 (un mese dopo con la stessa vettura trionferà alla Targa Florio, in coppia con Armando Floridia) senza però abbassare il record di Scola. Secondo assoluto il sottoscritto sempre con la vecchia Chevron B23, che invero già dall’ottobre precedente avevo consegnato in permuta all’importatore Trivellato di Vicenza per l’acquisto di un nuovissimo modello tipo B36.

La Chevron B26 di ‘Amphicar’ (vincitore assoluto nel 1971 e nel 1976)

Ritardi vari nella consegna (il costruttore Roger Bennet, titolare della Factory che realizzava la vettura, aveva perso la vita in un incidente con il deltaplano) indussero a ritirare provvisoriamente la vecchia vettura ormai superata e perlopiù con gomme vecchie. Nondimeno mi difesi onorevolmente giungendo a pochissimi secondi dal bravissimo ‘Amphicar’ (Eugenio Renna) al quale sono stato sempre legato da grandissima stima ed amicizia. Al terzo posto un altro ibleo, ‘King’, al secolo Franco Fronterrè con una March BMW.

1977. Enrico Grimaldi su Osella PA3 in Corso Umberto. Plurivincitore assoluto dal 1977 al 1981 e poi ancora negli anni 1983/86/92

Alle buone prestazioni tecniche ha fatto da contorno un meraviglioso pubblico, ordinato e responsabile, valutato in oltre 30.000 presenze. Alla fine grande soddisfazione per tutti, organizzatori, cronometristi, radio amatori, forze dell’ordine, ma essenzialmente per il comune di Chiaramonte, che si era adoperato nella maniera migliore.

Un poker di campioni (da sinistra): Domenico Scola, Vito Veninata, Enrico Grimaldi e Angelo Giliberti

L’edizione del 1977, pur venendo spostata agli inizi di giugno, fa purtroppo registrare l’annullamento delle prove ufficiali per un improvviso temporale, impedendo di fatto ai “Big” di provare il percorso. Vince il giovane Grimaldi (28 anni) inaugurando una serie di successi, (ben otto), che di fatto ne faranno il beniamino degli sportivi iblei.

Il bravissimo Salvatore Di Giacomo su Dallara 1300 X1/9 (ottavo assoluto nel 1977)

Riuscirà a vincere per cinque volte consecutive dal 1977 al 1981. Nel 1977 precederà Scola e Barberio nel 1978, sotto la pioggia, secondo sarà Casciaro, anche lui su Osella. Da registrare l’ottimo sesto posto assoluto di Salvatore Di Giacomo con la sua Dallara 1300 X1/9, con la quale quell’anno vince il Trofeo Nazionale della Montagna e l’anno successivo il Campionato Italiano Velocità in pista. Il bravo “Turiddu“ continuerà con grande successo la sua brillante attività, vincendo ovunque fino al 1982, data in cui appenderà il casco al chiodo. Anche la bellissima ‘Dallara’ fu conservata nel ‘salotto’ della casa di famiglia, al secondo piano! Da qualche mese fa parte di una importante collezione italiana, ceduta dalla famiglia dopo la dolorosa scomparsa dello sportivissimo Salvatore. Ho avuto con lui un fraterno rapporto, avendo condiviso tantissime gare su tutti i circuiti italiani.

Benny Rosolia con la sua nera Osella 2000 al traguardo in Corso Europa (vincitore assoluto negli anni 1982/84/85)

Grandissimo l’apprezzamento per la sua generosità: nel 1967 dopo un incidente che gli causò la frattura del braccio sinistro, mi mise a disposizione la sua ‘Cinquecentina’, consentendomi di vincere la classe alla “Colle San Rizzo“ a Messina. Cercai di disobbligarmi offrendogli la coppa vinta (allora erano rigorosamente d’argento); da vero signore non accettò, lasciandomi quel trofeo che ancora oggi conservo nel suo ricordo.

Il bravissimo Salvatore Lombardo con la mitica Fiat 124 Abarth gr.5 (Corso Kennedy)

Tornando alla Monti IBlei, dopo questa doverosa ‘rimembranza’, nel 1979 il nobiluomo catanese precederà sul traguardo Angelo Giliberti, terzo sarà Beppe Virgilio, davanti a ‘Perrier’ ed al sottoscritto che vincerà la classe 1300 con una nuovissima Osella destinata a numerosi successi nelle piste di tutta Italia, che mi porteranno alla conquista del mio primo titolo italiano nel 1980.

Salvatore Gagliano su Ford Escort gr.5. Con Salvatore Lombardo diedero vita a diversi duelli avvincenti nella stessa classe

L’edizione del 1980 (22 luglio) vede ancora protagonista Enrico Grimaldi che precede sul traguardo Benny Rosolia e ‘Perrier’. Oltre 30.000 spettatori, buona l’organizzazione e grande disponibilità del primo cittadino chiaramontano Dr. Cirino Paradiso. L’anno successivo Grimaldi, precedendo di un soffio l’ottimo Domenico Scola annovererà la quinta vittoria consecutiva e verrà premiato come ‘Re della Montagna’. Il prestigioso trofeo verrà consegnato in una splendida premiazione nei giardini pubblici, stipati da migliaia di persone, dal prestigioso giornalista sportivo Candido Cannavò della ‘Gazzetta dello Sport’.

1981. La stampa locale annuncia l’ennesima vittoria consecutiva del ‘Principe del volante’, con un ottimo Giuseppe Brafa sesto assoluto su Dallara X1/9

Riceverà anche un premio alla memoria dedicato al compianto pilota, suo amico e concittadino, Piero La Pera, tragicamente scomparso fra le fiamme della sua auto nelle prove ufficiali della Val d’Anapo-Sortino del 1980. Nel 1982 Benny Rosolia riuscirà a infrangere il dominio di Grimaldi (solo quarto) in una gara che sarà l’ultima per Salvatore Di Giacomo e che vedrà invece le brillanti prestazioni di due piloti Chiaramontani: Giuseppe Presti e Giuseppe Filesi.

L’A112 Abarth del chiaramontano Pino Filesi, vincitore più volte della sua classe (il terzo da sinistra)

L’anno successivo (1983) Grimaldi si rifarà battendo Alfio Canino, ‘Arriva’ (già ‘Perrier’) e Domenico Scola. Vale la pena evidenziare come le vetture che occupano le prime otto posizioni sono tutte realizzate da Osella, a testimonianza della sua indiscussa superiorità nel campo delle vetture da competizione e che ancora oggi, nel 2020, lo vede leader e sempre in prima linea. Attivo e vincente!

Il chiaramontano Giuseppe Presti, anche lui più volte vincitore di classe, su Abarth A112

Il percorso di gara era stato variato con l’eliminazione del tratto del ‘case popolari’ e dell’arrivo in Corso Europa. Verrà deviato sulla nuova circonvallazione, alzando ulteriormente la media oraria che sfiorerà i 120 km/h. Detta media sarà invece superata da Rosolia nel 1984 e nel 1985: in entrambe le manifestazioni precederà Grimaldi ed il nostro Cassibba, davanti ad un foltissimo pubblico (circa 40.000 spettatori) per un’organizzazione che poteva essere migliore e che invece porterà alla mancata effettuazione dell’edizione del 1987.

L’amico Vincenzo Barone di Caltagirone con la sua Fiat 128 sport. Forse il più longevo dei piloti della Monti Iblei tutt’ora in attività. Presente fin dal 1967

Spuntava all’orizzonte la stella Cassibba che negli anni successivi regalerà agli sportivi iblei una serie interminabile di vittorie.
Lo racconteremo nel prossimo appuntamento!
(Link alla puntata precedente. cliccate qui) (Link alla puntata successiva. Cliccate qui)

Giuseppe Virzì con una bella Lancia Stratos (tornante della ‘casetta’)

Ringraziamo per la cortese collaborazione l’amico Maurizio Castello, gestore del gruppo facebook ‘Quelli che la Monti Iblei’.

Una carrellata di piloti chiaramontani che hanno corso tra il 1975 e il 1986

Uno dei primi piloti chiaramontani: il compianto Salvatore Tumino su fiat 600
Il compianto Giovanni Ravalli su Fiat 124 Abarth
L’amico Vito Roccalumera su Fiat 500. Bravo pilota e ancor più bravo preparatore
Peppino Pavone con la sua Lancia Fulvia coupé
Vito Castaldi su Abarth A112
Paolo Lorefice su Simca Rally. Auto con cui corse anche Giovanni Iacono
Orazio Terranova (‘Cuddianu’) su Simca Rally. Auto con cui corse anche Giovanni Salafia
Carmelo Pavone su Alfasud 1300
Nunzio Terlato con la sua A112 Abarth
Aldo Miano su Fiat 128 preparata dal compianto Giovanni Flaccavento
Paolo Gulino su Fiat 126
Pino Pavone su A112 Abarth