Tag

Massimo Cacciari

Browsing

di Luca Farruggio

L’Odissea per me (ma penso anche per molti) non è stata solo un libro. E’ stata qualcosa che si è intrecciata più volte (e che continuerà a farlo) con la mia vita.

Provo a riassumere i miei incontri con Omero e con questa sua monumentale Opera.

La prima volta, per me, fu un film. Una vecchia pellicola che riassumeva l’avventura di Ulisse e gli episodi più significativi del suo viaggio. Molto interessante, ma ne sfuggiva il carattere unico dell’opera. Per molti anni la considerai una storia come tante. Non ne colsi gli aspetti fondativi dell’anima e delle mente dell’uomo occidentale.

Odissea (1968)

Lo stesso accadde quando la studiai al Ginnasio. Leggevamo dei riassunti dell’Opera e raccontavamo come dei pappagalli le storie già apprese durante la visione del film. Nessun approfondimento e nessun entusiasmo. L’unica novità fu la cosiddetta “questione omerica”, cioè le indagini filologiche sull’opera e i dubbi sul fatto che si trattasse di un solo autore (Omero è mai esistito? L’Odissea è il frutto di un solo autore?).

Durante gli studi universitari qualcosa cambiò. Non studiammo nel dettaglio il capolavoro omerico, ma Massimo Cacciari nell’introdurci al pensare filosofico ci parlò di Ulisse. In sintesi: la filosofia nasce dalla meraviglia, però tutto ciò che ci meraviglia e ci stupisce deve in un secondo momento incuriosirci necessariamente.

Come potrebbe non interessarci ciò che ci fa rimanere col fiato sospeso? Non dovrebbero essere la curiosità e la ricerca il leitmotiv di ogni esistenza? Così l’oggetto della meraviglia viene esplorato ed indagato dalla Curiosità, la stessa curiositas del viaggiatore (Ulisse) di fronte a nuovi luoghi e nuove usanze. La curiosità ci porta così a farci stranieri, a soffermarci sulle cose del mondo per poi ripartire alla conquista di altri luoghi della sophia (in questo amare la sapienza ci facciamo stranieri, proprio come Eros nel Simposio, senza dimora).

Ma come potrebbe lo straniero incuriosirsi di tutto senza mettere in discussione le sue certezze e i suoi dogmi? Vorrebbe conoscere l’altro e l’oltre se già avesse trovato ristoro nel pre-giudizio? Sarebbe del tutto impossibile, ed è per questo che il filosofo (sempre Ulisse) è costretto a soffermarsi e ripartire più volte, sempre in dialogo, se vuole avere una visione del Kosmos, e di quel particolare e speciale ente del cosmo che è l’uomo.

Toccherà al “saggio” spiegare tutti i fenomeni che appaiono di volta in volta, e in questo uscire da se stesso per farne ritorno solo dopo un accurato esame, consiste il suo interrogare. L’epochè del filosofo-viaggiatore non sarà distruzione del tramandato, del già dato, ma pura e ferrea Interrogazione. Il filosofo sarà anti-dogmatico nella sua essenza. Dovrà quindi spiegare alla luce della razionalità l’apparire degli enti, sospendendo ogni discorso mitologico-religioso, interrogandolo sotto l’unica luce del Logos razionale.

L’Odissea, il suo protagonista e gli altri attori, erano diventati qualcosa di più interessante. Ma ancora mancava qualcosa: leggere l’Opera! Per pigrizia, durante gli anni universitari, non lo feci. Però c’era sempre qualcuno o qualcosa a riportarmi lì. Infatti, nel 2006, quando Manlio Sgalambro mi regalò la prefazione al mio “Bugie estatiche”, scrisse anche: “L’impiccagione delle ancelle, nel ventiduesimo canto dell’Odissea, trasforma in diletto lo stesso massacro: «La terribile catarsi l’ha purificato»”.

E. Hopper, Una donna al sole (1961)

Insomma c’era sempre qualcuno o qualcosa a ricondurmi al viaggio di Ulisse. La pigrizia un giorno fu vinta! Era il 2017. Andando a comprare un giornale in edicola, vidi che aggiungendo solo 1 euro potevo avere con me l’Opera che tanto mi aveva perseguitato. La comprai e, dopo averle fatto prendere un po’ di polvere per qualche settimana, la lessi. Che scoperta! Una lettura sensazionale, uno stile unico, una storia antica narrata con tecniche degne del miglior scrittore del ‘900.

Non mi staccai da essa per intere settimane e, quando mi accinsi alla conclusione della lettura, avrei voluto che quel libro non finisse mai. Ma è mai finito? E’ mai cominciato? Non sono forse nato con esso? Non mi chiamava a sé da tantissimo tempo?

Se – come disse qualcuno – tutta la filosofia è un commento a Platone, si può dire che tutta la letteratura è un commento all’Odissea. Questo è il libro che ci accompagna dalla nascita alla morte. Non è la nostra vita un continuo viaggio? Certo, secoli di cristianesimo hanno dato un senso diverso al nostro vagare. Ma non è anche il viaggio di Cristo una continua odissea verso la casa del Padre?

Sicuramente Ulisse, a differenza di Gesù, non vuole salvare l’umanità intera, ma posso dire che il viaggio più bello l’ho fatto con la lettura dell’Odissea e che mi è costato solo 1 euro. Roba da fare invidia a tutte le agenzie di viaggio!

di L’Alieno

La settimana scorsa L’Alieno aveva affrontato la questione dei legami neri del movimento no-vax. Questa settimana parleremo invece dei legami rossi e anarchici che definiscono il movimento nel suo complesso come vicino agli estremismi della politica italiana.

Nell’arcipelago dell’estrema sinistra infatti si parla di “Kit di pronto soccorso antifascista” contro il green pass e di “dispositivo di controllo e digitalizzazione” dei cittadini. Si elogia il comportamento del governo di Mosca (e di quel campione di democrazia che è Putin), dimenticando che in Russia il Covid provoca circa mille morti al giorno, guarda caso con una percentuale di vaccinati che copre a stento 1/3 della popolazione. E si rilanciano i medesimi slogan dell’estrema destra con qualche piccola aggiustatura di forma più che di sostanza.

(Foto da romatoday.it)

Gianni Riotta su Repubblica ci ricorda proprio oggi come nel 1969 un gruppo di scienziati vicini al Partito comunista, e guidati dal fisico Marcello Cini, definì come manovra capitalista di disinformazione lo sbarco americano sulla Luna. Si chiesero se fossimo caduti “nelle maglie del più colossale colpo propagandistico regalato alla plebe dai tempi di Nerone”. Come a dire,
“nulla di nuovo sotto il sole”.

E mentre il collettivo di scrittori del gruppo Wu Ming ha messo tutti in guardia dal “pensiero unico virocentrico”, il filosofo Massimo Cacciari (alla riscoperta, per l’occasione, delle sue antiche origini ideologiche) è da mesi che spara a zero su vaccini e green pass parlando di derive della società “in forme ovattate e quasi indolori del sorvegliare e punire”.

(Foto da Agenzia Ansa)

Nelle manifestazioni di questi giorni sono riaffiorati miracolosamente dalla naftalina anche personaggi politici bolliti come Marco Rizzo, le sigle guerriere del sindacalismo conflittuale, vecchi slogan e vecchie bandiere. Tutti (rossi, neri ed anarchici) nel nome di una presunta libertà negata e di una lotta contro la “dittatura sanitaria”. È l’asse del caos.
Come disse qualcuno tempo fa: la situazione è grave ma non è seria.