Tag

nove perfetti sconosciuti

Browsing

di Giulia Cultrera

Ormai è tradizione: dopo le migliori serie tv del 2020, salutiamo il nuovo anno con una lista dei titoli maggiormente apprezzati nel 2021.

Strappare lungo i bordi

La serie animata di Zerocalcare merita il posto d’onore. Divertente, autoironica e straordinariamente introspettiva. Narrata dallo stesso autore sotto forma di un lungo e articolato flusso di coscienza, accompagna gradualmente lo spettatore verso una lucida e profonda consapevolezza: non si può avere il pieno controllo su ogni aspetto della propria vita.

Cambiare prospettiva è il primo passo per liberarsi di un fardello che dipende, solo in parte, dalle nostre possibilità e volontà.2021:le serie tv imperdibili

Only murders in the building

Brillante e originale parodia del genere crime, inserita nel contesto attuale e innovativo dei podcast a tema giallo. Una meta-narrazione originale, scandita da un ritmo incalzante, intervallata da gag divertenti e scene surreali.

Cosa potrebbe renderla ancora più accattivante? Un cast d’eccezione, continui colpi di scena e un’intera – decisiva – puntata muta!2021:le serie tv imperdibili

Nove perfetti sconosciuti

Un resort di lusso immerso nella natura, nove ospiti con traumi irrisolti e una guru pronta a curare le loro ferite interiori. Che si tratti di un lutto, di un amore finito o di una carriera stroncata, il vuoto lasciato da queste perdite consuma e ossessiona i protagonisti.

I metodi di guarigione sono alquanto discutibili, ma producono i loro frutti.2021:le serie tv imperdibili

Maid

Una madre e una figlia. Un futuro da costruirsi faticosamente, un passo alla volta, facendosi strada tra turni lavorativi massacranti, relazioni familiari tossiche e violente, lunghe trafile burocratiche.

Il tutto per riuscire a sopravvivere, senza cedere né lasciarsi sopraffare dagli eventi.

La storia di un riscatto personale che passa da un faticoso percorso di crescita, autoaffermazione, indipendenza economica ed emotiva.maid

Omicidio a Easttown

Un’altra serie poliziesca, dai toni maggiormente cupi e introspettivi. La detective Mare si rifugia nel lavoro per non affrontare un trauma doloroso, ma il passato continua prepotentemente a tormentarla. Dopo aver giocato una partita di basket memorabile, rimane intrappolata in quella versione vincente di sé stessa, per cui si ritrova ad essere continuamente pressata dalla comunità di Easttown per condurre a termine con successo e celerità qualsiasi indagine le venga assegnata.

La sua unica alternativa? Aggrapparsi maggiormente al lavoro per non crollare sotto il peso di aspettative così alte.2021:le serie tv imperdibili

Universo Marvel

Il 2021 è stato l’anno del Marvel Cinematic Universe, che ha deciso di addentrarsi nel territorio inesplorato delle miniserie. Una scelta ambiziosa e alquanto rischiosa, rivelatasi davvero vincente!

Wandavision ha fatto da apripista, riscuotendo un gran successo anche tra chi non è amante del genere, perché ha giocato sapientemente con gli archetipi e il linguaggio delle sitcom statunitensi, raccontando in modo nuovo il delicato tema dell’elaborazione del lutto.banner WandaVision

ovvero

Cosa c’era in quel drink?

di Giulia Cultrera

Quale modo migliore per affrontare i propri demoni interiori se non partecipando a un lussuoso ritiro spirituale con nove perfetti sconosciuti? Ancora meglio se a gestire questo insolito centro benessere troviamo Masha, affascinante quanto inquietante visione eterea, magistralmente interpretata da Nicole Kidman.

L’entusiasmo dei nove ospiti si spegne ancor prima di arrivare al resort Tranquillum House. Un po’ come quando decidiamo di andare dal dietologo e i buoni propositi muoiono sulla porta d’ingresso. Ciò che rimane è un triste pensiero ricorrente che diventerà un vero e proprio mantra: “Ma chi me l’ha fatto fare?”.Nove perfetti sconosciuti, masha

Nonostante le resistenze iniziali, i nove protagonisti riescono a familiarizzare tra loro e si adattano ai comfort del luogo. Ma i drammi sono sempre dietro l’angolo, soprattutto se accentuati da dei corroboranti e allucinogeni frullati detox.

Ecco che gli ampi spazi lussureggianti diventano delle claustrofobiche prigioni in cui traumi, insicurezze e turbamenti interiori prendono forma. E appaiano estremamente reali, al punto che si può dialogare con essi per cercare di avere finalmente delle risposte.

Nove perfetti sconosciuti, nove persone fragili e spezzate che si completano e si migliorano a vicenda. E poi c’è Masha, una sedicente guru che appare quasi sadica nei suoi estremi metodi di guarigione e che scava prepotentemente nel profondo, spingendo sempre più al limite le fragili – e talvolta instabili – menti dei suoi ospiti.Nove perfetti sconosciuti

Il fine ultimo è superare una perdita. Che si tratti di un lutto, di un amore finito o di una carriera stroncata, il vuoto che lasciano dentro consuma e ossessiona i protagonisti.

Come superare la cosa? Ovviamente creando una realtà illusoria e allucinogena in cui ritrovare e affrontare la perdita.

E, inspiegabilmente, funziona: un bizzarro viaggio di crescita e auto-miglioramento compiuto con il proprio subconscio, un dialogo interiore per affrontare i fantasmi del passato e dare una spiegazione alle azioni che hanno determinato i traumi irrisolti dei protagonisti.Nove perfetti sconosciuti, scena

A conti fatti, il “cattivo” della narrazione chi è? Verrebbe da dire Masha, che usa i suoi ospiti come cavie da laboratorio per i suoi esperimenti allucinogeni al solo scopo di trovare la propria pace interiore. Un Silente in gonnella che li alleva come bestie da macello, per parafrasare Piton.

E invece no. Nel corso delle puntate manteniamo un forte atteggiamento di condanna nei confronti di Masha, ma ecco che le nostre difese crollano a pochi minuti dalla fine. E subentra l’empatia, la comprensione.

Forse abbiamo visto troppe serie come Breaking Bad, Maniac e Bojack Horseman per non maturare un pensiero più critico sul concetto di “cattivo” e su quanto i demoni interiori possano consumare una persona.Nove perfetti sconosciuti

O forse, è semplicemente sbagliata l’idea di fondo: il bisogno di attribuire necessariamente la colpa delle proprie disgrazie a qualcuno.

In fin dei conti, pur essendo finzione, le serie tv prendono spesso spunto dalla realtà. E nella vita di tutti i giorni possiamo anche incolpare gli altri per i dolori che ci infliggono, ma se riflettiamo attentamente, nella maggior parte dei casi chi provoca il trauma è a sua volta una persona che ha sofferto o che è stata ferita in passato. Merita davvero la nostra condanna? A volte sì, a volte no.

Tutto ciò che si può fare è andare avanti: elaborare e accettare il dolore. Magari evitando di soggiornare in un posto traumatizzante come Tranquillum House con nove perfetti sconosciuti.scena del film