Carissimi lettori, sono trascorsi quasi tre anni da quando oltreimuri.blog è nato. È stato un percorso inconsapevole ai suoi inizi, spinto dall’entusiasmo di rimboccarsi le maniche, di fornire un contributo alla comunità iblea. Sin da subito ci siamo accorti che dando voce ai nostri lettori avremmo potuto aumentare le conoscenze di tutta la cittadinanza, impedendo che emozioni e saperi cadessero nell’oblio. Seppur non scritte sul foglio cartaceo, le vostre e le nostre parole non si sono disperse nel vento, sono tangibili, consultabili. Il vostro numero sempre più crescente ci ha dato consapevolezza, spingendoci a migliorare la qualità dei nostri articoli e a ricercare la collaborazione di esperti. E’ giunto il momento di fare un passo ulteriore, un cambiamento necessario per il nostro proseguo. A seguito delle dimissioni del caporedattore Giuseppe Schembari e sotto proposta della nostra redazione e del nostro direttivo, da oggi ricoprirò quello che è stato il suo ruolo. I miei ringraziamenti a Giuseppe sono doverosi, ma non nascono dalla prassi. Sono frutto, invece, del suo impegno continuo, della sua passione e serietà, del suo amore per una creatura che ha fatto nascere e che ha coltivato per quasi tre anni, ottenendo dei risultati tangibili, non solo nel campo editoriale ma anche in quello associazionistico.
Steve McCurry, Bambino indiano che legge
Il mio compito sarà quello di farmi carico di quanto di buono abbiamo prodotto finora e di condurre questa realtà verso nuovi traguardi, con l’appoggio di tutti coloro che vorranno far parte di questo gruppo che, oggi più che mai, vuole superare qualsiasi dissapore o pregiudizio. Il nostro nome non è mai stato un mero slogan, ma una professione di intenti che costituisce la nostra stessa esistenza come realtà culturale. Vogliamo superare questi muri insieme a voi, chiedendovi di seguirci e pretendendo da noi il massimo impegno. Ci troverete su tutti i social e sul nostro sito. Inoltre, saremmo felici di inaugurare una newsletter, attiva la domenica, per inviarvi gli articoli della settimana trascorsa e che per penuria di tempo avete perduto. Vi invitiamo ad inviarci le vostre e-mail, i vostri scritti, le vostre idee e opinioni. Collaborate con noi, nell’associazione e nella redazione. E in particolar modo, rivolgiamo il nostro appello ai giovani, dei quali faccio io stesso parte, che sono il futuro e non solo a parole. Vi chiediamo la vostra conoscenza che sta maturando, i vostri ardori, i vostri entusiasmi, il vostro modo di vedere il mondo. Insieme potremo realizzare uno splendido lavoro!
La manifestazione (16 ottobre) in omaggio all’opera di Vincenzo Rabito, ‘Festacrante’ è stata voluta ed organizzata da Archivio degli Iblei e Oltreimuri.blog in collaborazione con i figli Giovanni, Tano e Salvatore, il Comune di Chiaramonte Gulfi, Cliomedia Public History, Associazione Teatro club ‘Salvy D’albergo’ Ragusa, Amici del teatro e Pro Loco di Chiaramonte. La nostra redazione ha ritenuto, inoltre, di proporre, prima durante e dopo l’evento, una serie di contributi, articoli e analisi relativi a “Il romanzo della vita passata” e al personaggio Rabito. Il primo contributo è di Saverio Senni, docente presso l’Università della Tuscia, tra i relatori alla Festa di domenica prossima.
In coda al testo, per coloro che fossero interessati, è disponibile il link di “Qui Terra matta”, dove sono raccolti gli articoli inerenti a Vincenzo Rabito e “Terra Matta” già pubblicati nel nostro blog.
di Saverio Senni
Giovanni Rabito mi sta aspettando all’ingresso della prestigiosa Società Dante Alighieri, dove siamo venuti per presentare “Il romanzo della vita passata” di cui è il curatore. “Ma sei alto!” esclama quando mi vede per la prima volta in carne ed ossa. Fino a quel momento, infatti, avevamo avuto solo contatti a distanza. Era marzo del 2017, quando gli scrissi la prima e-mail. Da quel giorno è iniziato un e-pistolario, come mi piace dire, di alcune centinaia di messaggi, dall’Australia all’Italia e viceversa, che raccontano di come ha preso corpo il nuovo Romanzo di Vincenzo Rabito, suo padre. Ma andiamo con ordine.
(Da sx) Giovanni Rabito e il padre don Vincenzo
La corrispondenza con Giovanni iniziò nel 2017 quando cominciarono le repliche del reading teatrale sui “Ragazzi del ’99 nella Grande Guerra”, tratto da Terra matta e scritto con Aldo Milea. Quell’anno era, infatti, il centenario della chiamata alla leva della classe 1899, narrata magistralmente da Vincenzo nelle sue memorie. È solo nel 2019 però che è partita l’avventura che ha portato alla pubblicazione del nuovo libro. Ad aprile di quell’anno, infatti, Giovanni mi inviò la “traslazione” (così lui preferisce chiamarla) che aveva fatto delle pagine del secondo memoriale del padre dedicate alla sua partecipazione alla Grande Guerra. Pensava che avrebbero potuto essermi utili per lo spettacolo. Nulla lasciava presagire cosa è poi scaturito da quell’invio. Sbadatamente per oltre un anno non aprii gli allegati presenti in quel messaggio. Lo feci nel luglio del 2020 e quando cominciai a leggere quei testi ne rimasi letteralmente folgorato.
La corrispondenza tra Giovanni Rabito e Saverio Senni è stata raccolta in due volumi dal titolo emblematico
“Caro Giovanni – gli scrissi – mi sto divorando le pagine che mi hai inviato più di un anno fa: musica per le mie orecchie. È come ascoltare un inedito di Mozart o di Bob Dylan. Un “bootleg” si direbbe per la musica pop. A mio avviso anche queste memorie andrebbero pubblicate.” Ci accordammo per parlarne in una videochiamata in cui Giovanni mi spiegò che negli anni precedenti aveva cominciato a trascrivere il secondo memoriale ma si era fermato al 1938, quando Vincenzo era in Africa orientale. Non avendo una specifica finalizzazione di natura editoriale non aveva motivo di proseguire speditamente.
Mi mandò allora le altre parti trascritte e la mia folgorazione fu confermata. Ragionammo allora su come proporre ad un editore la pubblicazione di un testo che poteva apparire poco interessante dal momento che c’era già Terra matta. Eravamo pieni di dubbi. Ma ci dicevamo, per scherzarci un po’ sopra, non era successo qualcosa di simile per Alessandro Manzoni? Prima scrisse “Fermo e Lucia”, poi lo riscrisse e ne venne fuori “I promessi sposi” che com’è noto oscurò del tutto la prima versione del romanzo.
La Olivetti lettera 32 di Don Vincenzo insieme al nuovo romanzo
Concordammo che la cosa più opportuna era sentire Einaudi e, nel caso di un diniego, esplorare altre vie. La prima risposta della casa editrice torinese fu incerta perché si trattava di spiegare ai lettori che non era vero, come scritto nell’ultima pagina di “Terra matta”, che Vincenzo smise di scrivere nel 1970. E poi il timore che potesse essere una sorta di “doppione” (di Terra matta), visto che in fondo si trattava del racconto della medesima vita. Ma quando Giovanni inviò i primi capitoli la redazione di Einaudi trovò quelle pagine bellissime e concordò sull’opportunità di pubblicare anche il secondo memoriale, seppure in forma ridotta vista la sua mole. La strada ormai era tracciata e in discesa.
L’abbiamo percorsa, passo dopo passo, insieme discutendo dei tagli da fare e dei termini che potevano risultare incomprensibili ai non siciliani, per prevedere alcune note a piè di pagina. Giovanni mi chiese anche un aiuto per i titoli dei capitoli, cosa che feci estraendoli dal testo, come in Terra matta. Preparai pure la lista dei nomi di tutti gli altri personaggi menzionati nel secondo memoriale: da Rafaele Picireditto a Vita la Milinciana, da don Ciovanne lo Sparato a don Turiddo Picicanedda e tanti altri. Individuai nel racconto oltre duecento personaggi secondari, a testimonianza della grande coralità, anche umana della scrittura di Vincenzo.
La prima pagina del dattiloscritto del secondo memoriale di Vincenzo Rabito
Per farla breve ad un certo punto del nostro dialogo telematico, divenuto presto quotidiano, Giovanni mi scrisse: “Saverio, vedremo ‘sta mazza una buttana vo’ cari!’… frase che mio padre usava parecchio quando prefigurava una operazione dagli esiti incerti. La attribuiva a Salomone, che una volta, parlando al popolo avrebbe detto: ‘puopulu, ri cca banna e ddabbanna ro mari, vardati sta mazza unni buttana vo’ cari!’ (Popolo, da questa parte e dall’altra parte del mare, guardate questa mazza dove cavolo va a cadere!) Frase oscura e zaratustreggiante che a me è sempre piaciuta moltissimo.”
E oggi questa “operazione dagli esiti incerti” ha raggiunto il primo obiettivo: la mazza dal 20 settembre è in libreria. Il secondo risultato, ovvero il riscontro che avrà di pubblico e di critica è ancora incerto, ma la comunità dei “rabitisti anonimi”, a cui appartengo, è ottimista. Sapremo presto “sta mazza una buttana vo’ cari”.
8 ottobre 2022. (da sx) Giovanni Rabito, Matteo Motolese, Saverio Senni e Maurizio Ridolfi, alla libreria Spazio Sette di Roma durante la presentazione de “Il romanzo della vita passata”
C’era una volta un bar e quattro amici. Anzi no. Il bar era soltanto virtuale perché eravamo in prima piena pandemia e i quattro amici (che erano davvero quattro) si incontravano soltanto in video conferenza. È stato durante quell'”ozio creativo” da reclusi a casa che il 26 Aprile 2020 l’idea del blog ha fatto capolino.
Un blog senza tante pretese, nell’idea iniziale, ma già prima di arrivare alla presentazione ufficiale la grafica venne radicalmente rivista, rivoluzionata e resa molto più accattivante. Una gestazione durata fino ai primissimi di luglio tra le mille difficoltà di un progetto assemblato interamente a casa.
La grafica della nostra homepage
Il 3 luglio 2020 siamo stati pronti per presentarci ai nostri lettori con cinque articoli, una rubrica e un video. Così passo dopo passo, articolo dopo articolo (ne abbiamo pubblicato 391), progetto dopo progetto, siamo arrivati al nostro primo compleanno e ci sembra di aver camminato davvero tanto. Varcando, e di molto, quei confini immaginari che avevamo pensato di dare al progetto iniziale.
Insomma, l’appetito vien mangiando e avendo preso gusto a guardare oltre l’orizzonte, anche grazie ai nuovi amici che si sono aggiunti cammin facendo, siamo arrivati a coinvolgere 84 firme in questo primo anno di attività.
Il primo articolo pubblicato dal nostro blog a firma di Salvatore Laterra Majore, titolare del prestigioso ristorante “Majore”
Firme di diversissima estrazione, competenze, età e area geografica, tra giovani molto preparati, intellettuali, docenti, studiosi, poeti, appassionati e giornalisti. Attendiamo adesso anche un ospite inglese: il prof. David Moss, antropologo e studioso di Terra matta. Già, perché Terra Matta si studia pure in Inghilterra.
84 firme che rappresentano, meglio di tanti giri di parole, l’essenza stessa di un progetto aperto a tutti, inclusivo e democratico.
La pagina della nostra “Mission”
Oltreimuri.blog è oggi un conosciuto e apprezzato blog di approfondimenti in tutto il territorio ibleo. E i suoi affezionati lettori sono arrivati a toccare quasi le 17.000 unità al mese. Molti i progetti portati avanti durante l’anno: dalle tante inedite epopee locali, raccontate e raccolte nello spazio “storie“del blog, alla sezione “Chiaramonte 2030“: portato avanti soprattutto dal nostro gruppo di giovani.
Senza dimenticare i progetti più propriamente culturali e di più ampio respiro su Leonardo Sciascia e l‘Avv. Agnelli, dei quali quest’anno ricorre il 100esimo anniversario della nascita. O ancora il progetto “Divina Commedia“ per i 700 anni dalla morte del sommo poeta Dante Alighieri. Molto seguite anche le quattro rubriche settimanali e bisettimanali. Un archivio di 391 articoli, come detto, che spaziano tra argomenti di attualità, cultura e società.
Il progetto dedicato al 100esimo anniversario della nascita di Leonardo Sciascia
Siamo stati anche promotori di un ormai numeroso “Gruppo di Lettura” (a Chiaramonte), gestito adesso da un team tutto al femminile. Gruppo che si riunisce l’ultimo venerdì di ogni mese per commentare il libro letto, poi regolarmente recensito nello spazio “libro del mese” del blog.
A marzo 2021 con grande emozione e soddisfazione siamo stati selezionati dal prestigioso sito Corriere.it come uno dei quattro progetti regionali più interessanti nel settore della nuova editoria. Insomma niente male per un progetto ideato e portato avanti da semplici appassionati e costato qualche centinaio di euro.
16 marzo 2021. L’articolo a firma di Ornella Sgroi di Corriere.it che ci ha selezionati come uno dei quattro progetti più interessanti della nuova editoria in Sicilia
Progetti futuri? Tanti e succosi. “Chi si ferma è perduto” diceva un vecchio adagio. A cominciare dalla nascita (speriamo entro questo mese) dell’Associazione Culturale “Oltreimuri”, che oltre ad occuparsi istituzionalmente della gestione del blog cercherà di avere pure una dimensione di impegno culturale oltre il virtuale.
“OLTRE-I-MURI” è l’idea di una società iblea aperta al mondo, alla collaborazione, alla solidarietà, alla diversità.
“OLTRE-I-MURI” è “fare sistema”, il rafforzamento dei legami sociali, il bisogno di abbattere muri per fare comunità. È sentirci tutti parte di un progetto culturale comune finalizzato alla crescita della nostra isola
“OLTRE-I-MURI” è momento di riflessione, dibattito, pluralità di opinioni, ironia, umorismo; è laboratorio per costruire una rete di persone e competenze per condividere idee, esperienze umane e professionali. Consapevolezza di ciò che ognuno può dare per il bene comune.
“OLTRE-I-MURI” è anche un progetto per aiutare a riavviare un nuovo ciclo sociale virtuoso privo di autoreferenzialità. Perché deve essere chiaro a tutti che il bene di ognuno passa attraverso il bene di tutti.
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