di L’Alieno
I dati sull’affluenza elettorale arrivati da Lazio e Lombardia non lasciano spazio a dubbi: stravince l’astensionismo che ridicolizza il consenso ai partiti e ogni altro record negativo precedente nelle due regioni (20% in meno di votanti rispetto a 5 anni fa). Poi la destra potrà pure cantare vittoria, indubbiamente ha vinto, ma si tratta di un successo che non può non tener conto del dato dell’astensione.

È anche l’ennesima lezione per la sinistra, dove ci si è persi in stucchevoli chiacchiere da mesi (esattamente dalla sconfitta alle politiche). Un cazzeggio che molti esponenti del PD hanno il coraggio di chiamare, con enfasi surreale, “analisi della sconfitta”. Se ne saranno resi conto adesso? Ne dubito. Da quelle parti si vive una realtà parallela fatta di polemiche lunari che non interessano nessuno, a parte i diretti interessati. Comunque, se il Partito Democratico continua a vivacchiare intorno alle percentuali delle scorse politiche, c’è chi sta peggio. In primis il centro dei due piccoli e arroganti Napoleoni, ma anche lo spavaldo M5S, pompato dalla stampa amica e sempre più una sorta di “lega del sud”. Entrambi con percentuali ben sotto il risultato delle politiche. Il fallimento palese della loro miserabile speranza di spartirsi le spoglie del PD.

I fatti parlano chiaro: l’Italia è diventato un paese dove manca il coraggio della speranza e fatalisticamente ci si sta arrendendo in massa, purtuttavia rimanendo incollati a certi miti del passato come il festival di Sanremo. Un evento che riesce a fare più audience della politica stessa con il suo eccezionale 66% di share. Chissà, forse più che puntare su Bonaccini o la Schlein sarebbe stato meglio che il PD puntasse su Amadeus, probabilmente libero da impegni con la RAI nel prossimo futuro.

Un festival che oggi si segnala e si ricorda più per i tentativi di provocazione che per l’arte canora, quasi diventata “insalata di accompagnamento”. Stanche provocazioni e trasgressioni al gusto di muffa: siamo ancora all’atto sessuale mimato e al bacio in bocca tra uomini, alle letterine alle bambine e alle foto di politici strappate, poi il solito retorico show sulla “Costituzione più bella del mondo” di Benigni. Basta, per carità!
“Tu giri adesso con le tette al vento Io ci giravo gia’ vent’anni fa…” direbbe Guccini.