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Orlando Triolo

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di Michele Focarete

L’idea gli è nata all’improvviso. Stando al di là del bancone delle Poste ad ascoltare clienti d’ogni tipo e ceto. Aneddoti, storie, episodi, visti e vissuti da vicino. Così, Orlando Triolo, 58 anni, siciliano doc di Santa Teresa di Riva, in provincia di Messina, ma di fatto milanese d’adozione perché qui, nella opulenta città del nord ci è arrivato quando aveva 7 anni, ha voluto mettere nero su bianco e scrivere un libro.

Raccontare simpaticamente, per far sorridere un po’, cosa accade allo sportello del suo ufficio. Tra le tante persone che, fin dalle prime ore del mattino, si sono messe in paziente fila. Triolo, come altri suoi colleghi, veste i panni di assistente sociale, distribuendo moduli, penne, informazioni e prendendosi ingiurie e minacce. Il tutto tra una miriade di operazioni.

Orlando Triolo

Il libro dal titolo “Non ce la faccio più (neanche io)”, 112 pagine di fatti accaduti, molti dei quali rocamboleschi per non dire fuori da ogni immaginazione, è lo specchio di quanto è stato descritto e ripropone momenti a volte comici, a volte drammatici, che con buona frequenza si trasforma in commedia. Un atto unico che viene rappresentato ogni giorno in una sorta di teatro del vissuto, nel quale ci abitano tanti vizi e poche virtù. In una Italia che alle sue disgrazie ha aggiunto il Covid.

L’autore, al suo secondo libro, vuole dare al lettore alcune autentiche chicche che ha percepito, assorbito, metabolizzato, lavorando da anni come impiegato in un ufficio alla periferia di Milano. Un gioco di attese per una lettura rilassante, magari al mare sotto l’ombrellone o in qualche angolo refrigerato montano. Lo si legge tutto d’un fiato, in una sera, oppure proprio mentre si aspetta il proprio turno in Posta.

I due libri scritti da Orlando Triolo

Una lettura veloce, divertente, per sorridere di questa Italietta osservata da un bancone delle Poste. Ci si imbatte in chi impreca per la multa appena ritirata, ma c’è anche chi esclama: “Ci sono dieci numeri prima di me, meglio che niente”. Per non parlare di chi borbotta e poi sbotta in attesa del suo turno: “Non ho mai fatto la fila così lunga neanche in Calabria”.

Non poteva mancare, in questi giorni di caldo torrido, anche il capitolo sullo spogliarello messo in atto da un robusto cliente di mezza età. “Un signore – si legge – abbastanza rotondetto, avvicinatosi allo sportello, dopo aver chiesto l’estratto conto della sua PostPay, si mette disinvoltamente a posto le mutande e i pantaloni. Prima tirandoseli giù a metà ginocchio e poi risistemandoli alla cintola, con fare tranquillo e naturale, come se fosse in un locale di striptease maschile. Non certo un bel vedere”.

Il libro riporta – e non poteva non essere così – anche un aneddoto su il diavolo e la Santità. Quando un collega di Triolo ha proposto a un cliente i nuovi folder raffiguranti gli ultimi Papi. La risposta è stata immediata e seria “Guardi che io ho solo rapporti con Satana”.

Il libro è  dedicato a tutti i colleghi degli uffici postali d’Italia. “Indistintamente, che si smazzano le infinite code e gli umori dei clienti”. Gli piace anche sottolineare che chi lavora in Posta non attende che accadono miracoli, perché i miracoli già li fanno.