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di Vito Castagna

Il sol dell’avvenire, uscito da poco nelle sale, ha attirato l’attenzione di molti. Critiche entusiaste o sferzanti, sentimenti contrastanti, gioia, ilarità, noia, scherno. Ancora una volta Nanni Moretti divide il pubblico, sa farsi amare e odiare. In fondo, questa è stata da sempre la sua forza e un suo tratto distintivo. 

il nanni moretti dell'avvenire
Le locandine italiana e francese de Il sol dell’avvenire

La stampa di sinistra ha accolto con entusiasmo quest’ultima opera; quella di destra, invece, l’ha stroncata (com’era prevedibile), ma entrambe concordano su una cosa: Il sol dell’avvenire è il ritorno di Moretti al cinema morettiano, a quello che si suppone sappia fare meglio. 

Così facendo, però, si stronca implicitamente il film precedente del regista romano, l’adattamento del romanzo di Eshkol Nevo, Tre piani, che meriterebbe di essere rivalutato. 

Non bisognerebbe pretendere da un’artista di essere fedele al suo stile in ogni frangente, si può rischiare di trasformare quello stile in un cappio… Forse anche col sentore di questo pericolo, Moretti ha voluto fare un passo verso il suo pubblico, producendo un film più digeribile per gli appassionati. 

il nanni moretti dell'avvenire
Tre Piani (2021)

Così si susseguono dei veri e propri camei del passato: l’attenzione per le scarpe di Bianca, la coperta di Sogni d’oro, il giro di Roma di Caro diario. Ma superate queste “carezze” ai fedelissimi, Il sol dell’avvenire ha tematiche nuove. 

Abbandonato l’alter ego Michele Apicella, Moretti interpreta Giovanni, un regista che vuole girare un film ambientato in un quartiere romano nel 1956, durante la rivoluzione ungherese. Giovanni è maniacale ed egocentrico, tanto da non accorgersi che la moglie (Margherita Buy), sua produttrice, vuole chiedere il divorzio. Il film subisce ritardi e defezioni, e Giovanni sogna di poterne produrre un altro, costellato di scene del passato e di canzoni italiane.

il sol dell'avvenire
Giovanni durante una delle sue “riprese mentali” del film d’amore con tante canzoni italiane

Questo meta-cinema, che mescola i piani narrativi, prende tanto dalla “bella confusione” di 8 ½ di Federico Fellini: un regista al quale sfugge tutto di mano, costretto a combattere con gli attori e ad affrontare una crisi coniugale.

Ma oltre a questo, si manifesta un profondo amore per il cinema, per ciò che Moretti ritiene bello e che è in grado di contrastare la violenza, quella palese e sanguinaria, e quella verbale. E qui si può ricordare l’iconico «Le parole sono importanti, chi pensa male parla male» di Palombella rossa o un’intervista nella quale definì Emilio Fede un violento. 

il sol dell'avvenire
Nel cast de Il sol dell’avvenire spiccano: Silvio Orlando, Barbora Bobuľová e Zsolt Anger

«Una volta vedevo quello che già sapevo che non mi sarebbe piaciuto» ha sostenuto il regista ospite da Marco Damilano. Oggi con questo film è molto diverso. 

Fatti i conti col passato, il cinema merita bellezza e utopia, impossibile ma pur sempre necessaria, con quello che il PCI, altro grande protagonista del film, sarebbe potuto essere e non è stato. 

Con Il sol dell’avvenire si è chiuso un cerchio. Questo non è solo un omaggio che Nanni Moretti rivolge al suo cinema, ma un’apertura a ciò che potrà essere in futuro. E allora anche i se potranno fare la Storia…

Lasciamo da parte ciò che Moretti “sa fare meglio”, lasciamolo esprimere senza pregiudizi, com’è giusto che sia. 

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