di Sebastiano D’Angelo
Nasce a Modica nel 1946, Piero Selvaggio, e a 18 anni si trasferisce con la famiglia negli Usa, in California. La sua è una classica seppur straordinaria storia di successo creata dal nulla, ma con tenacia, volontà e capacità imprenditoriali non comuni. Parte con umili lavori, ma non abbandona gli studi universitari di lettere.

Uomo colto e raffinato, coltiva la passione per la cucina, con un marcato desiderio di diffondere negli States la cultura dei piatti italiani di qualità. Nel 1972 apre a Santa Monica (Los Angeles) uno dei ristoranti più famosi degli USA, il San Valentino, ben presto meta dei vip di Hollywood, dove era facile incontrare celebrità del cinema, sport, cultura e della politica americana.
Apro un piccolo inciso con un ricordo personale. Nel lontano 1999 lo andai a trovare al Valentino per conoscerlo e proporgli l’invito ad essere presente al Premio. Girando per i tavoli, notai fra gli altri la presenza di Michael Douglas, Catherine Zeta Jones e Michelle Pfeiffer. Erano solo alcuni dei commensali celebri.
Stile, classe, raffinatezza, ricerca e capacità di coniugare i migliori e genuini ingredienti della cucina italiana, fecero del Valentino un luogo cult presto ammirato e celebrato, che valsero a Piero titoli come “miglior ristoratore americano” e le credenziali per partecipare ai principali simposi, conferenze e incontri fra gli specialisti del settore a livello mondiale. Fra l’altro organizzò per diverse edizioni il cathering nel corso delle celebri “Notti delle Stelle”, l’evento principe del cinema mondiale con la consegna degli Oscar.
Un autentico Ambasciatore della cucina italiana e del buon gusto, senza dimenticare le proprie origini e le peculiarità gastronomiche della propria terra, anzi contribuendo fra i primi a far conoscere e diffondere il cioccolato modicano negli States. Di livello assoluto la sua “Carta dei vini”, con una cantina considerata tra le migliori al mondo: oltre 130.000 bottiglie e il riconoscimento di tutte le più prestigiose riviste internazionali.

Ha aperto negli anni altri ristoranti celebri, in particolare a Las Vegas, all’interno del complesso alberghiero Venice, e a Houston, ovunque esaltando i sapori della migliore cucina italiana, e coinvolgendo sempre cuochi e maestranze della Patria di origine tra le più qualificate del settore.
Piero rappresenta una delle più belle storie celebrate nel Premio Ragusani nel Mondo, che ricevette in una indimenticabile serata a Piazza San Giovanni la sera del 28 agosto del 2000, insieme ad un’altra grande figura, quella dello scultore vittoriese Arturo Di Modica, recentemente scomparso.

Rimane il rammarico di non aver acceso sulla sua figura come meritava i riflettori della grande ribalta del Premio degli anni recenti, perché nel duemila ancora la manifestazione era in fase di start up e non aveva conquistato i successivi spazi di notorietà.
La sua storia è simbolo di creatività, sensibilità e talento della terra iblea, manifesto principe della carta dei valori che hanno reso il Premio un evento unico nel suo genere.