di Vito Veninata
Il poco felice epilogo dell’edizione del 1973 non faceva presagire niente di buono. Da parte degli organizzatori la cosa fu presa con una certa leggerezza, mentre oscure nubi si addensavano sul futuro della gloriosa manifestazione. Una rinnovata commissione di vigilanza, con poca esperienza pratica, aveva individuato una serie di pericolosità su un percorso che, negli ultimi anni, grazie essenzialmente all’Ente Provinciale, era diventato uno fra i più sicuri in assoluto.

Voglio raccontare un aneddoto che mi riguarda personalmente. Nel tentativo di spendere una buona parola in nome dell’automobilismo ibleo, invitai a titolo personale, due esponenti della commissione di vigilanza per una ricognizione dal vivo.

Forte della mia esperienza cercai di far capire che non era il caso di recintare l’intero percorso (prerogativa richiesta per gli impianti permanenti quali Monza, Imola, Vallelunga, etc.) e che invece sarebbe bastato inibire al pubblico le zone più pericolose, quali le uscite delle curve veloci.
Spiegai anche che le vetture da corsa, da pochissimo dotate di ‘ali’ (alettoni) non volavano di fatto e che quindi non sarebbero stati di effettivo pericolo per gli spettatori che si sistemavano sui pendii della collina chiaramontana per assistere alle evoluzioni dei concorrenti.

Commisi purtroppo una leggerezza. Evidenziai la pericolosità della famosa curva del ponticello ‘ra baruna’ (oggi del ‘Pentagono’). Certamente memore dell’ingente massa di sostenitori che l’anno precedente, per incitarmi, mi aveva creato non pochi problemi.

Sarebbe bastato predisporre un buon servizio d’ordine e dichiarare la zona interdetta al pubblico! La richiesta invece avanzata alla Provincia fu molto più drastica: eliminazione del ponte e della doppia curva. Un gioco. L’ente provincia intervenne rapidamente in tal senso pur di salvaguardare la gara, ma il buon Ing. Ignazio Civello, simpaticamente, non mi perdonò mai questa esternazione: per come andavano allora le cose sarebbe stato meglio stare zitti.

Alla luce di quanto suesposto, l’edizione del 1974 saltò di brutto. Grandissima delusione degli sportivi dell’intera provincia che non risparmiarono feroci critiche ai tecnici, ai politici, ai burocrati ed anche agli organizzatori. Anche l’ACI di Ragusa, con l’elezione di un nuovo consiglio di amministrazione, sembrava in tutt’altre faccende… affaccendato.

Per il 1975 però si decise di ripartire. Un’ulteriore rinuncia sarebbe stata controproducente per tutti. La 19ª edizione (di fatto era solo la 10ª) prese il via il 13 aprile su un percorso decisamente migliorato. La media oraria passo da 82 a 108 km/h grazie all’eliminazione di alcune curve ed al rifacimento del manto stradale.

Presero il via ben 186 partecipanti provenienti da tutte le parti dell’isola: bella giornata primaverile, partenza puntuale, poche interruzioni e chiusura in bellezza alle 13:30. Vinse il bravo Domenico Scola, veterano delle cronoscalate del sud Italia, con una nuovissima Osella BMW PA3. Al secondo posto l’estensore delle presenti note con la Chevron B23 che era stata di Scola l’anno precedente ed al terzo posto, sempre su Chevron, il vittoriese Giuseppe Iacono.

Nel complesso un ottimo successo tecnico e spettacolare che riesce a far dimenticare le iniziali traversie. Si ricomincia ad aprile del 1976 in una bellissima giornata di sole con temperature quasi estive. La vittoria assoluta va ad ‘Amphicar’ con una fiammante Osella BMW PA4 (un mese dopo con la stessa vettura trionferà alla Targa Florio, in coppia con Armando Floridia) senza però abbassare il record di Scola. Secondo assoluto il sottoscritto sempre con la vecchia Chevron B23, che invero già dall’ottobre precedente avevo consegnato in permuta all’importatore Trivellato di Vicenza per l’acquisto di un nuovissimo modello tipo B36.

Ritardi vari nella consegna (il costruttore Roger Bennet, titolare della Factory che realizzava la vettura, aveva perso la vita in un incidente con il deltaplano) indussero a ritirare provvisoriamente la vecchia vettura ormai superata e perlopiù con gomme vecchie. Nondimeno mi difesi onorevolmente giungendo a pochissimi secondi dal bravissimo ‘Amphicar’ (Eugenio Renna) al quale sono stato sempre legato da grandissima stima ed amicizia. Al terzo posto un altro ibleo, ‘King’, al secolo Franco Fronterrè con una March BMW.

Alle buone prestazioni tecniche ha fatto da contorno un meraviglioso pubblico, ordinato e responsabile, valutato in oltre 30.000 presenze. Alla fine grande soddisfazione per tutti, organizzatori, cronometristi, radio amatori, forze dell’ordine, ma essenzialmente per il comune di Chiaramonte, che si era adoperato nella maniera migliore.

L’edizione del 1977, pur venendo spostata agli inizi di giugno, fa purtroppo registrare l’annullamento delle prove ufficiali per un improvviso temporale, impedendo di fatto ai “Big” di provare il percorso. Vince il giovane Grimaldi (28 anni) inaugurando una serie di successi, (ben otto), che di fatto ne faranno il beniamino degli sportivi iblei.

Riuscirà a vincere per cinque volte consecutive dal 1977 al 1981. Nel 1977 precederà Scola e Barberio nel 1978, sotto la pioggia, secondo sarà Casciaro, anche lui su Osella. Da registrare l’ottimo sesto posto assoluto di Salvatore Di Giacomo con la sua Dallara 1300 X1/9, con la quale quell’anno vince il Trofeo Nazionale della Montagna e l’anno successivo il Campionato Italiano Velocità in pista. Il bravo “Turiddu“ continuerà con grande successo la sua brillante attività, vincendo ovunque fino al 1982, data in cui appenderà il casco al chiodo. Anche la bellissima ‘Dallara’ fu conservata nel ‘salotto’ della casa di famiglia, al secondo piano! Da qualche mese fa parte di una importante collezione italiana, ceduta dalla famiglia dopo la dolorosa scomparsa dello sportivissimo Salvatore. Ho avuto con lui un fraterno rapporto, avendo condiviso tantissime gare su tutti i circuiti italiani.

Grandissimo l’apprezzamento per la sua generosità: nel 1967 dopo un incidente che gli causò la frattura del braccio sinistro, mi mise a disposizione la sua ‘Cinquecentina’, consentendomi di vincere la classe alla “Colle San Rizzo“ a Messina. Cercai di disobbligarmi offrendogli la coppa vinta (allora erano rigorosamente d’argento); da vero signore non accettò, lasciandomi quel trofeo che ancora oggi conservo nel suo ricordo.

Tornando alla Monti IBlei, dopo questa doverosa ‘rimembranza’, nel 1979 il nobiluomo catanese precederà sul traguardo Angelo Giliberti, terzo sarà Beppe Virgilio, davanti a ‘Perrier’ ed al sottoscritto che vincerà la classe 1300 con una nuovissima Osella destinata a numerosi successi nelle piste di tutta Italia, che mi porteranno alla conquista del mio primo titolo italiano nel 1980.

L’edizione del 1980 (22 luglio) vede ancora protagonista Enrico Grimaldi che precede sul traguardo Benny Rosolia e ‘Perrier’. Oltre 30.000 spettatori, buona l’organizzazione e grande disponibilità del primo cittadino chiaramontano Dr. Cirino Paradiso. L’anno successivo Grimaldi, precedendo di un soffio l’ottimo Domenico Scola annovererà la quinta vittoria consecutiva e verrà premiato come ‘Re della Montagna’. Il prestigioso trofeo verrà consegnato in una splendida premiazione nei giardini pubblici, stipati da migliaia di persone, dal prestigioso giornalista sportivo Candido Cannavò della ‘Gazzetta dello Sport’.

Riceverà anche un premio alla memoria dedicato al compianto pilota, suo amico e concittadino, Piero La Pera, tragicamente scomparso fra le fiamme della sua auto nelle prove ufficiali della Val d’Anapo-Sortino del 1980. Nel 1982 Benny Rosolia riuscirà a infrangere il dominio di Grimaldi (solo quarto) in una gara che sarà l’ultima per Salvatore Di Giacomo e che vedrà invece le brillanti prestazioni di due piloti Chiaramontani: Giuseppe Presti e Giuseppe Filesi.

L’anno successivo (1983) Grimaldi si rifarà battendo Alfio Canino, ‘Arriva’ (già ‘Perrier’) e Domenico Scola. Vale la pena evidenziare come le vetture che occupano le prime otto posizioni sono tutte realizzate da Osella, a testimonianza della sua indiscussa superiorità nel campo delle vetture da competizione e che ancora oggi, nel 2020, lo vede leader e sempre in prima linea. Attivo e vincente!

Il percorso di gara era stato variato con l’eliminazione del tratto del ‘case popolari’ e dell’arrivo in Corso Europa. Verrà deviato sulla nuova circonvallazione, alzando ulteriormente la media oraria che sfiorerà i 120 km/h. Detta media sarà invece superata da Rosolia nel 1984 e nel 1985: in entrambe le manifestazioni precederà Grimaldi ed il nostro Cassibba, davanti ad un foltissimo pubblico (circa 40.000 spettatori) per un’organizzazione che poteva essere migliore e che invece porterà alla mancata effettuazione dell’edizione del 1987.

Spuntava all’orizzonte la stella Cassibba che negli anni successivi regalerà agli sportivi iblei una serie interminabile di vittorie.
Lo racconteremo nel prossimo appuntamento!
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Ringraziamo per la cortese collaborazione l’amico Maurizio Castello, gestore del gruppo facebook ‘Quelli che la Monti Iblei’.
Una carrellata di piloti chiaramontani che hanno corso tra il 1975 e il 1986











