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Porticello

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di Christian Pancaro

La prima settimana di ottobre a Porticello, in provincia di Palermo, si svolgono i festeggiamenti della Madonna del Lume, patrona della borgata marinara, il cui culto fu introdotto con molta probabilità nel sec. XVIII dai padri gesuiti.

Una leggenda circonda il ritrovamento del quadro della Vergine, che i pescatori raccontano ancora con acceso entusiasmo. A Piano Stenditore, nella parte nord occidentale della borgata, si trova l’antico molo di Santa Nicolicchia, chiamato così perché vi sorgeva sin dal 1439 un’antica cappella dedicata a San Nicola di Bari. Qui, nello specchio d’acqua antistante al porticciolo, durante una battuta di pesca, alcuni poveri pescatori recuperarono una lastra d’ardesia che si era impigliata nella loro rete sulla quale vi era dipinta un’immagine della Madonna.

Particolare del quadro raffigurante la Madonna del Lume, intenta a salvare un peccatore dagli Inferi. Sulla destra un angelo porge al Cristo un cesto di Cuori Sacri dalla fiamma ardente, simbolo della Passione.

La gente del posto pensò di collocare il quadro nella minuscola chiesa di Santa Nicolicchia e la proclamarono patrona del mare e protettrice del borgo di “Perriera” (così all’epoca si chiamava Porticello) e dei suoi abitanti. Successivamente, quando fu costruita l’attuale chiesa, l’icona della Madonna fu trasferita per essere venerata in un luogo più degno e decoroso.

Da allora, ogni anno, la prima e la seconda settimana di ottobre Porticello si veste a festa con sfarzose luminarie, numerose bancarelle di calia, semenza, torrone e il suono delle bande musicali e dei tamburi che richiamano l’attenzione di tutti gli abitanti.

La processione con la “vara” (foto: Anna Fici, dalla sua personale “Porticello. Una comunità”, 2021)

Il lunedì successivo alla prima domenica di ottobre è il giorno che vede il tanto venerato quadro percorrere le strade di Porticello andando incontro alla gente di mare che da un anno attende questo momento. Al mattino “l’alborata” (sparo di colpi a salve) sveglia l’intera comunità che affolla la chiesa per partecipare alla messa.

Verso le 10.00 saranno i pescatori a condurre la “vara” (feretro) che dovrà accogliere il quadro. La “vara” viene custodita durante l’anno al mercato ittico perché furono proprio i pescivendoli a realizzarla a loro spese.

Alle ore 15.00 avviene il momento forse più emozionante dell’intera festa ossia la “scinnuta du Quatru”. I devoti gremiscono la non grande chiesa e in molti si posizionano su di un impalcatura lignea montata “ad hoc” a ridosso dell’altare. Il sacerdote vi sale per sganciare il quadro dalla nicchia che, annunziato dal suono della campanella, viene passato di mano in mano dai devoti che gli imprimono baci focosi tra invocazioni, pianti e grida. Sembra che un torrente in piena trasporti con tutta la sua forza il quadro verso l’esterno dove ad attenderlo c’è la “vara”.

Il quadro, appena deposto dalla sua nicchia, toccato e invocato dai fedeli (foto: Andrea Avellone)

Dopo un’attesa di due ore, la “vara” viene portata a spalla dai devoti, in maggioranza pescatori, a piedi scalzi, con pantaloni e camicia celesti e un fazzoletto rosso annodato alla “scinnuta del quadrocollo“. Percorsa l’intera borgata, verso sera, a Piano Stenditore avviene l’omelia del predicatore; successivamente il quadro viene condotto sul luogo del ritrovamento, al porticciolo di Santa Nicolicchia, dove si dà vita ad uno spettacolo pirotecnico che si conclude con l’emersione di una copia del quadro dall’acqua.

A tarda sera la processione fa ritorno in chiesa mentre la banda esegue un concerto su un palco al Piano Stenditore, in attesa dei fantasmagorici giochi pirotecnici che sono tra i più rinomati della provincia di Palermo. Nei giorni successivi si svolge in chiesa il solenne “ottavario” che si conclude la domenica successiva con la caratteristica processione in mare.

Nel primo pomeriggio, l’immagine della Madonna viene portata al porto. Qui, viene imbarcata su un motopeschereccio e viene seguita in processione da una teoria di barche. Il corteo raggiunge la punta di Capo Zafferano, dove vi è una piccola cappella dedicata appunto alla Madonna del Lume presso la quale avviene la benedizione al mare, annunziata dallo sparo di mortaretti e colpi a salve.

La processione in mare

Al termine della processione marina, la “vara” viene ricondotta in chiesa per ricollocare il quadro nella nicchia dell’altare maggiore con le stesse modalità della “scinnuta” del lunedì precedente. La festa così giunge al suo epilogo. La Madonna, raffigurata in quel quadro nell’atto di salvare un’anima che precipita negli Inferi, ascolterà le tante richieste di protezione e di aiuto che i “Purticidduoti” verranno a chiederle prima di intraprendere una battuta di pesca e di affrontare la fatica e i disagi della vita di mare.

Per le foto qui inserite si ringraziano gli autori e il Comitato festeggiamenti Maria Santissima del Lume di Porticello.