di Sebastiano D’Angelo
C’è un dato oramai consolidato, rappresentato dalla straordinaria capacità della nostra comunità di esprimere eccellenze a getto continuo in ogni parte del Mondo ed in tutti i settori dell’operatività umana, a testimonianza del talento, dell’operosità, della capacità imprenditoriale, della fantasia, dell’intraprendenza e del dinamismo che il DNA ibleo sa produrre.

L’emigrazione italiana è cambiata profondamente nel corso degli anni, anche se purtroppo è ancora un fenomeno persistente, come dimostrano i dati degli Istituti di ricerca e statistica. Anche i flussi delle persone che si affermano fuori dei confini provinciali sono mutati, e si è passati dall’emigrazione del “bisogno “ a quella delle “opportunità”, che investe principalmente i giovani intellettuali.
È questa emigrazione, spesso contrassegnata col termine improprio “fuga di cervelli”, che si esprime in percorsi di successo in ambienti, anche all’interno della Nazione italiana, che offrono maggiori opportunità rispetto alle terre di nascita.

La cronaca offre sempre nuovi esempi che consolidano un sentimento di orgoglio e di condivisione dei successi dei nostri conterranei all’estero. Orgoglio e condivisione che rappresentano il vero humus culturale del “Premio Ragusani nel Mondo”, che raggiunge anno dopo anno nuovi traguardi in un percorso di assoluta eccellenza in campo nazionale, dove ben pochi eventi del genere possono fregiarsi di una continuità nel tempo simile alla nostra, con ben 28 edizioni consecutive e oltre 200 storie umane e professionali di successo.
È quello che rende il Premio un vero grande evento di notevole respiro culturale, sociale e turistico, per la capacità di promuovere l’area iblea in ogni ambito territoriale, ponendo spesso le premesse per richiamare flussi turistici, in capo a conterranei nati all’estero ma desiderosi di conoscere le proprie radici.

Il Premio è anche, e direi forse soprattutto, “promozione” degli Iblei in senso lato, con un tasso di riconoscibilità che lo rende immediatamente riconducibile alla nostra area, ponendolo come uno dei “testimonial“ in ambito internazionale di maggiore risalto fra i vari eventi che segnano la vita pubblica della nostra Provincia.
Una visibilità che si manifesta in larga parte dell’opinione pubblica locale e che costituisce uno dei motivi di maggiore orgoglio per gli organizzatori, appena velata dall’amara consapevolezza che nei piani alti delle Istituzioni purtroppo è accompagnata con un velo di distacco, in contrasto con il sentimento popolare. Diverse volte abbiamo chiesto il formale riconoscimento del Premio come evento a forte valenza culturale e sociale, ma ripetutamente le nostre istanze sono cadute in un incomprensibile silenzio.

E la natura popolare del Premio è confermata dalla straordinaria coralità dei nuovi profili proposti alla nostra attenzione, da parte di famiglie, conoscenti, settori dell’informazione, amici, istituzioni culturali, tutti desiderosi di portare alla ribalta del Premio nuove interessanti storie.
Il Premio ha saputo innovarsi anche nell’individuazione delle aree territoriali da cui provengono le storie da omaggiare. E così, accanto a storie significative realizzate in ambito internazionale, secondo la mission dell’evento, e nazionale, negli anni è stato acceso un faro anche sui successi umani, professionali e imprenditoriali manifestatisi in loco, a testimonianza di come spesso non occorre andare lontano per raggiungere luminosi traguardi…
Seguirà prossimamente una presentazione dei premiati, non perdetela!