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premio ragusani nel mondo

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di Sebastiano D’Angelo

Nella lunga storia del Premio Ragusani nel Mondo, Giovanni Siciliano, imprenditore venezuelano di grande talento, ma di origine vittoriese, ha scritto una bella pagina di amore e attaccamento quasi viscerale alla propria terra di origine. Testimoniato dai tantissimi viaggi nella nostra isola e dalle numerose iniziative di solidarietà di cui si è fatto interprete sin da quel lontano 28 agosto 2001, quando ricevette il Premio. E nonostante fosse avanti negli anni e fiaccato da numerose malattie, non mancava mai l’appuntamento annuale del Premio. L’ultimo dei quali nel 2015, quando la morte purtroppo lo ha colto a poche settimane dal ritorno nella sua Caracas.

A monte di tutto la sua grande intraprendenza imprenditoriale all’interno di un contesto socio economico di difficile coesistenza, quale quello del Venezuela, con le tragiche incertezze legate ad un regime autocratico e illiberale a partire dall’ultimo scorcio del XX⁰ secolo.

(A sinistra) Giovanni Siciliano nel momento della premiazione nell’edizione del 2001

Nato a Vittoria nel 1927, all’età di 5 anni, si trasferì a Ragusa con la famiglia, segnalandosi subito come giovane brillante e promotore di svariate iniziative nel campo socio-ricreativo. Poi, a guerra mondiale finita, subisce l’irresistibile attrazione del sogno americano, e nel 1950 si imbarca alla volta del Venezuela. Qui inizia a lavorare a Barquisimeto come apprendista imbianchino. Ma la sua spiccata vocazione all’imprenditoria lo porterà, nel giro di pochi anni, a creare la sua prima azienda edile con l’acquisizione di piccoli appalti per conto terzi. e diventando in breve tempo un’impresa di successo.

Con la moglie Maria Grazia

Nel 1953 si trasferisce a Caracas per aprire una fabbrica di calce, importando dall’Italia le attrezzature e i macchinari necessari. Ad inizio anni ’80 è la volta di una fabbrica di oggetti in legno. Poi la definitiva affermazione grazie alla creazione di una cartiera per la produzione di carte filigranate. Un’impresa eccezionale che si affermerà in pochi anni come la più importante in campo nazionale e, addirittura, in tutto il Centro America. L’unico fornitore ufficiale del Governo venezuelano di valori bollati e carte artistiche e pregiate. Un successo, anche grazie alle sofisticate tecnologie, rigorosamente italiane, e alla collaborazione dei migliori maestri cartari sudamericani.

I premiati dell’anno 2001. Giovanni è il terzo da destra

Un classico esempio dell’estro imprenditoriale degli italiani emigrati all’estero che, peraltro, ha resistito alle insidie espropriatici della politica statalista venezuelana. Anche dopo il suo trapasso, grazie alla moglie Maria Grazia, per anni contitolare delle imprese, e i suoi tre figli.

Ma Giovanni Siciliano lo vogliamo ricordare anche per il suo forte impegno nel settore sociale dell’associazionismo d’emigrazione. Sua l’idea di “Casa Sicilia”: la prima associazione siciliana in Venezuela di cui è stato animatore infaticabile, attraverso svariate attività sociali e all’insegna dei valori della comune tradizione ed origine. È stato anche membro fondatore del Centro Italiano Venezuelano di Caracas. Prestigiosa istituzione e punto di riferimento, negli anni d’oro, di ben 30.000 italiani, grazie alle molteplici strutture sociali e sportive che ne fanno, tutt’ora, una cittadella italiana unica nel mondo.

L’area sportiva del Centro Italiano Venezuelano di Caracas (foto La Voce d’Italia)

Personalità schiva e riservata, insignito nel suo paese dell’Alta onorificenza al Lavoro,  si opporrà sempre orgogliosamente al regime autocratico e populista di Chavez, lasciando un ricordo ancora vivo sia nel suo paese d’adozione che nel ragusano, presso i numerosi amici e familiari che, in vita, lo hanno stimato e circondato di affetto.

Foto banner con il figlio Mauricio e uno dei nipoti

di Sebastiano D’Angelo

Genetista di fama mondiale, Fiorella Gurrieri ha avuto il privilegio esclusivo di aver dato il nome ad un gene da lei scoperto. È stata insignita del Premio il 31 luglio del 2021, in mezzo ad altre figure di rilevanza mondiale, a riprova che il talento ibleo non conosce confini o pause temporali. Conosciutissima a Ragusa anche per i suoi trascorsi giovanili come cestista di alto livello, ha lasciato alla vasta platea che segue il premio anche l’idea di persona umile e generosa. 

Nata a Ragusa nel 1963, coniugata con due figli, si diploma al Liceo Classico Umberto I nel 1981, e nel 1987 si laurea in Medicina e Chirurgia (con il massimo dei voti e la lode) presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore di Roma, discutendo la tesi dal titolo: “Analisi strutturale e funzionale di un gene correlato al ciclo cellulare: la calciclina umana”.

31 luglio 2021. Un momento del premio “Ragusani nel mondo”

Nel Novembre 1991 consegue il diploma di Specializzazione in Pediatria, e nel 1995 quello di Specializzazione in Genetica Medica presso l’Università Cattolica del S. Cuore, sempre con il massimo dei voti e la lode.
Ha svolto nella sua carriera un’intensa attività accademica insegnando in diverse Università e Scuole di specializzazione. Dal 1 marzo 2020 è Professoressa Ordinaria di Genetica Medica presso il Campus BioMedico di Roma.

Come Genetista ha indirizzato la sua attività scientifica in particolare sullo studio dei difetti congeniti e sull’analisi molecolare delle anomalie di sviluppo del sistema nervoso centrale, delle anomalie di sviluppo degli arti, delle basi genetiche dell’autismo e di forme di ritardo mentale legate al cromosoma X. Dirige anche un gruppo di giovani ricercatori con diverse collaborazioni nazionali e internazionali.

Alle attività volte allo studio delle basi genetiche dell’autismo e dei disturbi del comportamento sono stati attribuiti numerosi finanziamenti pubblici e privati, a supporto delle quali la prof.ssa Gurrieri riveste il ruolo di Principal investigator.
A partire dal 1990, la sua attività si è concentrata anche sulla diagnostica genetica clinica e di laboratorio nel campi della disabilità intellettiva, dei difetti congeniti pre e post natali, delle patologie neuropsichiatriche, delle malattie autoinfiammatorie, della genetica oncologica e della diagnostica prenatale.

Dal 2000 a tutt’oggi è Dirigente Medico di I livello con incarico di Alta specializzazione nel Servizio di Genetica Medica della Fondazione Policlinico Universitario Agostino Gemelli,  ove è anche responsabile del laboratorio di genetica molecolare.
Nel 2001 ha ricevuto la nomina di Membro dell’Editorial Board dell’American Journal of Medical Genetics e dal 2006 al 2017 ha organizzato e diretto le prime sette edizioni dell’European Course in Clinical Dysmorphology “What I know best” insieme ai prof. Giovanni Neri e Raoul Hennekam.
Decine i corsi e congressi di rilevanza internazionale cui è stata chiamata come relatrice, e centinaia sono le pubblicazioni professionali, in testi e articoli scientifici.

di Sebastiano D’Angelo

C’è stata anche una Miss Mondo nella lunga storia del Premio Ragusani nel Mondo.
Il 28 luglio del 2008 venne premiata una bella e solare ragazza paraguaiana di origine comisana: Fiorella Migliore, che il 24 giugno dello stesso anno aveva conquistato lo scettro di Miss Italia nel Mondo, concorso riservato alle miss di origine italiane residenti all’estero. Di origine comisana, Fiorella è una splendida ragazza, dal carattere dolce e accattivante, dall’animo sensibile e affettuoso, dai lineamenti che coniugavano tratti di bellezza sudamericana e mediterranea. 

Fiorella Migliore

Il nonno Giuseppe è stato un affermato medico ad Asunción, con prestigiosi incarichi anche nella comunità italiana. Mentre la nonna Sara era una donna dal carattere forte e rivoluzionario, con forti accenti trasgressivi per l’epoca in cui visse, ma molto legata alle tradizioni della città di origine, che seppe trasmettere ai figli ed alla nipote Fiorella.

Dall’unione dei nonni, conosciutisi ad Asunción, ma provenienti entrambi da famiglie amiche di Comiso, nacquero tre figli: uno dei quali, Hugo, è il papà di Fiorella. Oggi un affermato imprenditore nel ramo del commercio ed installazione di impianti di pubblica sicurezza. La mamma, Lourdes, è invece una conosciuta attrice di teatro e televisione a livello nazionale, oltre che celebrata ballerina.

Insieme alla madre Lourdes Llena

Fiorella, secondogenita, nata ad Asunción il 27 gennaio 1989, sin da bambina ha seguito le orme della madre, avviandosi allo studio delle recitazione, del teatro e della musica. Ha frequentato diverse scuole di teatro, trovando spazio già da piccola in alcuni noti cortometraggi a livello nazionale. Dopo la laurea, conseguita con ottimo profitto, ha alternato la carriera di esperta di marketing con quella di indossatrice, offrendo il proprio volto per la pubblicità di prestigiosi prodotti cosmetici. Si è distinta in breve tempo come una delle top-model più ricercate del Paraguay, vincendo anche numerosi concorsi di bellezza.

Il successo però non ha mai stravolto il suo carattere di ragazza spontanea ed affettuosa, vivace ed intelligente, che non lesina di dedicare il suo tempo libero al volontariato e all’assistenza ai malati terminali.
Ad inizio del 2008, dopo aver vinto la selezione del Paraguay, nella fase finale di Jesolo ha conquistato il titolo di Miss Italia nel Mondo e il cuore stesso degli italiani con la sua grazia e simpatia. Rendendo felici ed orgogliosi non soltanto la sua famiglia ma anche tanti ammiratori della Provincia di origine e la città stessa di Comiso.

2008. Il giorno della vittoria al Concorso di Miss Italia nel Mondo a Jesolo

Il Premio, è noto, porta sempre bene. E così anche per la bella Fiorella, è salita alla ribalta del cinema e della Tv italiana e del suo paese.
Tra il 2010 e il 2012 ha interpretato Lia nella miniserie televisiva “Sotto il cielo di Roma”. È stata coinvolta in una puntata di Don Matteo ed in numerose altre fiction. Ha anche intrepretato ruoli di primo piano nei film paraguaiani “Universo servilleta” e “Libertad e 7 Cajas”. Nel 2012 ha partecipato al concorso nazionale di Miss Paraguay, classificandosi al secondo posto e accedendo direttamente alla finale del concorso internazionale di Miss Mondo 2012.

28 luglio 2008. Sul palco del Premio Ragusani nel Mondo

Nello stesso anno ha anche presentato con Phil Keoghan la terza puntata della ventesima edizione di The Amazing Race, mentre in seguito è stata conduttrice televisiva per l’emittente paraguaiana Canal 13, dove ha condotto “Varano Extremo” e “Click Tv”. È stata testimonial a livello nazionale di aziende quali Kelémata, Gillette, Dove e Claro.

Nel 2013, poi, ritorna sulla scena del Premio Ragusani nel Mondo come conduttrice, a fianco di Salvo Falcone. Oggi conduce una intensa vita professionale come testimonial di grandi eventi della moda e dello spettacolo ad Asunción, dove nel frattempo è diventata mamma di due splendidi bambini.

2013. Insieme al Direttore del Premio, Sebastiano D’Angelo, nella qualità di presentatrice del Premio stesso

di Sebastiano D’Angelo

Era il mese di gennaio del 2020. Da poche settimane il mondo era scosso da una novità che ne avrebbe cambiato il corso degli eventi. Dalla Cina arrivava l’eco, prima sfumato, poi via via sempre più chiaro, di uno sconosciuto virus la cui contagiosità ancora non si intuiva in tutta la sua virulenza. Immagini lontane di laboratori, di uomini mascherati, di improvvisati lockdown, di città deserte, filtrate in modo poco trasparente, come da tipica propaganda cinese, facevano il giro del mondo creando crescente allarme, che però in Europa, e ancor di più in Italia, è stato all’inizio sottovalutato.

Le prime immagini che giungevano da Wuhan in Cina. Era l’ottobre del 2019

Tutto sembrava avvolto nel mistero. Le prime contromisure adottate nel nostro paese, come quella del blocco aereo dalla Cina, apparivano improvvisate se non addirittura esagerate.
Seppur con una attenzione sempre crescente ai pericoli derivanti da questo virus, e nell’incertezza interpretativa e comunicativa da parte delle autorità sanitarie mondiali e nazionali, ci siamo comunque cullati a lungo nella confortevole illusione di una immunità da quel pericolo. D’altronde la Cina era lontana, e non erano chiare le notizie sulla letalità e l’infettività del nuovo virus, avvolte com’erano nel clima di opacità che da sempre contraddistingue tutto quello che avviene nel gigante asiatico.

(Foto avvenire.it)

Poi a fine febbraio emersero i primi casi in Italia. Con un rotazione e velocità sempre più impetuosa ci si rese conto, d’un tratto, di non essere affatto immuni da quel pericolo, che la nostra vita appariva sotto un’incalzante minaccia e che il futuro cominciava ad essere segnato da una crescente paura. Era scoppiata una pandemia che si sarebbe rivelata tragica e luttuosa per l’umanità intera.

In quel mese di gennaio del 2020, oramai lontano e dimenticato per il susseguirsi incessante dei fatti di cronaca dell’infezione, i giornali locali riportarono con grande evidenza la notizia della biologa ragusana Concetta Castilletti, del team di ricercatori dell’Ospedale Spallanzani di Roma, che aveva isolato per la prima volta in Italia il virus. Scoperta che pose le premesse per le successive ricerche che avrebbero portato alla sperimentazione dei nuovi vaccini per contrastarne la diffusione e, soprattutto, per ridurne gli effetti letali.

La ragusana Cettina Castilletti, ricercatrice all’Ospedale Spallanzani di Roma

Travolta da un’insolita notorietà, Concetta con umiltà ha sempre rifiutato quel sensazionalismo che ne derivò dall’impresa. In fondo aveva fatto semplicemente il proprio dovere di ricercatrice, accettando di lavorare da “precaria” fino a 45 anni pur nelle difficoltà dei contesti in cui si era sempre trovata, in spregio anche alla propria incolumità. In passato aveva persino accettato di andare in prima linea in Congo, Sierra Leone e Sudan per cercare di sconfiggere l’Ebola, un virus ben più letale del Covid ma, per nostra fortuna, molto meno infettivo.

Concetta Castilletti insieme ad altre due colleghe dell’equipe dell’Inmi Spallanzani che è riuscita a isolare il virus, con il Ministro della Salute Roberto Speranza (secondo da destra) (foto Salute Lazio)

L’acclarata origine ragusana della biologa è stata per tutti noi iblei motivo di grande orgoglio, tale da indurre l’Associazione Ragusani nel Mondo a far conoscere la sua storia e portarla nella grande vetrina del Premio.

L’appuntamento è stato il 31 luglio del 2021, con una testimonianza sul palco che ha incantato il pubblico di Piazza Libertà, per simpatia, semplicità e coinvolgente umanità. È stata una presenza fra le più gradite di sempre, che ha confermato la vocazione del Premio a raccontare personaggi e vicende umane in grado di far emergere quel sano orgoglio della comune appartenenza iblea.

31 luglio del 2021. Concetta riceve il Premio Ragusani nel Mondo dalle mani del Sindaco di Ragusa, Giuseppe Cassì

Quella sera Concetta ha incoraggiato e incitato soprattutto i giovani a crederci sempre e comunque nel “mestiere” di ricercatore, al di là della paga o dei riconoscimenti, perché la ricerca scientifica è un lavoro duro ed anonimo, che non sempre ripaga dei sacrifici fatti, ma gratifica dentro, sempre. “L’umiltà dei grandi”, proprio quella di Concetta Castilletti.

Insieme al Direttore dell’Associazioni Ragusani nel Mondo, Sebastiano D’Angelo
(articoli da “La Sicilia”)

di Sebastiano D’Angelo

L’ing. Orazio Iacono, modicano, ha rappresentato una di quelle storie umane e professionali che più hanno riempito d’orgoglio l’intera comunità iblea. Un bravissimo top manager arrivato fino alla carica apicale di Amministratore Delegato delle Ferrovie dello Stato.
Il meritato riconoscimento del premio Ragusani nel mondo gli fu attribuito in occasione della 25a edizione, il 3 agosto del 2019.

L’ing. Orazio Iacono

Nato a Modica 51 anni fa, sposato con due figli, consegue la laurea in Ingegneria Civile all’Università di Catania e un Executive Master in Business Administration alla School of Management del Politecnico di Milano. Entra nel Gruppo FS nel 1993, ricoprendo da allora vari incarichi di crescente responsabilità.

Muove i suoi primi passi professionali in Piemonte, poi, dal 2000 al 2006, diventa responsabile di Esercizio della Rete Ferroviaria della Regione Lombardia. Nel 2006 gli viene affidata la Direzione Regionale della rete in Emilia Romagna a cui, nel 2009, si aggiunge la Toscana, con la responsabilità di sovrintendere ai Progetti di Sviluppo Tecnologico nel nodo di Bologna per l’attivazione dell’alta velocità. ferroviaria.

La premiazione avvenuta in occasione della 25a edizione, il 3 agosto del 2019

Nel 2010 torna a Milano come responsabile della Direzione Commerciale ed Esercizio della Rete dell’intera area Nord. Nell’agosto del 2012 arriva a Roma alla Direzione nazionale. Tra i suoi compiti quello di garantire la pianificazione, lo sviluppo, la programmazione e la regolazione dell’esercizio ferroviario sull’intera rete nazionale, nonché negoziare la vendita delle tracce orarie, per un fatturato di 1.200 milioni di euro, stipulando e gestendo i contratti di utilizzo dell’infrastruttura con le 33 Imprese di Trasporto Ferroviario operanti sulla rete italiana.

(Foto teleborsa.it)

Nel novembre del 2014 passa a Trenitalia, come Direttore della Divisione Passeggeri Regionale, struttura centrale da cui dipendono tutte le singole direzioni regionali, che contano oltre 14.500 dipendenti e fanno viaggiare mediamente 1.5 mln di persone al giorno su oltre 6.500 treni. Sotto la sua guida le performance di puntualità e regolarità dei treni regionali italiani raggiungono i migliori standard europei; sovrintende alla gara per l’acquisto di 500 nuovi treni per i pendolari e prende avvio la loro produzione, siglando nuovi contratti di servizio con le Regioni.

Da settembre 2017 diventa Amministratore Delegato e direttore generale di Trenitalia. È stato membro di diversi CdA: NET – Società Nord Est Terminal; Ferservizi, Sistemi Urbani ed anche Vicepresidente di Agens, nonché Presidente di Trainose (Società di Trasporto ferroviario in Grecia) , Consigliere di Amministrazione di Busitalia e Vice Presidente di Unindustria.

La carriera al vertice di Ferrovie dello Stato si interruppe bruscamente nel 2021 per i contrasti con la cosiddetta “politica che decide” e, come spesso accade, la meritocrazia fu sacrificata sull’altare della politica e favorire altre personalità più in linea con le preferenze del potere politico del momento.

Orazio Iacono, accanto alla moglie, con il Direttore del Premio, Sebastiano D’Angelo

Attualmente ricopre comunque un ruolo di primaria responsabilità nella Saipem, una delle più importanti società italiane nel mondo per la fornitura di servizi nel settore delle infrastrutture energetiche. Presente in 62 paesi nei cinque continenti con 32.000 dipendenti.

di Sebastiano D’Angelo

Originario di Monterosso Almo, il prof. Mario Messina rappresenta, nella lunga storia del Premio Ragusani nel Mondo, una delle testimonianze umane e professionali con maggiore seguito nell’opinione pubblica iblea.

Accademico e chirurgo di chiara fama nel settore della chirurgia pediatrica, il riconoscimento delle sue virtù professionali sul palco del Premio avvenne la sera del 3 agosto del 2019, nel corso della 25a edizione. Già alla vigilia, la notizia del Premio conferitogli dall’Associazione Ragusani nel Mondo, aveva scatenato un grande interesse sui social. Segno della immensa stima che il professore riscuoteva nella città natale iblea ed in tutta la provincia. Una grande folla in Piazza Libertà gli tributò un lungo e corale applauso.

Il prof. Mario Messina

Laureato in Medicina e Chirurgia a Siena, ha avuta una brillante carriera di chirurgo ed accademico di successo. Dal 2000 è diventato Professore Associato di Chirurgia Pediatrica e successivamente Ordinario presso la Facoltà di Medicina e Chirurgia dell’Università degli Studi di Siena.

Dal 2013 al 2018 ha ricoperto il ruolo di Presidente del Corso di Laurea in Medicina e Chirurgia nella stessa Università. È stato anche Direttore del DAI Materno Infantile, Direttore dell’Unità Operativa Complessa di Chirurgia Pediatrica, nonché Direttore della Scuola di Specializzazione in Chirurgia Pediatrica e Coordinatore nazionale di tutte le scuole del settore.

Il prof. Messina durante un intervento chirurgico

Migliaia i bambini che sono stati affidati alle sue mani, con successo, per delicatissimi interventi chirurgici e successive cure, riscuotendo grande stima e riconoscenza da parte di tantissime famiglie provenienti da tutto il territorio nazionale e anche dall’estero.

Il prof. Mario Messina e il suo staff con la famiglia del neonato inglese operato per una gravissima ernia diaframmatica. Un intervento eccezionale di cui ha parlato la stampa internazionale

È anche autore di 304 lavori scientifici pubblicati in riviste nazionali ed internazionali e ha partecipato a numerosi congressi Nazionali ed Internazionali, conseguendo svariati premi e riconoscimenti.

Di rilievo la sua partecipazione in diversi progetti di cooperazione internazionale, con svariate missioni umanitarie nel Kurdistan iracheno e in Kenia.

3 agosto del 2019, 25a edizione del Premio “Ragusani nel Mondo”. A centro il professore mentre riceve il premio
Il numerosissimo pubblico che quella sera affollava la platea del Premio in Piazza Libertà, a Ragusa

di Sebastiano D’Angelo

Nato a Chiaramonte Gulfi nel 1953, Salvatore Catania è stato il classico “self made man”. Un manager che ha trascorso tutta la sua carriera nella stessa azienda, percorrendo dal basso tutte le tappe che portano ai massimi livelli di responsabilità. Assunto a 20 anni con un contratto di stagista nel Gruppo Europcar, come autista volante, la sua scalata ai vertici è stata inarrestabile. Fino a diventare Amministratore Delegato di Europcar Italia nel 1998 e CEO di Europcar International nel 2003.

Salvatore Catania, classe 1953, chiaramontano, CEO di Europcar International dal 2003 al 2010

Manager di grandi risorse, determinato e rigoroso, negli anni ha saputo affinare le proprie doti coniugando l’esperienza maturata nel quotidiano con una intensa formazione professionale. Ciò gli ha consentito di cogliere ogni aspetto dei processi evolutivi del mercato dell’autonoleggio, anticipandone le tendenze ed adeguando le strategie per conseguire i migliori risultati possibili in termini di utili e fatturato. Si ricorda di quel periodo, in particolare, il prestigioso contratto di fornitura esclusivo alla Ferrari, che consentiva al gruppo di curare la logistica della scuderia di Maranello durante i Gran Premi con diverse vetture.

Se i bilanci della multinazionale hanno mostrato ad inizio secolo un trend in forte ascesa, lo si deve soprattutto ai risultati della Filiale Italiana da lui guidata che gli sono valsi, come detto, il prestigioso incarico di CEO dell’intero gruppo controllato dalla tedesca Volkswagen prima e dalla francese Eurazeo dopo (2006). 

Salvatore Catania in una conferenza stampa del 2007

È stato insignito del Premio Ragusani nel Mondo la sera del 28 agosto del 2003, nel corso della nona edizione. E il suo percorso professionale, dopo, è stato la conferma che il Premio porta bene. Infatti, sotto la sua guida il gruppo è diventato leader sul mercato europeo per la prima volta dal 1949, data della sua fondazione. Mentre, grazie ad un accordo strategico di Master Franchisee per l’Asia, nel 2005, è riuscito a penetrare nei mercati di altre 29 nazioni, con una presenza complessiva del gruppo in 150 paesi del mondo.

28 agosto del 2003. Riceve il Premio Ragusani nel Mondo

A novembre del 2006 ha ricevuto a Londra il prestigioso Premio World Travel Awards come personalità dell’anno nel settore dell’autonoleggio. E nel 2007, anche grazie all’acquisizione di alcuni marchi, è riuscito a portare Europcar International ad essere la terza rete di autonoleggio nel mondo.

2006. A Londra riceve il prestigioso Premio World Travel Awards come personalità dell’anno nel settore dell’autonoleggio

Nel 2010, dopo 35 anni di carriera nel gruppo e intuendo anche l’arrivo della grande bufera che la crisi finanziaria planetaria (e il fallimento Lehman Brothers) avrebbero scaricato sulle economie dei paesi di tutto il mondo, ha lasciato da CEO l’azienda per dedicarsi alla famiglia ed alle sue passioni: la vitivinicoltura (come il compianto fratello Vito) e la vela. Ha raccontato le sue memorie professionali in una originale autobiografia dal titolo “L’uomo con una marcia in più. Autobiografia dell’autista volante diventato Ceo”. Edita da Il Sole 24 Ore con la prefazione di Luca Cordero di Montezemolo.

di Sebastiano D’Angelo

Nell’imminenza dell’8 marzo, voglio ricordare la prima donna celebrata dal Premio. Circostanza avvenuta peraltro dopo ben otto anni dall’inizio della manifestazione. In effetti non sono state molte le donne premiate nella lunga storia dell’evento, ma quelle poche salite alla ribalta di Piazza San Giovanni prima, e poi di Piazza Libertà, sono tutte di grande spessore per i loro alti profili professionali e di vita. È il caso di Teresa Ferro.

Teresa Ferro (1955-2007)

Letterata ed esperta di filologia della lingua rumena, è stata premiata il 28 agosto del 2003 e la sua apparizione sulla scena del Premio ne ha segnato una pietra miliare. Entrò in maniera discreta e delicata, come nel suo stile, tradendo appena il suo genio di letterata e intellettuale d’altri tempi, subito percepito dall’attento pubblico che gremiva quella sera Piazza San Giovanni. Si era già alla nona edizione del Premio. Docente universitaria ad Udine e prima ancora a Catania, nata a Scicli, era conosciuta in mezza Europa come esperta di lingua e letteratura rumena, divisa fra conferenze, convegni e seminari, dove il suo sapere di fine glottologa si fondeva con la dolcezza e l’istintiva amabilità del suo carattere.

28 agosto 2003. La serata del Premio

Ha curato, nella fase difficile della transizione rumena alla democrazia, le relazioni culturali, i progetti europei e gli scambi universitari fra il nord est italiano e le principali Università Rumene. Nel 1998 il prestigioso Istituto di Linguistica dell’Accademia di Romania l’ha accolta come suo membro d’onore, mentre nel maggio del 2003 l’Università di Timisoara le ha conferito la laurea Honoris Causa per meriti scientifici e il sostegno dato alle relazioni italo rumene.

Insieme al Direttore del Premio Ragusani nel Mondo, Sebastiano D’Angelo

Autrice di moltissime pubblicazioni di linguistica e filologia rumena, per lunghi anni è stata docente presso le Università rumene di Cluj, Craiova, Oradea e Timisoara. I suoi studi sul latino danubiano le hanno procurato molta notorietà nella comunità scientifica internazionale. A Udine e in Romania ha organizzato diversi congressi internazionali, mostre, conferenze e dibattiti, tesi a promuovere e far conoscere la cultura rumena. Quella sera è stata felice di ricevere il nostro riconoscimento, già prestigioso e di sentire l’applauso e il calore del pubblico ibleo e della sua famiglia. Una gioia oscurata dall’orribile certezza di essere già minata da un orribile male, che Lei invero si era illusa di aver debellato un anno prima.

Una felicità, in quella indimenticabile serata, che Lei poi condividerà con le persone più care, come mi confessò personalmente qualche giorno prima che calasse il sipario sulla sua parentesi terrena. Ero andato a trovarla, con una scusa, e Lei, oramai prossima alla fine, distesa su una poltrona di dolore, mi diede una straordinaria lezione di vita, serena, lucidissima, premurosa verso i suoi amati alunni di Udine, piena di progetti futuri in vista dell’estate oramai prossima. Non si illudeva certamente di farla franca, era consapevole dell’amaro destino che l’aspettava dietro l’angolo, però dava agli altri la forza ed il coraggio di credere, di sorridere, di fingere. Proprio Lei, che certamente in quella circostanza avrebbe avuto il diritto di ricevere e non di dare.

Parlammo per lunghi minuti, che subito dopo mi apparvero miserevolmente brevi e fuggevoli, anche del passato remoto, che ci aveva visto compagni di scuola al ginnasio, inarrivabile anche per il più bravo dei compagni, un talento fuori da ogni banale valutazione, un genio, eppure sempre gentile e disponibile con tutti, mai altera o superba.

Dopo il ginnasio persi le sue tracce. La famiglia si trasferì fuori provincia per motivi di lavoro. La ritrovai oltre 30 anni dopo, grazie a Marina, sua cugina e mia amica, che la segnalò per il conferimento del Premio. Mai segnalazione lasciò il segno in modo così tangibile. Dal 7 giugno del 2007 ci guarda da lassù.

La serata del Premio con Piazza San Giovanni gremita di folla

Non finirò mai di ringraziare Teresa per aver illuminato la storia del Premio, per averci arricchito con l’esempio della sua vita, per averci insegnato che il successo professionale non deve oscurare la mitezza e la dolcezza del carattere, l’autenticità di un semplice sorriso. Teresa Ferro è stata una grande donna, una vera icona, ma anche e soprattutto una cara, unica e indimenticabile amica.

di Sebastiano D’Angelo

Mabel Causarano, Ministra della Cultura del lontano Paraguay, ha ricevuto il premio Ragusani nel Mondo il 6 agosto del 2016. Una presenza prestigiosa che ha conferito ulteriore lustro ad una manifestazione che celebra ogni anno il giorno dell’orgoglio ibleo, promuovendo i migliori figli della terra ragusana che si affermano in ogni parte del mondo.

Di origine sciclitana e ragusana per parte dei nonni paterni e materni, emigrati in Paraguay alla fine dell’800, Mabel nasce nel 1943 ad Asuncion. All’Università vince una borsa di studio per la Facoltà di Architettura “La Sapienza” a Roma, dove si trasferisce e consolida la conoscenza della lingua italiana.

Mabel Causarano

Qui si innamora della cultura e dei costumi del paese dei suoi avi e, dopo un periodo trascorso di 9 anni nella capitale, per lavoro si trasferisce a Milano, insieme al marito, ingegnere ghanese conosciuto in Italia, dal quale ha avuto due figli: Francis ed Edith, entrambi nati in Italia. Rimarranno a Milano 10 anni prima di fare ritorno in Paraguay, dove Mabel andrà ad insegnare nella Facoltà di Scienze e Tecnologie dell’Università Cattolica di Asuncion. Incarico che tuttora mantiene.

Autrice di numerose pubblicazioni, ha collaborato su temi riguardanti l’architettura e l’urbanistica con diverse agenzie internazionali ed enti pubblici nazionali, provinciali e comunali, scrivendo anche per importanti giornali del suo paese.

Mabel insieme al Prefetto di Ragusa Maria Carmela Ragusa

E’ stata invitata nel 2013 a far parte del governo del Presidente Cartes, come tecnico e nonostante non abbia mai svolto attività politica né abbia aderito al partito di governo. Il Paraguay è un paese in via di sviluppo, con una importante diversità culturale che non è stata valorizzata per troppo tempo. Nel suo lavoro come Ministra di Cultura, Mabel ha puntato al recupero e alla valorizzazione dei beni monumentali ed artistici.

(Da sx) Il Prefetto, dott.ssa Ragusa, Agata Cappello della Reale Mutua Assicurazioni e la Ministra Causarano

Innamoratissima delle sue lontane origini, non ha mai esitato a definirsi fiera della sua ragusanità in molte occasioni pubbliche e private. E il suo forte legame con la terra iblea l’ha portata ad essere presente nuovamente a Ragusa in occasione della venticinquesima edizione del Premio nel 2019.
Un atto di rinnovato amore verso la terra dei propri nonni.

Mabel insieme al Prefetto e a Sebastiano D’Angelo, Direttore del Premio Ragusani nel Mondo

Foto banner e social da lanacion.com.py

di Sebastiano D’Angelo

Interprete di una ordinaria pagina di talento ibleo realizzato fuori dei confini nazionali, John Sudano è stato insignito del Premio Ragusani nel Mondo nell’agosto del 2015.

John Sudano, fisico e matematico, nato a Comiso nel 1946

Nato a Comiso nel 1946 da Salvatore Sudano e Giuseppa Ruggiero, ad appena 8 anni con la famiglia emigra negli Usa. Nel 1969 si laurea all’Università di Fisica Farleight-Dickinson di Teaneck nel New Jersey, conseguendo anche un Master in Scienze e Fisica all’Università di Stato del Michigan, nel 1972, e un Dottorato di Filosofia della Fisica all’Università di New York, nel 1978, in parte svolto presso l’Università di Parigi Sud (Orsay).

Salvatore Sudano e Giuseppa Ruggiero con il piccolo John

Oggi è riconosciuto a livello internazionale come esperto nei settori del Tracking (localizzazione), fusione dei dati, identificazione di combattimento, algoritmi matematici e metodologia C41.

Ha elaborato nuove tecniche matematiche come “l’Algoritmo di fusione”, chiamato appunto “Sudano”, un super campionario del metodo di fusione Dempster-Schafer ed inventato “sette probabilità di fusione dei dati” dette “Pignistic”; inoltre detiene diversi brevetti.

John e la figlia Jennifer Insieme al Sindaco di Comiso Spataro (foto da ragusaoggi.it)

Ha lavorato a stretto contatto con svariate Università americane per assicurare una sinergia tra ricerca accademica e applicazioni pratiche. Ha collaborato anche per la Singer Company di Elizabeth (NJ), dove ha sviluppato il suo primo brevetto per meccanismi di alimentazione elettronicamente controllati.

Nel sistema “AM Printer”, Sudano ha creato un assemblaggio magnetico che orienta trasversalmente gli allineamenti magnetici dei cristalli in un nastro di qualsiasi larghezza, con una tecnica applicativa di toner che incrementa l’efficienza d’uso degli stessi per circa il 370%. Due le invenzioni in tal senso brevettate.

Alle prese con i suoi hobby

In servizio presso la Lockheed Martin dal 1989, Sudano ha sperimentato e sviluppato tecniche matematiche che sono state utilizzate come utile supporto dal Ministero della Difesa USA e da altri Comparti Militari. Dopo il ritiro dalla stessa compagnia, ha continuato a collaborare con diverse compagnie aerospaziali e ha ricevuto due “Excellence Awards” dalla Marina militare americana per i suoi contributi nelle tecniche matematiche e nella ricerca applicata per le politiche della difesa nazionale.

Con Norman Augustine (a destra), CEO della Lockheed Martin

Ha pubblicato anche numerosi saggi di tecnica applicata e scritto numerosi “white papers” per la Lockheed Martin. Segretario presso la “Conferenza Internazionale per la Fusione”, é stato anche eletto nel Consiglio Direttivo di codesta Istituzione.

I suoi Algoritmi e le sue tecniche sono servite alla intercettazione e distruzione di un satellite disperso di recente. Attualmente è presidente della “Reliant Scientific LLC”, che si occupa della soluzione di problemi tecnici con severi requisiti. 
Dal 1984 è sposato con Ada Orofino , da cui ha avuto tre figli, Jennifer, Salvatore e Joy.

John (a centro) durante un simposio internazionale