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Jekill vs Hyde

di Giulia Cultrera

È risaputo che Mercoledì Addams abbia una famiglia davvero peculiare, abituata a vivere con mostri e creature particolari. Il soprannaturale è senza dubbio il suo habitat naturale.

Per questo riesce ad ambientarsi abbastanza in fretta nella Nevermore Academy, una scuola frequentata soltanto da adolescenti dotati di poteri e abilità di ogni sorta. Un posto in cui poter essere se stessi, lontano dallo sguardo accusatore degli umani.

Anche Mercoledì possiede speciali doti psichiche ereditate dalla madre: sinistre visioni che mostrano eventi del passato o del futuro. Sicuramente un vantaggio per chi ambisce a essere la detective del soprannaturale.mercoledì

Ovviamente, ogni personaggio nasconde dei segreti ed è un potenziale sospettato. Gli indizi spesso depistano lo spettatore – e soprattutto la protagonista – ma sono anche disseminati in modo da sciogliere quasi tutti i nodi.

Inizialmente Mercoledì tende a essere solitaria e riservata. Veste soltanto in nero perché è allergica ai colori e cerca di allontanare qualsiasi manifestazione di affetto. Non si lascia scoraggiare dalle piste false e continua la sua forsennata indagine, spesso incurante dei sentimenti altrui.

Nonostante questa sua spiccata insensibilità, è circondata da persone che tengono a lei e che le perdonano ogni mancanza di tatto. Proprio grazie al loro continuo supporto, si assiste a un’evoluzione della protagonista, rappresentata dalla comparsa graduale del bianco nei suoi vestiti.mercoledì

E soltanto con l’aiuto degli altri arriva alla soluzione del mistero e allo smascheramento del mostro.

Tuttavia, nel corso delle puntate capiamo che i veri mostri sono proprio gli esseri umani, privi di zanne e artigli, ma dotati di un animo brutale.

La dualità uomo-mostro è centrale nella serie e prende spunto dai personaggi di Frankenstein e del dottor Jekill e mister Hyde. Il villain principale, infatti, racchiude una parte umana e razionale in contrasto con l’alter ego feroce e maggiormente impulsivo.

Mercoledì sarà la causa del caos ma anche la chiave per ristabilire l’ordine nella piccola comunità. Il pericolo, tuttavia, è sempre in agguato. E con un finale che riporta subito all’episodio pilota di Pretty Little Liars, si apre la strada a una nuova, intrigante seconda stagione.mercoledì

ovvero
Imparare dagli errori non fa per noi

di Giulia Cultrera

Potremmo riassumere Locke and Key con la frase “ha del potenziale ma non si applica”. Un altro termine che condensa benissimo le scelte dei protagonisti è sicuramente “recidività”.

E qui torna subito in mente Pretty Little Liars: personaggi che commettono sempre gli stessi errori, situazioni surreali e assolutamente evitabili, vicende inserite al solo scopo di allungare il brodo e, al tempo stesso, risoluzione dei problemi in tempo record. E poi, si ritorna a commettere l’ennesimo, prevedibile, passo falso. Davvero snervante.

Probabilmente il piccolo Bodie soffre un po’ della sindrome di Stoccolma nei confronti di Dodge ma, nel dubbio, non è il caso di affidargli delle chiavi.locke and key

La serie Locke and Key si discosta abbastanza dalla graphic novel, maggiormente cupa e a tinte horror. I personaggi risultano più appiattiti e edulcorati, sicuramente per andare incontro ai gusti di un pubblico più variegato e giovane.

Una scelta che probabilmente ha un po’ penalizzato lo show, non permettendogli – appunto – di esprimere l’enorme potenziale contenuto nella versione a fumetti.

Ma alcune tematiche rimangono comunque fedeli alla storia originale. Ne è un esempio il tema dell’elaborazione del lutto, un po’ il filo conduttore delle decisioni più estreme e spesso definitive compiute dai personaggi. È ciò che ha dato inizio a tutto e che, in qualche modo, ne decreta anche la fine.locke and key

In ogni caso, inutile negarlo, vorremmo tutti abitare nell’imponente Keyhouse, con chiavi magiche pronte a risolvere ogni nostro problema e a soddisfare qualsiasi capriccio.

Tuttavia, le chiavi sono la soluzione ma anche la causa di tutti i problemi e i traumi subiti dai protagonisti. Una controversa eredità che segna profondamente ogni generazione di Locke.

Si sa, da un grande potere derivano grandi responsabilità, e in questi casi le scelte più sagge sono anche quelle più sofferte. E poi, se Locke and Key fosse finito diversamente, non oso immaginare quante pessime e irresponsabili idee avrebbero ancora partorito i protagonisti…locke and key

ovvero
Dividersi sempre, collaborare mai

di Giulia Cultrera

Pretty Little Liars è un perfetto caso studio per analizzare le tendenze masochiste di una persona che, nonostante l’evidenza dei fatti, continua imperterrita la visione di una serie tv destinata a peggiorare di stagione in stagione.

La serie parte con le migliori intenzioni e, pur essendo un teen drama, riesce a tenere incollato lo spettatore, grazie ai numerosi misteri e ai continui indizi disseminati, senza apparente collegamento logico, lungo le puntate. Primo campanello d’allarme.
Pretty Little LiarsGli elementi lasciati in sospeso crescono fino a diventare buchi di trama così grandi da non poter essere più ignorati. La soluzione per la sceneggiatrice è soltanto una: depistare lo spettatore introducendo nuovi personaggi, spacciandoli per cattivi, poi forse buoni, poi sicuramente cattivi, poi scomparsi, poi non è chiaro; rimescolare un po’ le carte; riesumare personaggi morti; introdurre gemelli malvagi cui addossare la colpa di tutto.

Le protagoniste di Pretty Little Liars dovrebbero trovarsi in terapia a vita per i traumi subiti. Tuttavia, se dopo le prime stagioni si ostinano ancora a separarsi, è vero pure che un po’ i soprusi di A se li meritano.
Pretty Little LiarsSi narra che nell’ambiente cinematografico il nome Marlene King porti sfiga. Forse perché è riuscita a far fallire ben tre serie televisive che, sulla carta, avevano tutti i requisiti per poter conquistare il pubblico. O, magari, perché crea trame inconsistenti riempiendole di sottotrame sconnesse e incongruenti tra loro. Forse, ancora, perché dovrebbe cambiare mestiere (o riguardare gli episodi precedenti).

In ogni caso, il C.D.S.C. (Codice Deontologico dello Spettatore Compulsivo) vieta espressamente di lasciare in sospeso le serie televisive: bisogna avere fede, la ripresa è sempre dietro l’angolo.
Non è questo il caso. Cerchiamo di vederla come una medaglia al valore per i veterani di Pretty Little Liars. Non siete soli. Da qui è tutto in discesa, difficilmente troverete qualcosa di simile.
Siate forti, il peggio è passato.
Pretty Little Liars