ovvero
1, 2, 3, 4, JFK
di Giulia Cultrera
Prendete un’insegnante creativa e con la testa tra le nuvole, aggiungete tre coinquilini dalle personalità decisamente singolari. Cosa potrà mai uscirne fuori?
Una convivenza strana ma per nulla forzata: è impossibile non lasciarsi conquistare dalla dolcezza e dall’esuberanza di Jess. In effetti, servirebbe a ciascuno di noi una New Girl accanto per vivacizzare e arricchire le nostre giornate con il suo animo estroso e stravagante.
Immaginazione e creatività sono sicuramente i suoi punti forti, ma Jess ci affascina per il suo essere così, semplice, spontanea e a tratti imbranata.
Ritroviamo una parte di lei in ognuno di noi, così come è impossibile non notare delle similitudini anche con gli altri coinquilini. Almeno una volta nella vita siamo stati tutti dei procrastinatori seriali come Nik o dei maniaci del controllo come Schmidt. Ci siamo ritrovati a non avere mezze misure come Winston, quando passa dal fare scherzi inutili a scherzi eccessivamente fuori portata, o abbiamo mostrato un’iniziale diffidenza per qualcosa o qualcuno come Cece.
Le caratterizzazioni dei personaggi colpiscono sin dal primo episodio e trovano una loro evoluzione nel corso delle stagioni.
Un gruppo così eterogeno e – sulla carta – anche parecchio male assortito, ma che trova da subito un proprio equilibrio, dando vita a gag surreali ed esilaranti. Ogni puntata offre un umorismo di un certo livello e ci fa affezionare maggiormente ai personaggi.
E come potrebbe essere diversamente? Irriverente, assurda, ironica. È impossibile non divertirsi e rilassarsi guardando New Girl.
Con il salto temporale dell’ultima stagione, si vede una maggiore maturità ed evoluzione dei personaggi, fino ad arrivare all’episodio finale: un’intera puntata per dire addio alla serie, ripercorrere alcuni momenti salienti e dare inizio a un nuovo capitolo delle loro vite. Ancora insieme, eternamente bambini.
Una serie che, esattamente come Modern Family, lascia un vuoto nello spettatore e fa desiderare subito un rewatch.