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Se mi lasci ti cancello

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“Eternal sunshine of the spotless mind” (in italiano tradotto “Se mi lasci ti cancello”) è la pellicola che ci ha intrattenuto lo scorso giovedì all’ormai consueto appuntamento con Hybla Cinema. Film diretto dal regista francese Michel Gondry e scritto in collaborazione con Charlie Kaufman, regista e sceneggiatore americano.

di Mariarita Barresi

Quando due geni della scrittura cinematografica hollywoodiana lavorano insieme i risultati sono formidabili, come sottolineato da Vincenzo Criscione, studente di Lettere moderne. Insieme hanno saputo esprimere al meglio la comune vena visionaria, a tratti grottesca, ma psicologicamente profonda. Ciò si è riflesso nel riscontro positivo di pubblico e critica con la vittoria dell’Oscar alla migliore sceneggiatura originale nel 2005.

Nel cast spiccano i due protagonisti: un Jim Carrey inedito nei panni di un uomo remissivo, timido, in apparenza privo di qualsiasi slancio vitale e Kate Winslet, donna eccentrica, carica di entusiasmo ma profondamente inquieta, che fin dal primo incontro si innamorano l’uno dell’altra.

Se la traduzione del titolo ci aiuta nella comprensione della trama, essa tuttavia non rende giustizia all’originale, tratto dal verso di una poesia di Alexander Pope, recitata nel corso del film da uno dei personaggi:
Com’è felice il destino dell’incolpevole vestale!

Dimentica del mondo, dal mondo dimenticata.
Infinita letizia della mente candida (eternal sunshine of the spotless mind).
Accettata ogni preghiera e rinunciato a ogni desiderio.

Quante volte ci sarà capitato di voler dimenticare questo o quell’evento, questa o quella persona che ha segnato in negativo la nostra vita, pensando così di poter andare avanti e vivere felicemente, consapevoli, tuttavia, dell’inattuabilità pratica di un tale desiderio. Nel film invece questo si trasforma in realtà: Clementine, resasi conto dell’incompatibilità con Joel, ma incapace di troncare il rapporto, si rivolge alla clinica “Lacuna Inc”., che, su richiesta, offre un servizio efficace di rimozione dei ricordi.

Scoperta la faccenda, Joel si reca alla clinica per ricevere lo stesso trattamento. Durante la procedura il suo inconscio tenterà, invano, di opporre resistenza e di aggrapparsi ai ricordi con Clementine, mentre questi vengono via via cancellati dalla sua mente.

Proprio sul tema dei ricordi si è concentrata poi l’analisi del prof. Gino Interi. Una delle caratteristiche proprie dell’essere umano, ha detto, è quella di ricordare. Fino a che punto, allora, è possibile rimuovere tutti i ricordi? Proprio il film ne dimostra l’impossibilità. Ci sarà sempre un angolo della mente, nel quale confinare una parte del nostro io per mantenere vivi anche solo frammenti di ricordi. Ecco che, negli ultimi attimi dell’operazione a cui Joel si è sottoposto, sul piano dell’inconscio, Clementine gli rivela il suo amore e lo invita ad incontrarla a Montauk, dove si erano visti la prima volta.

I due, adesso sconosciuti e dimentichi, saranno indotti a recarsi in quel luogo e ad avvicinarsi. Poco dopo scopriranno la verità sul loro passato e i motivi che li avevano istigati a cancellare i ricordi sulla loro storia d’amore. Nonostante ciò – consci adesso dei reciproci giudizi critici, ma legati da un sentimento che sembra valicare anche i notevoli progressi della scienza – opteranno per un lieto fine. Si ribalta così il paradigma, “beati gli smemorati perché avranno la meglio anche sui loro errori”, che aveva dominato la narrazione: i nodi vengono sempre al pettine e l’uomo che sceglie la via più semplice per sfuggire agli errori di cui è responsabile, prima o poi viene raggiunto da questi ed è costretto ad affrontarli.

Se poi osserviamo la questione da un punto di vista etico, il meccanismo di rimozione dei ricordi ci appare terribile e inquietante. Fa rabbrividire il pensiero che una macchina possa intrufolarsi indisturbata nella nostra mente e manipolare emozioni, ricordi, pensieri. Eppure, lo stesso terrore che proviamo verso tale ipotetica frontiera raggiunta dalla scienza, assurda e pericolosa, ci porta a cogliere l’importanza della memoria, contenitore prezioso che trattiene e custodisce le esperienze che ci formano come individui.

Una chicca del film da notare è, infine, il colore dei capelli di Clementine, che, in maniera camaleontica, cambia e si adegua all’oscillante condizione del suo rapporto con Joel: ecco che sarà verde al primo incontro e all’inizio della storia d’amore, rosso quando l’amore si intensifica, arancione nei momenti di crisi e durante la separazione, blu dopo la rottura e la cancellazione dei ricordi legati a Joel. “La mia personalità è tutta in un tubetto di tintura” dichiara Clementine proprio all’inizio del film, durante quello che, con sfasatura dei piani temporali, è però il loro secondo incontro.

Hybla Cinema vi aspetta all’ultimo imperdibile appuntamento, giovedì 19 agosto, con quello che Empire ha definito il film più importante del 2014: “Birdman” di Alejandro González Iñárritu.