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di Chiara Giampieretti 

La società delle apparenze ha recentemente guadagnato un nuovo importante palcoscenico: Internet. Al moltiplicarsi delle possibilità di esibizione corrisponde una crescente attenzione rivolta alla forma, che ha portato, fra i giovani, alla codificazione delle cosiddette aesthetics, ovvero canoni estetici che si differenziano per le sensazioni che suscitano e per le atmosfere che evocano.

Queste aesthetics sono strettamente legate al rapporto tra individuo e Natura

Ciò produce infiniti neologismi spesso dati dalla declinazione del termine che meglio esprime quell’universo sensoriale con il suffisso -core. Quest’ultimo, derivato dal francese coeur, indica “un nucleo irriducibile” che pone in evidenza la caratteristica distintiva di ogni stile.

Fra le aesthetics più in voga dell’ultimo periodo figura il cottagecore, «movimento incentrato sulla celebrazione di una vita rurale idealizzata, semplice e fortemente a contatto con la natura, tradizionalmente basato sul modello della “vita di campagna” europea» (Wikipedia).

Due portavoce del cottagecore su Instagram: @your_ptashka (a sinistra), @liskin_dol (a destra)

Tessuti leggeri, fibre naturali, forme morbide e ariose, colori tenuti e motivi floreali caratterizzano il vestiario di chi si ispira a quest’estetica, che non si riduce al mero abbigliamento, andando a definire un lifestyle incentrato su attività, quali il giardinaggio, il ricamo e la cucina, alternate a lunghe passeggiate nel verde e, naturalmente, alle periodiche sessioni fotografiche che immortalano queste scene idilliache da mostrare sui social network per fornire ispirazione.

Di comune matrice ma contraddistinto da un’evoluzione opposta rispetto al cottagecore, è il goblincore, di più recente affermazione. Se entrambi i movimenti nascono dal recupero e dalla valorizzazione del rapporto con la natura (non a caso il picco di popolarità del cottagecore si ha proprio durante il 2020, in piena pandemia), la caratteristica che li differenzia è l’aspetto sul quale si focalizzano.

Alcuni capi d’abbigliamento del goblincore

Mentre il cottagecore esalta la dimensione più idealizzata, luminosa e fatata del mondo naturale, il goblincore si sofferma sui suoi aspetti meno apprezzati e talvolta ripugnanti, ma non per questo meno autentici. Maglioni di lana dalle tinte earthy e scarponcini adatti a passeggiate nei boschi (non dorati campi di grano!) si accompagnano a immagini di funghi, insetti, falene, rane e pipistrelli. Alle verdi distese si sostituiscono ambienti umidi e muschiosi, i raggi del sole ottenebrati da nebbia e pioggia. Forse la natura non si compone anche di questo?

Il panorama dei movimenti estetici è ricco e differenziato, ma non per questo accenna ad esaurire le sue potenzialità: le infinite possibilità di ispirazione stimolano costantemente la creatività, portando alla definizione di categorie nuove, che se per un lato sembrano, paradossalmente, ingabbiare gli individui in canoni estetici già codificati, dall’altro contribuiscono a differenziare le strade della moda. Dalla strada principale della moda dominante si dipanano infiniti sentieri che ispirano non solo l’apparire, ma, in fondo, anche l’essere, suggerendo nuovi modi di rapportarsi alla realtà e di pensare la propria identità.

Il tiktoker @froggiecrocs è tra coloro che seguono lo stile goblinecore