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di Giuseppe Schembari

Le prime targhe italiane furono previste con il Regio Decreto n. 540 del 1897 che introdussero l’obbligo di dotare i velocipedi di una targa comunale. Mentre il primo “Regolamento per la circolazione delle vetture automobili sulle strade ordinarie” verrà promulgato soltanto con il Regio Decreto n. 416 del 1901, il quale disporrà l’obbligo di dotare tutte le vetture di apposita targa fissa, su concessione delle locali prefetture. La targa, da realizzare in metallo, doveva riportare per esteso e in caratteri leggibili il nome della provincia e il numero di licenza rilasciata dalla prefettura.

Di questo periodo si sono conservate cinque esemplari di targhe: un “GENOVA 83” e un “TORINO 427”, entrambi al Museo dell’Automobile di Torino. Poi una targa “PADOVA 2”, conservata al Museo della Scienza e della Tecnica di Milano, una targa “ANCONA 8” e infine una “BRESCIA 27” (l’unica ancora applicata sulla sua automobile originaria).

Le vetture circolanti in Italia risultavano essere circa 1.000 nell’anno 1901, 5.000 nel 1908 e superano i 10.000 nel 1911. Le targhe dovevano essere realizzate a cura e spesa dei proprietari dei veicoli, a meno di essere soci del “Touring Club Italiano”, che forniva targhe con lo stemma dell’associazione a tutti i soci che ne facevano richiesta.

Nel 1905 un nuovo Regio Decreto eliminò il nome completo della città per far posto a targhe composte da un numero rosso che indicava la provincia di provenienza (le province originariamente erano 69, poi diventeranno 76 tra il 1923/24) e il numero d’immatricolazione in nero. Le targhe verranno realizzate sempre a cura del proprietario in base al numero assegnato dalla prefettura (rimaneva sempre la possibilità, per i soci, di farle realizzare al “Touring Club Italiano”). La legge specificava solo l’altezza dei caratteri (8 cm, dal 1909 10 cm). Per questo motivo le targhe dell’epoca erano spesso diverse tra loro.

(immagine da targhestoriche.it)

La Provincia di Ragusa, essendo stata creata soltanto nel 1927, quasi in contemporanea con il Pubblico Registro Automobilistico (P.R.A.), non ha mai avuto targhe con i “numeri rossi”. Prima del 1927 Ragusa faceva parte della provincia di Siracusa e le vetture venivano immatricolate con il numero della provincia, nel nostro caso “60”, scritto in rosso seguito dal numero progressivo indicato dalla Prefettura. La prima vettura della quale si hanno notizie a Ragusa aveva targa “60 16” appartenuta ad un nobiluomo ibleo (foto e nota a fine pagina).

Nello stesso anno (1927) Castrogiovanni (CG) diventa Enna (EN) e Girgenti (GI) diventa Agrigento (AG). Tra il 1928 e il 1933 Cuneo (CU), Perugia (PU) e Fiume (FU) diventano rispettivamente: CN, PG e FM (fonte: Un secolo di targhe di Bellini, Gallina e Taverna, 2005)

Nel 1927 il governo Mussolini riformò la legislazione provinciale e, tra le tante novità, si cambiò anche la tipologia delle targhe: una sigla di due lettere che rappresentava la provincia. Unica eccezione “Roma” scritta per esteso. Seguiva un numero progressivo. Tipologia di targhe ancora valide pur avendo subito nel tempo vari aggiornamenti. In Provincia di Ragusa la “RG 1” sarà assegnata all’auto del “Circolo Ferroviario di Ispezione”: una coupé de ville (si intende un particolare tipo di carrozzeria di prestigio con il guidatore fuori dall’abitacolo, in voga fino alla prima metà degli anni trenta). Le vecchie targhe saranno ritirate.

La coupé de ville di proprietà del “Circolo Ferroviario di Ispezione” di Ragusa con la targa “RG 1”

In campo nazionale la consegna agli uffici competenti era fatta con scatoloni da 500 o 1000 esemplari. E risulta quasi impossibile stabilire le date esatte della distribuzione delle targhe per provincia.

Dal 1927 le targhe saranno realizzate in lamiera, con sfondo nero e caratteri bianchi su una sola linea; il numero sulla sinistra e la sigla della provincia sulla destra. I veicoli in circolazione erano circa 150.000. La fabbricazione e la distribuzione delle targhe ufficiali posteriori sarà affidata all’Associazione Nazionale Mutilati e Invalidi di Guerra, mentre la targa anteriore continuerà ad essere fornita a cura del proprietario. Poi dal 1º gennaio 1928 sulle targhe posteriori apparirà anche il bollo del fascio littorio.

Nel 1931 sarà adottata una misura fissa: 32×22 cm su due righe. La sigla della provincia verrà posta sulla prima riga, a sinistra, i numeri (fino a quattro cifre) sulla seconda. Per i numeri a 5 cifre, la prima trovava posto a destra della sigla provinciale. Le targhe emesse nel formato precedente saranno ristampate obbligatoriamente nel nuovo formato, mantenendo però il numero originario. Con l’occasione alcune province cambiarono sigla: Cuneo, ad esempio, passò da CU a CN. Il 7 gennaio 1933 verrà immatricolata a Ragusa la vettura con targa RG 1000.

Dal 1934 lo stato assumerà anche il rilascio delle targhe anteriori che verranno prodotte dal Coni (il cui simbolo, a rombo, sarà posizionato a sinistra della sigla provinciale). Le dimensioni muteranno in 26,7×6,2 cm. Da quell’anno le targhe italiane assumeranno un aspetto caratteristico che manterranno, con poche modifiche, fino al 1976.

I due simboli prodotti del Coni: (a destra sotto) quello a rombo dell’anteguerra, a sinistra quello del dopoguerra chiuso in un cerchio

Capitolo a parte meriterebbero le targhe coloniali. L’Italia all’inizio del XX secolo ebbe le colonie di Eritrea e Somalia (tramite accordi commerciali con i britannici), alle quali si aggiunse la conquista della Libia nel 1911 e delle isole del Dodecaneso, tra le quali Rodi (ufficialmente dal 1923, nei fatti dal 1912). Nel 1936 fu la volta della conquista d’Etiopia e nel 1939 Mussolini invase anche l’Albania. Ovvio che i nuovi territori acquisiti dovevano essere dotati anche di targhe specifiche per gli autoveicoli immatricolati in loco. Ma l’argomento è complesso e meriterebbe una trattazione a parte. In questa sede mi limiterò soltanto a riportare le foto di alcune tipologie di targhe coloniali.

(Dall’alto a sinistra in senso orario) targa eritrea periodo fascista (la sigla AOI sta per Africa Orientale Italiana), Targa libica pre-fascista, targa eritrea pre-fascista, targa anteriore Eritrea periodo fascista.
Targhe coloniali italiane dell’isola di Rodi: a sinistra (posteriore) e in alto (anteriore) di periodo fascista, a destra pre-fascista (immagine da: “Un secolo di targhe”, 2005)

Dal settembre 1943 al marzo 1945, periodo di guerra con l’Italia tagliata in due (Repubblica di Salò a nord, il resto della penisola liberata dagli Alleati) le targhe assegnate furono pochissime. E con la cessazione delle ostilità l’Italia perse le tre province istriane: Fiume (FM), Pola (PL) e Zara (ZR), che saranno annesse alla Iugoslavia nel settembre 1947.

Targhe italiane del periodo in cui l’Istria fu italiana (foto da targheitaliane.it)

Nel dopoguerra lo stemma del fascio sarà sostituito dal simbolo dell'”Associazione Nazionale Mutilati ed Invalidi di Guerra” (una corona di spine con tre baionette all’interno), per le targhe posteriori. E dal simbolo del Coni in un cerchio per quelle anteriori.
A partire dal 1947 la targa di Aosta (AO) conterrà il simbolo della regione autonoma: uno scudo con un leone rampante.

(Foto da: Un secolo di targhe di Bellini, Gallina e Taverna, 2005)

A cavallo tra il 1948 e il 1949 saranno sostituiti entrambi gli stemmi dell’Associazione Mutilati e del Coni con quello della neonata Repubblica Italiana: una ghirlanda con a centro la stella a 5 punte con le iniziali “RI” dentro. Mentre dal dicembre del 1947 al 1954, nella zona A del Territorio Libero di Trieste, conteso tra Italia e Jugoslavia, saranno invece usate delle targhe specifiche con caratteri neri su fondo bianco e lo stemma di Trieste colorato. In seguito la numerazione ripartirà da circa il numero 25200 e le vecchie targhe bianche entro novembre 1956 saranno sostituite con quelle standard, in genere mantenendo il vecchio numero.
A Ragusa l’ultima targa con quei simboli sarà la “RG 2999”, e a partire da “RG 3000, nel dicembre 1948, le targhe saranno fornite con il nuovo simbolo della Repubblica fino alla targa “RG 4499”. 

(da sinistra in alto in senso orario) La targa di Trieste nel primo dopoguerra, quella del periodo fascista, quella della neo nata Repubblica Italiana (da fine ’48) e infine quella dell’immediato dopoguerra

Nel 1951 cambieranno i caratteri utilizzati, per diventare più semplici, e le dimensioni delle targhe posteriori saranno ridotte: 27,5×20 cm. Non saranno più previste le targhe posteriori su un’unica riga e il numero “4” da “chiuso” diventerà “aperto”. Lo stesso bollo con la stella della Repubblica sarà rimpicciolita e perderà la sigla interna “RI”. A Ragusa tutto ciò avverrà a partire dalla targa “RG 4500”. Mentre il 4 febbraio 1959 si immatricolerà la vettura con targa RG 10000. In Italia il numero dei veicoli circolanti aveva raggiunto i due milioni di unità.

Nel 1963 la lamiera delle targhe sarà sostituita dalla plastica e verranno modificati i caratteri delle targhe anteriori. Mentre nell’aprile del 1965, a Milano, inizierà la prima serie alfanumerica con la targa MI A00000 (avrà fine con W99999). Le altre serie partono da 00000A a 99999Z, poi da 0A0000 a 9Z9999, infine solo a Milano da 00A000 che si concluderà nell’aprile 1994 con 00D999. L’8 agosto 1963 verrà immatricolata a Ragusa l’autovettura con targa RG 20000.

La prima auto con targa alfanumerica in Italia. (a seguire in alto) una targa con il numero 4 aperto e sotto con lo stesso numero chiuso (Foto in alto a sx da: “Un secolo di targhe”, 2005)

Nel 1968 viene istituita la provincia di Pordenone (PN) che partirà con la targa PN 0001 e nel 1970 la provincia di Isernia (sconosciuto il primo numero di targa). Nel 1974 sarà la volta della nuova provincia di Oristano (OR) che partirà con la targa OR 000001.
A Ragusa la prima targa di plastica inizierà con “RG 17000”. Mentre il 3 agosto 1967 verrà immatricolata la vettura con targa RG 40000 e l’11 febbraio 1969 quella con targa RG 50000.

(Foto da: Un secolo di targhe di Bellini, Gallina e Taverna, 2005)

Tra il 1976 e il 1985 verrà modificato il modello della targa posteriore, mentre l’anteriore rimarrà invariata. Lo sfondo resterà nero con caratteri bianchi, mentre la sigla della provincia assumerà colore arancione. Verrà anche divisa in due parti: la prima con la sigla della provincia di appartenenza e la seconda con il numero progressivo e la ripetizione in piccolo della provincia prima del numero, sopra lo stemma della repubblica. La parte con la sigla provinciale sarà fornita in due versioni in base al vano targa dell’auto sul quale andrà montata: una più lunga e con la provincia centrata, l’altra più corta e la provincia posizionata a sinistra.

Il nuovo tipo di targa introdusse anche in Italia il formato rettangolare con numeri e lettere su un’unica riga (all’epoca l’Italia era l’unico Paese europeo a non prevederlo), risolvendo i problemi di posizionamento della targa soprattutto sulle auto di produzione straniera.
Per quel che riguarda Ragusa, esattamente il 19 gennaio 1976, una volta esaurite le vecchie scorte, sarà immatricolata la prima vettura con la nuova tipologia: esattamente la “RG 100000”.

(fonte: Un secolo di targhe di Bellini, Gallina e Taverna, 2005)

Nel 1985 si cambierà ancora tipologia: la plastica sarà sostituita dall’alluminio e si invertiranno i colori dello sfondo e dei numeri: il primo sarà bianco e i secondi neri. Si inserirà un numero di serie anti-falsificazione.  Le cifre previste saranno sempre 6, con zeri prefissi quando sarà il caso.

La targa anteriore, che dal 1934 era rimasta quasi invariata, sarà decisamente ingrandita (34×11,5 cm) e la sigla della provincia, che nelle vecchie targhe anteriori seguiva il numero, lo precederà come in quelle posteriori.
Le dimensioni delle targhe posteriori resteranno invece invariate e come nel formato precedente, verrà ripetuta la doppia tipologia. La data di introduzione delle nuove targhe come negli altri casi varierà da provincia a provincia: Ragusa risulterà la prima in Italia, a fine marzo.

(foto da: curiosando708090.altervista.org)

Nel 1992 verranno istituite 8 nuove province: Biella (BI), Verbania (VB), Lecco (LC), Lodi (LO), Rimini (RN), Prato (PO), Crotone (KR), Vibo Valenzia (VV), ma le targhe relative saranno rese disponibili soltanto nel 1994 quando ormai stavano per apparire le nuove targhe senza provincia. Fu distribuito solo un lotto di produzione con la provincia.

(Foto da: Un secolo di targhe di Bellini, Gallina e Taverna, 2005)

Dai primi mesi del 1994 a gennaio 1999 avverrà una radicale innovazione soprattutto sulla numerazione. Scompare la sigla della provincia e la targa si comporrà di una combinazione di sette caratteri alfanumerici costituiti da lettere nelle prime due e nelle ultime due posizioni e tre cifre nelle posizioni centrali. L’ordine è seriale per le tre cifre e poi per le quattro lettere, cosicché da ottenere ad esempio la sequenza AA 999 AA, AA 000 AB. L’aspetto esteriore rimarrà pressoché uguale ma la targa posteriore tornerà ad essere costituita da un’unica targa.

Alcune combinazioni verranno riservate a usi specifici: quelle inizianti con “Z” (a partire da ZA 000 AA) sono assegnate alle targhe posteriori quadrate, spesso usate per la reimmatricolazione di veicoli storici che originariamente erano previsti dal costruttore con quella tipologia quadra.

(foto da: curiosando708090.altervista.org)

Infine, dalla fine di Gennaio del 1999 avremo la cosiddetta targa europea con le bande blu: su quella di sinistra sono presenti in colore giallo le dodici stelle in cerchio dell’Unione europea e in colore bianco la lettera “I” dell’Italia. Sulla banda blu a destra sono invece facoltativamente indicate in alto, dentro un cerchio con contorno giallo, due cifre gialle che indicano l’anno della prima immatricolazione, mentre in basso si può applicare, sempre facoltativamente, la sigla della provincia dell’intestatario del veicolo. Anno e sigla sono adesivi e vengono generalmente incollati al momento dell’immatricolazione. Per effetto delle bande laterali, le nuove targhe sono di 3 cm più larghe delle precedenti, mentre i caratteri sono più marcati. Dal 2003 sarà modificata anche la filigrana delle targhe.

(foto da pngimage.net)

Dal 1999 anche le province autonome di Trento (TN) e Bolzano (BZ) verranno adottati stemmi speciali: l’aquila nera fiammeggiante di San Venceslao di Boemia per Trento, l’aquila rossa tirolese per Bolzano.

Si ringrazia l’amico Vito Veninata per la preziosa collaborazione e il materiale fornito.

La foto è del 1911, l’auto una Ford Torpedo targata “60 16”. Le targhe di allora infatti identificavano la provincia con un numero e Ragusa essendo provincia di Siracusa era identificata con il numero “60”. L’autista era il Sig. Giorgio Cascone al servizio del Commendatore Franco Arezzo di Ragusa Ibla

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