ovvero
ERAVAMO QUATTRO AMICI SUL DIVANO
di Giulia Cultrera
The Big Bang Theory è stata una sitcom rivoluzionaria, in grado di sdoganare con ironia e leggerezza la figura stereotipata del nerd imbranato e della ragazza svampita.
Non a caso, la tematica principale della serie è il cambiamento. Spesso rimaniamo ancorati alle idee e alle situazioni perché ci rendono sicuri e ci fanno sentire protetti. E in effetti i salti nel buio non sono mai piacevoli: mettersi in gioco vuol dire assumersi il rischio di un fallimento, ma aiuta anche a crescere.
L’esistenza di Leonard, Sheldon, Howard e Raj, gira intorno a fumetti, videogiochi, maratone televisive, cene sul divano e scienza. Tanta scienza.
Una bolla protetta in cui essere sé stessi. Il rischio, però, è rimanere estranei a tutto ciò che si trova al di fuori del pianerottolo di casa.
L’incontro con la dirimpettaia Penny, come un Big Bang, innesca una rapida espansione dell’universo nerd in cui i quattro scienziati amano rintanarsi. Due mondi apparentemente così distanti che trovano, stagione dopo stagione, numerosi punti di contatto e di coesione.
Un’amicizia profonda su cui fare affidamento. Soprattutto per Sheldon, il più restio al cambiamento e il meno incline a instaurare legami personali.
A distanza di 12 stagioni, in The Big Bang Theory tutti i punti lasciati in sospeso trovano il proprio posto, giungendo a una piena evoluzione di tutti i personaggi principali.
Potrebbe sembrare che rimanga un po’ in sospeso la storyline di Raj, ma in realtà porta in evidenza un altro importante aspetto della vita: ognuno ha i propri tempi. C’è chi arriva a vincere l’ambito premio Nobel e chi rifiuta l’ipotesi di un matrimonio combinato in attesa del vero amore.
D’altra parte, ci sono voluti più di dieci anni per vedere l’ascensore finalmente riparato. Prima o poi anche Raj troverà la sua dolce metà. O imparerà a stare bene con sé stesso.