4.9
(9)

ovvero
C’è vita a Tucson

di Giulia Cultrera

Ci troviamo nel 2020, un misterioso virus ha sconvolto il mondo e ha causato una pandemia globale: no, non è un riassunto degli ultimi anni, bensì la trama di The last man on Earth. Con la differenza che nello show sembra essersi estinta l’intera specie umana e animale. Tranne Phil.

L’ultimo uomo sulla Terra, in cerca di altri sopravvissuti. In questi casi c’è ben poco da fare se non girare per l’America riempiendola di messaggi alquanto vaghi con su scritto “C’è vita a Tucson”. Nonostante la mancanza di un indirizzo ben preciso, il piano funziona e ben presto altre persone raggiungono il nostro moderno Chuck Noland.

Il problema è che Phil è – letteralmente – la persona più inappropriata del mondo. Quasi più inopportuno e imbarazzante di Micheal Scott. Un bugiardo patologico, inaffidabile e a tratti egoista. Ma ha anche una forte coscienza che gli provoca sensi di colpa ogniqualvolta cerca di mettere in pratica i suoi pensieri intrusivi. the last man on earth

Gli altri sopravvissuti non sono da meno: bisogna dire che il lungo periodo di solitudine ha contribuito enormemente a scombussolare la loro psiche. Per questo è fondamentale stabilire delle regole per una civile e tranquilla convivenza.

Soprattutto considerati i ripetuti tentativi di Phil nel far fuori l’ultimo arrivato di turno (se più simpatico e attraente di lui). In alcuni casi non ha neanche tutti i torti, poiché alcuni superstiti si rivelano decisamente pericolosi o psicopatici. Altre volte, invece, non si fa neanche in tempo a scoprirlo perché escono di scena troppo presto.

Come si può immaginare, The last man on Earth è una serie surreale e irriverente, con una dose di sottile cinismo che non dispiace affatto.the last man on earth

Con queste premesse, ricreare una società non è per nulla semplice. Tutto ha una data di scadenza e inizia a deteriorarsi, scarseggiare o esplodere.

Il virus ha inevitabilmente portato alla progressiva distruzione della Terra. Non ha risparmiato neanche la polvere: qualsiasi edificio, nonostante sia abbandonato da anni, appare immacolato e perfettamente in ordine. Un eterno e immutabile presente in cui l’unica grande assente è la vita.

Essersi ritrovati grazie ai cartelli disseminati da Phil – che nel frattempo ha cambiato il nome in Tandy – è stata davvero una fortuna, l’unico modo per sopravvivere e fondare una nuova comunità.the last man on earth

Fin dal primo episodio il titolo The last man on Earth appare un po’ distante dalla realtà dei fatti. Tuttavia, nonostante il supporto e la vicinanza degli altri, ognuno dei protagonisti è stato almeno per un momento l’ultima persona sulla Terra. Tutti loro hanno affrontato momenti di debolezza, crolli mentali e fisici che li hanno resi soli e fragili.

E l’unico elemento che ha impedito loro di lasciarsi andare è stata proprio la speranza di trovare qualcun altro. Anche se quella persona, alla fine, era Phil/Tandy. Meglio di niente, bisogna comunque accontentarsi nella vita.

Purtroppo, la serie non ha una degna conclusione perché è stata interrotta, ma rimane un’analisi divertente – e anche abbastanza veritiera – di quanto sia fondamentale l’aiuto degli altri per poter sopravvivere e di quanto possa rivelarsi fragile e instabile la nostra mente.

Tra l’altro, Tandy era finalmente diventato una persona razionale e generosa e, considerati i nuovi – inquietanti – arrivati, si prospettava una quinta stagione carica di novità e colpi di scena.the last man on earth

L’ultimo articolo della rubrica Le serie & semiserie: Ginny & Georgia.

Vota questo articolo

Valutazione media 4.9 / 5. Conteggio voti 9

Write A Comment