Momenti di gloria, tra nostalgia e rimpianto, che sia calato troppo presto il sipario? Rinascerà?
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di Sebastiano D’Angelo

Nel recente passato ci sono stati a Chiaramonte eventi di cultura e di spettacolo che hanno dato lustro e notorietà al nostro paese, ma che purtroppo, se non rievocati, rischiano di finire nel tritatutto del tempo che passa. Questo blog da tempo offre uno spaccato delle più significative manifestazioni degli ultimi decenni e dei concittadini che hanno segnato la storia del nostro paese. Un posto di rilievo tocca proprio all’Ulivo d’argento.

Nato nel 1985 con l’Amministrazione retta dall’avv. Nello Rosso, fu fortemente voluto dall’Assessore al Turismo del tempo, Sebastiano Gurrieri, con la piena condivisione di tutti i componenti della Giunta.
Collocato a fine agosto, almeno per tutte le prime edizioni, voleva celebrare il talento ibleo, con una sezione dedicata alla chiaramontanità di successo.

La manifestazione, sin dal suo apparire, creò un forte interesse in tutta la Provincia, e subito si affermò come un evento di punta dell’estate iblea, richiamando a Chiaramonte migliaia di curiosi e i rappresentanti istituzionali più accreditati.
In quelle lontane estati Chiaramonte, nella serata del Premio, da sempre ospitato in Piazza Duomo, si trasformò in un elegante ed esclusivo salotto, ambito da esponenti della buona borghesia iblea, ma atteso e seguito anche da ampie rappresentanze popolari.

Il simbolo della manifestazione, raffigurato in bassorilievo nell’elegante trofeo d’argento che veniva consegnato ai premiati, era un rametto d’ulivo, pianta tipica della campagna chiaramontana.
La manifestazione si snodò ininterrottamente ogni anno dal 1985 al 1993, e, a partire dal 1994 e fino al 2000, con cadenza biennale, per iniziativa di Sebastiano Gurrieri, nel frattempo eletto Sindaco e tornato ad essere Patron del Premio.

Furono 13 complessivamente le edizioni, numero fortunato nella cabala che però non fu motivo di buon auspicio nella circostanza. E qui apro un piccolo inciso. Per un chiaro malinteso,che non voglio addebitare a gratuita malevolenza, qualcuno anni fa affermò che l’Ulivo d’Argento fu sottratto al paese e portato a Ragusa, alludendo alla manifestazione Premio Ragusani nel Mondo. Premesso che i campi di riferimento erano diversi (premio alla Ragusanita’ l’Ulivo e Premio all’emigrato di successo il secondo), è la data di nascita di quest’ultimo, il 1995 e la circostanza che convissero per 6 anni insieme, a fare giustizia di qualunque equivoco in proposito.

Ho dei ricordi personali indimenticabili soprattutto delle prime edizioni anche per via di un mio coinvolgimento più o meno diretto nell’organizzazione dell’evento, legato ai vari ruoli amministrativi nelle varie giunte dell’epoca. Serate di spettacolo esclusive in Piazza Duomo, con la presenza di artisti dello spettacolo di rilevanza nazionale e la conduzione dei più affermati presentatori dell’epoca, da Nuccio Costa a Daniele Piombi, all’immarcescibile Pippo Baudo, che nell’edizione del ’92 richiamò in Piazza una folla stipata all’inverosimile.

Sergio Endrigo fu il primo cantante di grido, ma successivamente si esibirono Edoardo Vianello,Tiziana Rivale, Jo Squillo, Rita Forte, Viola Valentino, Simona Tagli e grandi cabarettisti come Renzino Barbera e Gianfranco Iannuzzo, illusionisti come Giucas Casella.
I premiati nel corso delle 13 edizioni furono oltre sessanta. Piace in particolare ricordare gli scrittori Gesualdo Bufalino e Leonardo Sciascia, il giudice Severino Santiapichi, il farmacologo Salvatore Pluchino, il fotografo Giuseppe Leone, il pittore Piero Guccione, il banchiere Giambattista Cartia, e altri nomi degni di essere immortalati nell’Olimpo degli iblei più illustri di ogni tempo.

Di grande spessore la galleria dei premiati chiaramontani, a testimonianza che la nostra comunità ha avuto nel XX sec. esponenti di grande rilievo: dall’archeologo Antonino Di Vita al pittore Giovanni De Vita, dai musicisti Emanuele Arabito a Vito Calabrese, primo violino Al San Carlo di Napoli il primo, prima tromba alla Scala di Milano il secondo, alla famiglia Majore, dal Vescovo di Piazza Armerina Mons. Sebastiano Rosso al dr. Rosario Melfi, questore a Roma ed altre importanti metropoli italiane, dal dr. Matteo Gafà, Primario di Chirurgia all’ospedale di Cremona a Padre Giuseppe Cultrera, gesuita, dalla stilista Maria Licitra all’organista e compositore Marco D’Avola. Ed ancora il dr.Lorenzo Gafà, il questore Tommaso Berretta, recentemente scomparso, il cine reporter RAI Sergio Calabrese e l’archeologo Francesco Nicosia. Una carrellata di personaggi di indiscusso valore, che costituiscono motivo di orgoglio per tutta la comunità chiaramontana.

Con la tredicesima edizione calo’ il sipario sulla manifestazione, forse troppo presto, perché ancora c’era tanta strada da percorrere. Forse in un futuro più o meno prossimo si potrebbe tentare la via del recupero, perché ogni comunità sente forte il bisogno di riannodarsi attorno alle proprie radici e a storie umane dal forte profilo simbolico, che aiutino a recuperare il senso di una identità sicuramente compromessa dalla modernità. Ai posteri l’ardua sentenza.

Foto tratte dall’archivio personale di Paolo Calabrese e Tina Giaquinta.
2 Comments
Bellissimo articolo che mi ha riportata indietro nel tempo quando a Chiaramonte l’estate era un susseguirsi di eventi mondani ma anche culturali. I Chiaramontani tutti rispondevano con grande entusiasmo e partecipazione ( lo testimoniano le foto che avete pubblicato). Mi si è intenerito il cuore vedendo in alcune foto anche i miei genitori. Ricordo pure che Pippo Baudo ha sempre accettato di buon grado a fare il presentatore in eventi chiaramontani anche perché era mio padre a contattarlo visto che erano amici d’infanzia essendo dirimpettai nel loro paese d’origine Militello Val di Catania.
Momenti di storia culturale con personaggi prestigiosi, contornato di momenti di intrattenimento e grande entusissmo, !! Bel articolo che ci porta a ripercorrere nel tempo la magia dell’estate chiaramontano , grazie !!!!