4.5
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di Pippo Inghilterra

Appena sceso nella stanza sotterranea del torrione, sentii un vento leggero sfiorarmi la faccia; vidi al centro della stanza, immerso in una luce diffusa, in cui l’aria si vedeva attraverso il pulviscolo d’oro illuminato dai raggi del sole che discendevano dalla feritoia della finestrella, la figura di un uomo che sembrava un umanista.

L’uomo era seduto su una poltroncina in legno, dalla spalliera semicircolare a doghe finemente scolpite e leggeva su un tavolo, parte di uno studiolo rialzato di legno. Immobile puntai lo sguardo sul volto di tale persona, mentre leggeva le pagine di un libro che teneva fra le mani. Era come se lo sguardo penetrasse oltre quel libro e si affacciasse sul tempo infinito della storia. L’uomo, visto di profilo, sembrava un principe illuminato. 

comiso città sognata
Arch. Giuseppe Inghilterra, rilievo del Castello Medievale di Comiso, 1971. Particolari dei prospetti lati est e nord

Le pagine del libro, poggiato sul leggio inclinato del tavolo, riflettevano sul volto una luce. Capii che si trattava di un personaggio acculturato per la quantità di libri preziosi sistemati casualmente. Alcuni di essi con le pagine aperte, poiché appena consultati; altri disposti verticalmente nella scansia colma di libri e oggetti, con le pagine aperte, come se i fogli volessero prendere aria. La carta dei libri profumava di tempo.

Il personaggio era assorto nella lettura e, dal modo in cui guardava le pagine, percepivo nell’aria una specie di scambio di parole tra le pagine del libro e la mente del signore, che mi fece ricordare di quando, da studente, agli Uffizi la domenica mattina, percepii la stessa sensazione tra l’Angelo e Maria, nell’Annunciazione di Simone Martini.

comiso città sognata
Simone Martini, Annunciazione, 1333

Le pagine dei libri dello studiolo sventolavano nell’aria, colma di ricordi, e poi si spandevano in tutta la città volando in un paesaggio, dove uomini e cose, il cielo e il volo di alcune rondini, s’intravedevano dalla feritoia alta fissando quell’ora del giorno in una intima e geometrica eternità. Continuò ancora un po’ ad essere assorto nella lettura quando avvertì la mia presenza.

Stentai a riconoscerlo, ma dagli abiti che indossava e dal portamento, capii che si trattava del barone Periconio Naselli, uno dei personaggi di maggior rilievo della Comiso di tutti i tempi. 

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Ritratti maschili di Antonello da Messina, coevi a Periconio Naselli

L’ultimo articolo di Architetti e Architetture: I tre campanili della matrice di Comiso

Il banner è composto da una cartolina d’epoca del torrione del castello di Comiso e da un particolare della Pala d’Altare della Chiesa del “Signiruzzu truvatu” (si vede dietro la porta di S. Biagio il castello medioevale), Comiso, Anonimo, 1822.

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