4.5
(6)

di Maurizio Di Gregorio

Carl Schmitt, giurista e politologo tedesco nel suo saggio che scrisse in forma di romanzo per la figlia Anima, descrive nel primo capitolo:

L’uomo è un essere di terra che calca il suolo. Staziona, cammina e si muove sulla terra dal solido fondamento. Questa è la sua posizione e la sua base; in tal modo egli ricava il suo punto di vista. Ciò determina le sue impressioni e il suo modo di vedere il mondo. Egli non solo acquisisce il suo orizzonte ma anche la forma del suo procedere e dei suoi movimenti, la sua figura, in quanto essere vivente, nato e muoventesi sulla terra. Di conseguenza egli chiama “terra” l’astro sul quale vive, sebbene notoriamente, per quanto riguarda la dimensione della sua superficie, quasi tre quarti siano acqua e solo un quarto terra e anche i continenti più estesi galleggiano solo come isole. Da quando sappiamo che questa nostra terra ha la forma di una sfera, parliamo con la massima naturalezza di “sfera terrestre” di “globo terrestre”, e troveresti strano doverti raffigurare una “sfera marina” o un “globo marino”

Carl Schmitt

Questa premessa potrebbe rimarcare l’interesse che il genere umano dovrebbe e forse finalmente ha, per il nostro mare. Comunque una forte motivazione è già affiorata da secoli nella letteratura.

Universalmente noti sono gli autori e i relativi capolavori che sono arrivati fino a noi. Da Omero a Melville, da Stevenson a Hemingway solo per citare i più ovvi e famosi. Quello che invece vorremmo sottolineare sono alcuni romanzi con tema il mare che più ci hanno impressionato in questi ultimi anni.
Cominciamo con “Sommersione” di Sandro Frizziero, finalista al Premio Campiello 2020. Ecco cosa scrive nel sito di Fazi editore in una breve presentazione Tiziano Scarpa.

Sandro Frizziero al Premio Campiello

In fondo all’Adriatico, a nord, esistono isole filiformi che separano il mare dalla laguna veneta. In una di queste esili terre Sandro Frizziero ha trovato il suo tesoro. Non un forziere di zecchini d’oro, ma qualcosa di infinitamente più prezioso per un romanziere (e dunque anche per noi lettori): uno scrigno di passioni brutali e primarie, di ipocrisia, maldicenza, invidia, avidità; vale a dire, tutti i sinonimi dell’amore malinteso.

Sommersione racconta la giornata decisiva di uno dei suoi abitanti – un vecchio pescatore – forse il più odioso; certamente quello che sa come odiare più e meglio di tutti gli altri: la vicina con il suo cane; la moglie morta; la figlia a cui interessa solo la casa da ereditare; i vecchi preti dementi ricoverati in un ospizio; qualche assassino e qualche prostituta; i devoti di un antico miracolo fasullo, inventato per coprire una scappatella; i bestemmiatori che spesso coincidono con i devoti; i frequentatori della Taverna, unico locale dell’Isola oltre all’American Bar, ma di gran lunga preferibile perché “all’American Bar non c’è ancora un sufficiente livello di disperazione”. Su tutto ciò il vecchio pescatore ha rancori da spargere, fatti e fattacci da ricordare; e però gli resta da fare ancora qualcosa che sorprenderà gli abitanti dell’Isola, lettori compresi.

Emile Claus, Ampelio, old fisherman of Bordighera (1898)

Segue poi “L’eloquenza delle sardine” di Bill François (Corbaccio). E se sott’acqua riuscissimo a parlarci e a sentirci? Sembra un’idea bizzarra, eppure nel «mondo del silenzio» i pesci comunicano fra di loro e ne hanno di cose da dirsi…

Giovane scienziato e divulgatore dallo straordinario talento, Bill François ci accompagna in un’immersione nel «grande blu» abitato da due milioni di specie animali di cui conosciamo a malapena il dieci percento, dove incontreremo balene musiciste, merluzzi che hanno scoperto l’America, ascolteremo la voce del tonno rosso, impareremo a muoverci ordinatamente come le sardine, assisteremo alla crescita del cavalluccio marino e sentiremo l’eloquio delle capesante.

Bill François

Letto alla luce fluorescente delle meduse dai colori invisibili all’occhio umano, questo libro è un tuffo nelle profondità della scienza e della storia, dove le leggende più fantasiose appaiono più credibili di una realtà così sorprendente da sembrare incredibile.

Miti, aneddoti e scoperte scientifiche navigano in perfetta armonia in questo racconto, che è un’immersione onirica e scientifica al tempo stesso, dove si impara che l’intelligenza umana è solo una tra le forme di intelligenza presenti sul nostro pianeta.

Infine di Nicolò Carnimeo “Come è profondo il mare” (Chiarelettere). Quanta “plastica” può tollerare il nostro organismo? Quanto mercurio c’è nel pesce che mangiamo? L’Adriatico è una discarica di tritolo? Perché meduse e alghe aliene invadono i nostri mari? A queste domande pochi sanno rispondere, non vi è coscienza di quanto oggi accade nel mare, come e perché il Mediterraneo e gli oceani stiano mutando rapidamente sotto i nostri occhi inconsapevoli.

Da qui nascono tre reportage che Carnimeo ha scritto navigando oltre le rotte convenzionali nel mare di plastica, nel mare di mercurio e nel mare di tritolo: un’immensa discarica, fotografia e conseguenza del modo in cui abbiamo scelto di vivere.

Nicolò Carnimeo

C’è però chi non ci sta a lasciare questa pesante eredità alle generazioni future. Un libro che è denuncia e racconto insieme. Prendendo spunto dal titolo di questo volume potremmo poi, ricordando la struggente canzone di Lucio Dalla, scrivere di musica e mare.

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