4.8
(40)

di Giuseppe Cultrera

Il tempo in posa, titolò un suo volume dedicato alla fotografia Gesualdo Bufalino: una sintesi icastica della pregnanza storica, di memoria e di costume, racchiusa in ogni immagine fotografica. Storie di paese, di avvenimenti pubblici, di persone, di momenti famigliari o sociali che restano impresse nelle lastre di vetro (per i primordi di quest’arte) o in migliaia di rullini, tuttora recuperabili per essere trasferiti sulla carta fotografica o su supporti digitali.

un sorriso, prego
Un tipico gruppo musicale degli anni ’60 che allietava le feste da ballo o i banchetti nuziali
un sorriso, prego
Un musicista, prima del concerto, attorniato da curiosi e amici chiaramontani

È quello che ha fatto con certosina pazienza Vincenzo Cupperi, fotografo professionista – operante a Chiaramonte assieme al fratello Giuseppe, tra fine Novecento e primo ventennio di questo secolo – recuperandone il vasto archivio. Che ora possiamo sfogliare. Un album virtuale con dentro vent’anni di vita sociale a Chiaramonte Gulfi.

A Chiaramonte, il ragusano Carmelo Cupperi (1932 / 1976) si era trasferito, con tutta la famiglia, nel 1958 per aprirvi uno studio fotografico: «Sabato 5 aprile 1958, in Corso Umberto numero 10», precisa Vincenzo.

cupperi
Il fotografo Carmelo Cupperi nel 1965

Ben presto questo giovane professionista grazie a una personalità affabile e solare si inseriva nella vita sociale del piccolo centro ibleo condividendone momenti di svago e impegno. Non solo quindi fotografo da studio e da cerimonie ma anche testimone di una evoluzione sociale politica ed economica. Le feste religiose e quelle mondane, i mestieri, lo sport e il tempo libero vengono impressi nella pellicola. Accumulando un caleidoscopio di visi, luoghi e momenti di vita che ora Vincenzo estrae dalle polverose scatole archiviate con cura dal padre.

cupperi
Chiaramonte Gulfi: il bar di “don Austinu” Guccione (oggi Bar Centro). Sulla sinistra si riconosce il sig. Giuseppe Azzara e sul lato opposto il fratello, cameriere del bar Guccione. – (Al centro): Sala da barba Buonfine, in piazza Duomo. (A destra): Sartoria del sig. Salvatore Morando in corso Umberto. Anni ’60

E riaffiora uno spaccato di vita sociale del piccolo centro ibleo, con i suoi luoghi di svago (i bar,  essenzialmente), le feste religiose e le ricorrenze liete (matrimoni, cresime), momenti di attività lavorative e le botteghe: approdo per servizi e, poi, spazio di incontro e rapporto umano. Dal barbiere, per esempio, oltre ai clienti è sempre presente una varia umanità, che vi staziona spesso – qualcuno, quotidianamente – per informarsi e informare dei fatti & misfatti paesani, per scroccare la lettura del quotidiano o dei patinati settimanali (di regola riservati ai clienti), oppure solo per scambiare un saluto e dare una sbirciata, stando al coperto, alla piazza (dal momento che gran parte delle sale vi sono ubicate). Visi sorridenti, facce svagate, labbra serrate per una preoccupazione o altro, si affacciano dalle patinate fotografie di Carmelo Cupperi come a sussurrare storie da decriptare, gioie e affanni del tempo. Una finestra sul passato.

cupperi
Chiaramonte Gulfi. Falegnameria Sciacco, in corso Umberto. A destra don Ciccino Brullo, al centro don Saro Sciacco, a sinistra il sig. Raffaele Failla

Ancor più per le botteghe e gli esercizi commerciali: la falegnameria di don Saro e Vito Sciacco sembra cristallizzarsi nel tempo, tra passato e presente; le putìe di don Peppino Vargetto e don Carruzzu attendono torme di ragazzi in cerca di leccornie e luccicanti giocattoli.

Le sartorie, allora ampiamente presenti, erano rigorosamente separate per i due sessi; quella del sarto per i maschi e quella delle sarte solo per le donne, compreso lo stuolo di lavoranti e apprendisti.

Abiti che poi vanno, di norma, sciorinati nei matrimoni o cerimonie similari e per le feste religiose, in primis quella della Madonna di Gulfi. Provate a ingrandire una delle numerose istantanee di questa festa, presenti nel vasto archivio Cupperi, e troverete il risultato del lungo e diuturno lavoro delle varie sartorie, con padri madri e figli che sembrano “usciti dal catalogo” come si diceva allora scherzosamente, a rimarcare il vestiario fresco di sartoria.

un sorriso prego
Un momento della processione della Madonna di Gulfi; la salita

Ma la maggior parte delle foto veniva realizzata in studio; in posa. E qui la mastrìa del fotografo faceva la differenza. Dal momento che doveva prima approcciare il soggetto con l’obiettivo e poi trasferire, su pellicola e carta, il meglio della sua personalità e dell’aspetto fisico (qui alcuni accorgimenti tecnici compensavano o eliminavano crepe estetiche).

«Una spazzola per pulire le scarpe, accessorio indispensabile dello studio, era sempre a portata di mano; come il paio di occhiali con la montatura priva di lenti, per evitare i fastidiosi riflessi», mi racconta il figlio Vincenzo. E ovviamente lo sfondo con paesaggio o struttura architettonica per gli adulti; e l’immancabile cavalluccio bianco per i bimbi. Ai quali Carmelo Cupperi dedicava una briosa attenzione, mista di amicale afflato e scherzosa complicità, per predisporli allo scatto giusto che, «non poteva essere replicato più volte, dal momento che allora la lastra costava: a differenza dell’attuale digitale, che permette una sequenza gratuita di scatti da cui poi estrarre il meglio» confida Giuseppe, l’altro figlio.

foto
Monterosso Almo. Matrimonio. Il corteo degli sposi e invitati si muove dalla chiesa di S. Giovanni Battista verso la via Vittorio Emanuele. In primo piano, al centro, Vannino Arena, cameriere e organizzatore del rinfresco per parenti e invitati

Questo suo gioviale rapporto umano lo trasferiva nella vita di tutti i giorni. Spesso era presente nelle feste che amici o conoscenti organizzavano e nelle manifestazioni pubbliche, sempre con la fedele macchina fotografica, pronta a carpire un momento gioioso o un particolare curioso. Così ancora lo ricordano tanti amici ed estimatori, che lo rimpiangono; troppo presto scomparso, nel 1976, ad appena 44 anni.

foto
Altra istantanea del matrimonio. Gli sposi attorniati dai parenti

Dalla gran mole delle foto recuperate e trasferite in digitale, si intende fare una ristretta selezione per esporle in una mostra da dedicare alla figura di questo giovane fotografo degli Iblei. Lo merita Carmelo Cupperi e lo meritano le istantanee di vita sociale relative a Chiaramonte, Ragusa e altre città viciniore. Un breve assaggio nella Galleria (16 foto) che potrete visionare cliccando il link sottostante.

A differenza delle foto nel testo, hanno una didascalia sintetica; ne avevo approntato di più descrittive, ma la presenza di numerose persone, penso note a gran parte dei chiaramontani, che non riuscivo a identificare, mi ha fatto desistere e rimandare la compilazione di didascalie – complete di nomi e cognomi, fatti e momenti – a una seconda fase: quando, spero, parecchi di voi vorranno dare precise indicazioni nei commenti su Fb o in fine all’articolo. Grazie, in anticipo.

Galleria fotografica. Clicca qui!

Vota questo articolo

Valutazione media 4.8 / 5. Conteggio voti 40

Write A Comment