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di Giuseppe Cultrera

Era essenzialmente un affabulatore, Mimì Arezzo. E un operatore culturale. Anzi le due cose insieme, mediate da ironia e disincanto. Amava la gente. Incontrare più che scontrarsi (e la sua passione politica, nella maturità, si incanalò in questo solco). I libri, la scrittura, “la narrazione” della polvere del tempo degli uomini e delle pietre, furono la personale cifra etica.

ragusa da amare
Mimì Arezzo (Ragusa 1946 – 2011). La copertina di Ragusa un secolo fa, che contiene il suo testo ‘La polvere del tempo’

In Una Ragusa da amare, la fortunata trasmissione televisiva che lo rese popolare non solo nella sua città ma nell’intero comprensorio ibleo, raccontava fatti storici, aneddoti, facezie, rievocava personaggi e momenti del tempo andato, con la levità di una favola per ragazzi. Con gli altri ospiti in studio, accomunati da ricordi e passioni comuni, quegli spunti trovavano sintesi e letture attuali e propositive: una topografia dell’anima di una comunità. Quella ragusana in primis, ma ogni altra di questo lembo estremo d’Italia, in definitiva.

ragusa da amare
Il primo e secondo volume di Una Ragusa da amare

Divennero sei volumi con lo stesso titolo; un prezioso scrigno di ricordi e di buon umore da centellinare come il buon vino o il buon cibo: perché della vita, come dicevano i nostri antichi, tolti gli affetti e i valori, solo questi barbàgli ci restano!ragusa da amare

Della sua attività di editore, prima con Il Gattopardo e poi con la Mimì Arezzo, restano decine e decine di interessanti e intriganti volumi. Assieme facemmo Ragusa un secolo fa (1997) un album illustrato da antiche cartoline, del quale curò il testo introduttivo La polvere del tempo. Qualche giorno fa – a proposito di polvere del tempo – rassettando alcune carte ho trovato un opuscolo relativo a una mostra del libro all’interno di Ibla viva (ricordate?) nel lontano 1985: organizzata da lui, ospitava le piccole case editrici operanti nella provincia di Ragusa. Lo ricordo freneticamente diviso tra questa mostra, le serate al Pentagramma, altra sua creatura, e la cura dell’ennesima rivista (Il Giufà, mensile satirico, negli anni successivi fu una palestra per umoristi e grafici iblei).
Ci manca la sua vulcanica progettualità: ma ancor più il suo pacato disincanto etico e politico.

ragusa da amare
Una Ragusa da amare sono sei capitoli di storia arte e tradizioni locali che vanno dagli svaghi (ad esempio il dopoguerra, il mitico Washington, le sale da ballo, il carnevale) ai detti antichi (le frasi celebri, i luoghi comuni, le ‘nciurie). Il terzo volume tratta di storia locale; mentre il quarto è dedicato a “Cunti e leggende”. Il quinto parla di arte, fede e personaggi: un tuffo in tradizioni e usanze a molti sconosciuti. Infine, la sesta sezione è dedicata alla cucina ragusana

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2 Comments

  1. Giuseppe Cappello Reply

    Era mio amico. In Consiglio comunale, dove siedevamo assieme ancorché in forze
    politiche opposte, mi chiamava “Pippuzzu bedu”.

  2. Luca Massari Reply

    Persone speciale conosciuto grazie all’amicizia di suo figlio.

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