di Giulia Calabrese
“Ora, compagni, com’è fatta questa nostra vita? Ammettiamolo: è infelice, gravosa e breve. L’uomo è l’unica creatura che consuma senza produrre, però è il padrone di tutti gli animali.”: con queste parole, il Vecchio Maggiore, il maiale più anziano e saggio della fattoria, cerca di persuadere gli altri animali a ribellarsi contro i soprusi del signor Jones, proprietario della fattoria padronale.
Un giorno, dopo che Jones non ebbe distribuito la razione di cibo, né munto le mucche, gli animali decidono di passare all’azione. È necessaria una rivoluzione per il rovesciamento della razza umana! Ed effettivamente riescono a cacciare Jones e la moglie, iniziando a occuparsi dell’organizzazione della fattoria.
Creano una loro società e si danno delle leggi basate sul concetto utopico dell’uguaglianza.
Ben presto, però, qualcosa va storto: sono i maiali con il loro leader Napoleon a conquistare il potere, appropriandosi degli utili della fattoria, utilizzando spesso la violenza e diventando, di fatto, dei veri e propri tiranni. Inoltre, essendo gli unici animali a saper scrivere, e facendo affidamento sulla scarsa memoria degli altri, man mano riescono a cambiare tutti i sette comandamenti stilati durante la rivoluzione, fino a quando ne rimase uno solo:
“Tutti gli animali sono uguali, ma alcuni animali sono più uguali degli altri.”
Sarà troppo tardi quando gli altri animali si accorgeranno di subire gli stessi maltrattamenti e le privazioni di un tempo.
La fattoria degli animali di George Orwell è un romanzo satirico che fa molto riflettere. Infatti, dietro una favola per bambini si cela l’obiettivo di rappresentare, in maniera allegorica, la degenerazione della rivoluzione russa del 1917 nel regime totalitario sovietico stalinista. Lo scrittore sottolinea la natura utopica degli ideali rivoluzionari e come questi siano stati poi traditi dalla bramosia di potere umana. Ma vuole anche evidenziare come l’ignoranza può diventare un pericoloso strumento di controllo delle masse. Tutto incredibilmente attuale.
Consiglio a tutti la lettura di quest’opera geniale, non solo per l’utilizzo di un linguaggio semplice e scorrevole, adatto a tutte le età, ma anche per il messaggio che ha voluto trasmetterci Orwell: bisogna pensare sempre con la propria testa, proprio per evitare di uniformarsi al pensiero unico e finire per commettere gli stessi errori del passato.
