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di Vincenzo La Cognata

Ho immaginato di chiedere a Michele e Laura di entrare nella macchina del tempo per viaggiare fino al 2030 e vedere come sarà cambiata la loro, nonché la mia, Chiaramonte.

Michele
, studente universitario di 22 anni, rifiuta aggiungendo:
 ‘Non è necessario alcun viaggio. Voglio sentirmi importante per il mio paese e per i miei cittadini… Sarò io a migliorarlo!’.

La risposta di Laura, casalinga di 51 anni con due figli già adolescenti, è invece intrisa di fatalismo e indolenza:
 ‘perché no? speriamo che qualcuno abbia sistemato le cose, così siamo allo sbando’.

Sarebbero questi, probabilmente, anche le risposte e i pensieri della maggioranza dei chiaramontani che alternano pulsioni di protagonismo ad apatia diffusa.

Testimonianza di un problema culturale che non si riesce a superare, ma per il quale credo esista un’unica strada maestra: la collaborazione!
Collaborare significa saper condividere conoscenze ed esperienze, vittorie e sconfitte.

Sarebbe utile anteporre il NOI all’IO in caso di successo e anche in circostanze sfavorevoli, evitando soprattutto di puntare il dito. Quello cui siamo costretti ad assistere è invece un susseguirsi di autocelebrazioni o, in alternativa, un continuo scaricare colpe agli altri con l’indice puntato; comportamenti, credo, all’origine del nostro mancato progresso e che si traducono nell’attuale tragico immobilismo a tutti i livelli: città, regione, nazione.

Condivisione e critica costruttiva, penso, siano le basi per una crescita sociale e politica che non apparirà mai banale. Il confronto tra menti pensanti, pur provenendo da percorsi diversi, porterebbe certamente a risultati di gran lunga migliori degli attuali e a poter pianificare insieme, avendo in mente lo scopo preciso da raggiungere: il bene comune della nostra città. Concetto da tutti abusato, ma in fondo mai realmente ricercato.

Purtroppo fin quando il fine ultimo da raggiungere sarà invece l’apparire, la gloria personale e ci si dividerà per questioni marginali o puramente pretestuose, i dibattiti si ridurranno ad una futile lotta per l’ultima parola, spesso soltanto sui ‘social’, senza nessun reale vincitore, ma con un’intera città a risultare sconfitta.

Insomma, siamo proprio sicuri che gli interessi del nostro paesino ci stiano realmente a cuore?

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