ovvero
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di Giulia Cultrera
La nostra identità – individuale e collettiva – è il frutto di lotte, conquiste, alternanze di popoli e culture. Non a caso “la storia è maestra di vita”: ci fornisce un passato con cui confrontarci e da cui imparare. In molti casi, è anche un ottimo esercizio di empatia: insegna a distaccarci dalla nostra percezione e visione del mondo, facendoci approfondire realtà e contesti diversi.
Unorthodox, nel suo piccolo, fa proprio questo. Tratto da un romanzo autobiografico, ci accompagna all’interno di una comunità ebraica ultra-ortodossa composta, per lo più, da discendenti dei sopravvissuti all’Olocausto. Una società che racchiude in sé un profondo trauma, un popolo che necessita di difendere le proprie origini e di ricostruire la propria identità, cercando conforto e risposte nell’attuazione di rigide regole basate sui testi sacri.
Rapportato ai giorni nostri, vivere in un contesto in cui è d’obbligo uniformarsi e rispettare alla lettera i precetti impartiti – limitando i rapporti con il mondo esterno e rifuggendo, per quanto possibile, la tecnologia e la modernità – comporta, spesso, il prevalere della collettività sul singolo, annullandone l’individualità.
Per questo Esty, la protagonista, decide di abbandonare la sua comunità e di fuggire a Berlino. Tutto ciò di cui ha bisogno è un po’ di denaro e una bussola che la guidi nella riscoperta di sé e delle proprie origini.
Quale luogo migliore, per iniziare questo viaggio di rinascita, se non il lago Wannsee, teatro involontario della conferenza in cui si decise di attuare lo sterminio degli ebrei: un bagno purificatore, uno sguardo fiero e colmo di speranza, la libertà di poter essere sé stessa mostrandosi senza parrucca.
Abituata a subire in silenzio, ad accettare passivamente le decisioni e le invadenze della comunità, Esty si muove con cautela in questa nuova realtà, acquisendo lentamente sicurezza e consapevolezza. La sua determinazione cresce sempre più nel corso delle puntate, fino a esplodere durante l’audizione in una voce forte e potente.
Unorthodox. Eterodosso. Non convenzionale. Diverso. Una diversità piena di libertà e opportunità. Un percorso di crescita e di rinascita: Esty non rinnega le proprie origini ma si apre al confronto con lingue e culture diverse, ritrovando la propria identità.