di Grazia Dormiente
É tempo di allucciolare l’avventura umana e politica di Vanni Rosa (nato a Pozzallo 1907, ignoti permangono il luogo e la data di morte) per salvare eventi e persone dall’oblio del tempo e consegnarli alla memoria della storia.
Pertinente al nostro percorso si è rivelata la riflessione di A. Querzè che così ha asserito: “la scelta di uno scenario mondiale in cui collocare gli eventi a dimensione locale o nazionale è indispensabile per molte ragioni. Perché le nostre scuole sono ormai frequentate dai bambini del mondo, per dare spazio alla ‘storia degli altri’ che hanno pari diritto ad essere rappresentati per il contributo che hanno dato allo svolgersi dell’avventura umana ma, soprattutto, per tentare di fare ‘un’altra storia’ in cui le domande, i problemi, le risposte di altri uomini, donne e popoli possano trovare un’adeguata collocazione”.

Nel 1995 la scrivente dedicava la pagina del mensile “I Pozzallesi” anno 2, n.6 al contributo storico-politico del pozzallese Vanni Rosa, cui lo storico Giuseppe Miccichè con il suo “Antifascista itinerante” tracciava la figura del marittimo e pittore, che, “peregrinando per il mondo sullo scorcio degli anni ’20 e poi negli anni ’30 aveva alimentato la propria sete di libertà e di giustizia, prendendo contatto con le numerose colonie dell’emigrazione politica antifascista negli USA, in Argentina, in Francia e in Tunisia.”
Nel 2003 lo scrittore pozzallese Luigi Rogasi, da Firenze, dove da tempo risiedeva, dava alle stampe “Pozzallesi del XX secolo”. Cento nomi da non dimenticare, divulgando anche i ricordi familiari di Manfredi, figlio di Vanni, e concludendo che “Vanni Rosa resta comunque un personaggio dal carattere forte, dalle idee ben radicate, proteso da sempre alla ricerca di un mondo migliore… Legittima aspirazione, in fondo, che lo aveva spinto ad affrontare la battaglia della vita in diversi continenti”.
Nell’anno accademico 2007-2008 all’Università degli Studi di Catania, Facoltà di Scienze Politiche, Sergio Maltese conseguiva la laurea con la tesi “Nuove Fonti documentarie sull’Antifascimo ibleo: I sovversivi di Pozzallo (1919-1943)”, documentando anche le note biografiche di Vanni Rosa e il suo fermento anarchico.
Nel 2009 per la ricorrenza del 180° anniversario della nascita del Comune di Pozzallo si svolgeva un Convegno di studi storici che ricostruiva la storia della città mediterranea in due volumi, curati dallo storico e accademico Giuseppe Barone e titolati “Pozzallo città di Mare – storia di uomini, velieri e potere”, pubblicati dal Comune di Pozzallo con il patrocinio e il contributo della Regione Siciliana e della Facoltà di Scienze Politiche dell’Università di Catania.
Nel secondo volume lo storico e ricercatore Giovanni Criscione si soffermava su “Vanni Rosa, una vita tra lotte, carcere e guerra” aprendo un varco di notevole interesse sull’autonomista pozzallese per la dimensione internazionale dell’esperienza politica, per gli assidui contatti con gli ambienti del “fuoriuscitismo” italiano in America, Africa ed Europa.
La mostra fotografico-documentaria “Pozzallo: biografia di una città di mare”, associata al già citato Convegno di studi storici e curata dalla scrivente, da Antonio e Massimo Assenza comprendeva un documentato pannello sulle rotte politiche di Vanni Rosa.
Se con l’Appello ai siciliani del 1938, come ha ricordato Natale Musarra, l’autonomista pozzallese evocava Antudo! (acronimo di Animus Tuus Dominus), il grido siciliano dei Vespri del 1282, molte pagine del suo “…E una croce cadde a Pozzallo” (Buenos Aires 1948) suggeriscono l’afflato della letteratura antropologica che innesca l’identità socio-culturale di Pozzallo, città mediterranea intessuta di plurime voci e protesa sul mare ondoso della storia dei popoli.
In tale ottica è pregevole “Il ragazzo inquieto: Vanni Rosa, l’antifascista siciliano dei tre mondi”, edito da ANPPIA nel 2021. Romanzo innovativo dello scrittore pozzallese Nicola Colombo, che, attento alla ricerca storica, narra il glocale fulgore di Vanni Rosa, propugnatore di ardite azioni politiche e sindacali, cui attingere per affrontare le sfide del difficile e confuso tempo presente, ma anche per rischiarare la forza della verità storica, spesso, troppo spesso, asservita a giudizi sommari e non documentati. In effetti solo alla cultura letteraria appartiene la chiave per sostituire alla vulgata di Vanni l’avventuriero, la meritoria inclusione tra i pozzallesi non solo da non dimenticare ma da celebrare per l’appassionato impegno politico e culturale.
Per tale ragione sia il Convegno “Antifascismo e Sindacalismo nell’area degli Iblei dagli anni Venti alla Repubblica”, promosso dalla ANPPIA, dal Comune di Pozzallo e dalla CGIL e svoltosi il 9 luglio 2021 a Pozzallo unitamente alla presentazione del già citato libro, sia la mostra documentaria, Vanni Rosa: biografia per immagini – curata dal fotografo Massimo Assenza, dallo scrittore Nicola Colombo, dalla scrivente in qualità di etnoantropologa e inaugurata l’8 luglio 2021 – hanno evocato l’azione immersiva dell’eminente antifascista siciliano, suscitando una folta partecipazione e le conclusive proposte: per squarciare il silenzio che incombe ancora su Vanni Rosa, occorre continuare nell’azione di ricerca e di riflessione.

A tal fine si propone alle Istituzioni, ai vari livelli di rappresentanza:
– l’individuazione del luogo di sepoltura, delle cause della morte e della data esatta della dipartita di Vanni Rosa, al fine di traslarne i resti nel cimitero di Pozzallo;
– L’acquisizione di copia integrale del carteggio inedito durato oltre un decennio con Anthony Capraro custodito nell’Università americana.
– La ristampa anastatica de “…E una croce cadde a Pozzallo”, nonché del Manifesto-Postulati del Movimento Autonomista Siciliano e del numero unico di Trinacria Redenta;
– L’organizzazione di un convegno di studi sui propositi autonomisti di Vanni Rosa in grado di metterne in luce propositi e attualità del pensiero;
– L’intitolazione di un luogo pubblico e l’apposizione di una targa-ricordo nella casa natia di via Balata, 1, alla Sua memoria.
