di Giulia Cultrera
I valori agiscono come una bussola morale, guidano le scelte e determinano il nostro comportamento in molteplici contesti. Non è sempre facile essere coerenti con le proprie convinzioni, ma tutti noi abbiamo dei valori imprescindibili, su cui non scendiamo a compromessi. Perché sarebbe come tradire una parte di noi stessi.
Zerocalcare ha dimostrato una grande integrità morale decidendo di non partecipare al Lucca Comics & Games 2023, poiché quest’anno la manifestazione è stata patrocinata dall’ambasciata israeliana. Il manifesto ufficiale dell’evento, infatti, è stato realizzato dai fratelli israeliani Asaf Hanuka e Tomer Hanuka.
È giusto precisare che l’annuncio del patrocinio era avvenuto il 29 giugno, nel corso della conferenza stampa di presentazione dell’edizione 2023. Tuttavia, visti i recenti e drammatici avvenimenti, si sono sollevate numerose critiche e indignazioni sulla decisione da parte degli organizzatori di non ritrattare la propria decisione:
Lucca Comics & Games è da sempre un luogo sicuro per le differenze. Fin dall’inizio stiamo seguendo il dibattito in atto sul patrocinio ricevuto in primavera dall’Ufficio Culturale dell’Ambasciata Israeliana in Italia. Questo patrocinio – non oneroso – è stato ricevuto, come molti dei patrocini che in questi anni hanno affiancato il festival, per riconoscere il valore del nostro programma culturale. Questa attribuzione istituzionale deriva da un lavoro durato quasi un anno, un progetto che ha coinvolto due artisti noti e apprezzati in Italia e nel mondo, come Asaf e Tomer Hanuka […] Abbiamo riflettuto molto sulla possibilità di rinunciare al patrocinio, ma abbiamo ritenuto che sarebbe un atto poco responsabile nei confronti non solo delle istituzioni e delle realtà appartenenti al nostro ecosistema, ma anche per tutti i partecipanti. Lucca Comics & Games mette da sempre al centro solo ed esclusivamente l’opera intellettuale e creativa, le persone.
Zerocalcare ha espresso solidarietà verso il popolo palestinese, rimanendo fedele ai valori che ha sempre difeso nei suoi lavori, tra cui Kobane Calling, un reportage a fumetti sulla sua esperienza sul confine turco-siriano in supporto al popolo curdo.
La decisione del fumettista ha suscitato molte reazioni, tra cui quelle di altri artisti che hanno seguito il suo esempio, come Fumettibrutti e Giancane, e di associazioni come Amnesty International Italia. Non mancano ovviamente pareri contrastanti: in parecchi hanno criticato l’autore per aver mescolato politica e cultura, accusandolo di essere antisemita o di fare propaganda. A queste contestazioni Zerocalcare ha risposto con ironia e sarcasmo, chiedendo loro cosa facciano per combattere il terrorismo o per salvare i panda.
Altri artisti, come Leo Ortolani e Maicol e Mirco, parteciperanno invece alla manifestazione e raccoglieranno fondi a supporto dei palestinesi.
Di seguito, il post di Zerocalcare:
In questo momento in cui a Gaza sono incastrate due milioni di persone che non sanno nemmeno se saranno vive il giorno dopo, […] per me venire a festeggiare lì dentro rappresenta un corto circuito che non riesco a gestire.[…] Lo so che quello sul manifesto è solo un simbolo, ma quel simbolo per molte persone a me care rappresenta in questo momento la paura di non vedere il sole sorgere domattina, le macerie sotto cui sono sepolti i propri cari, la minaccia di morire intrappolati in quel carcere a cielo aperto dove tanti ragazzi e ragazze sono nati e cresciuti senza essere mai potuti uscire.
Sono stato a Gaza diversi anni fa, conosco persone che ancora ci vivono e persone che ci sono andate per costruire progetti di solidarietà, di sport, di hip hop e di writing. Quando queste persone mi chiedono com’è possibile che una manifestazione culturale di questa importanza non si interroghi sull’opportunità di collaborare con la rappresentanza di un governo che sta perpetrando crimini di guerra in spregio del diritto internazionale, io onestamente non riesco a fornire una spiegazione. Non riesco nemmeno a dire loro del mio dispiacere di non esserci e di quanto questa cosa mi laceri, se lo paragono all’angoscia che sento nelle loro voci. Non è una gara di radicalità, e da parte mia non c’è nessuna lezione o giudizio morale verso chi andrà a Lucca e lo farà nel modo che ritiene più opportuno, soprattutto non è una contestazione alla presenza dei due autori del poster Asaf e Tomer Hanuka, che spero riusciranno ad esserci e che si sentiranno a casa, perché non ho mai pensato che i popoli e gli individui coincidessero coi loro governi. Spero che un giorno ci possano essere anche i fumettisti palestinesi che al momento non possono lasciare il loro paese.
Bisogna ammettere che non è da tutti essere così fedeli ai propri valori, soprattutto se esporsi così tanto significa inimicarsi una parte di pubblico e mettere a repentaglio la propria carriera. Viene spontaneo chiedersi: quanti altri autori avrebbero preso una decisione così spinosa?